STUPIDA RAZZA

lunedì 17 luglio 2023

La vice di Biden si tradisce: «Noi lavoriamo per ridurre la popolazione»

 

Per far respirare aria pulita e bere acqua pulita ai nostri figli bisogna «ridurre la popolazione». È la sintesi dell’i nte r ve n - to di Kamala Harris alla Coppin State University di Baltimora sull’Inflation reduction act, che ha provocato le risate di mezza America e ha confermato che alla Casa Bianca non c’è solo il nonno degli spaghetti western doppiato da Capannelle ma anche una leggiadra Vispa Teresa. Stupenda nel tailleur albicocca (la sua armocromista funziona), la vicepresidente voleva dire «pollution», inquinamento, invece ha detto «population». Ovviamente non ha rettificato - nel vocabolario dem quella parola non esiste - ma ha tirato dritto con la gaffe freudiana da radical Ztl, crogiolandosi negli applausi degli ultrà con l’anello al naso in trance. Gli stessi che in Italia si sciolgono dall’e m oz io n e quando comincia ad aprire bocca Elly Schlein. Per Harris è stata una settimana nera, cominciata con una pensosa dichiarazione a una tavola rotonda sul tema dei trasporti: «La questione centrale è che la gente sia capace di andare dove deve andare», trasformatasi immediatamente in meme. Come l’uscita sull’Intelligenza artificiale quando, davanti ai big tech siliconvallici e ai leader dei diritti civili, a Washington ha sintetizzato da fuori corso a l l’Asilo Mariuccia l’a rgomento chiave della rivoluzione digitale: «La Ia è qualcosa di stravagante. È composta da due lettere. È la capacità di insegnare alle macchine». Gli astanti, che avevano messo sul tavolo presidenziale i rischi del deep learning e non lo scontato machine learning, l’hanno fermata con una domanda decisiva: «Perché si rivolge a noi come se fossimo bambini di cinque anni?». È dura per il progressismo dei competenti, al Nazareno e dintorni, scoprire che la guru americana dell’i nclu sio ne Gucci style è messa peggio dei ministri italiani che non leggono i libri che premiano. Ma non c’è problema, in mezzo c’è l’Oceano Atlantico e il Ne w York Times queste bizzarrie non le pubblica. Quindi, non esistono. In realtà, anche alla Casa Bianca, la cinquantottenne Kamala è percepita come una professionista della gaffe, un’esploratrice dell’ov - vio che non studia i dossier. Una specie di Luigi Di Maio con l’auto blu più lunga; non per nulla era stata rinchiusa a chiave per un paio d’anni in modo che non facesse troppi danni. Ora è stata tolta dal sarcofago semplicemente perché stanno arrivando le elezioni e Jo e B id e n r i t ie n e che il ticket possa tentare il bi s . Sulla popolarità, meglio glissare: lui è al 40%, lei al 39,2%, con abissi nel Midwest. Dopo la gaffe sull’I nte l l i - genza artificiale, il candidato alle primarie repubblicane Vivek R a m a s wa m i l’ha liquidata così: «Non penso che sia in grado di dirigere la politica governativa sul tema, ha avuto difficoltà anche a fare lo spelling». Elon Mu s k non è stato da meno: «Non mi sembra affatto all’altezza», ha detto, per poi prenderla in giro per il soprannome autoimposto «zarina dell’Ia». I giornali hanno cominciato a scrivere che «è la persona meno competente per gestire la questione più importante» e Jesse Waters nel programma The Fiv e ha commentato: «Quando i robot cominceranno a ucciderci, B id e n dirà che è colpa di Kamala». Da pasionaria californiana dei diritti Lgbtq+ e dell’i n c lu - sione resiliente planetaria, la dea liberal, anticattolica e glamour dei radical chic è diventata una barzelletta. Gli avversari definiscono i suoi soliloqui «piatti freddi della sua insalata di parole» e la Rete ha cominciato a parlare di Wi ka m al ap e d ia , la sua personalissima enciclopedia «con la quale parla agli americani come se fossero tutti all’asilo». Dev’essere convinta che somiglino al suo elettore med io. Per la figlia dell’o n c o l oga tamil e del professore di economia giamaicano, sono lontani i tempi dei giochi di luce e fuochi d’artificio al Lincoln Memorial, con Fi re w o rk s di Katy Perry che seguiva a distanza di alcune ore l’inno nazionale cantato da Lady G a ga . Q ue s t’ultima sul palco con un abito che metteva in risalto una gigantesca colomba della pace, come se gli States fossero usciti da una guerra. Ora il bluff è palese e i sondaggisti democratici sono preoccupati perché l’effetto Vispa Teresa potrebbe essere letale, considerando gli 80 anni di Sleepy Joe. Lo slogan che non piace ai dem è semplice: «Voti B id e n e ti ritrovi Harrisp re s i - dente». Un incubo anche dentro il partito dove Kamala è malvista per tasso di arroganza e numero di capricci. Le gaffe sono il suo forte e ormai sono un rosario. Imbarazzante la risata sul finanziamento per i profughi ucraini. Ma la più clamorosa rimane quella sull’ac c og l ie n - za, quando (lei figlia di immigrati, anche se ricchi) disse: «Voglio essere chiara con le persone che stanno pensando di intraprendere quel pericoloso viaggio verso il confine tra Stati Uniti e Messico. Non venite». In Guatemala spiegò che voleva intendere «aiutiamoli a casa loro», peggiorando la situazione. E al culmine d el l’isteria licenziò lo staff, 22 persone ben felici di andarsene «da quell’am biente malsano». Ecco perché ridurre la «population» invece della «pollution» per combattere il Climate change è considerato ordinaria amministrazione. Wikamalapedia si arricchisce di un aneddoto, mentre l’asilo applaude.

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