STUPIDA RAZZA

lunedì 30 settembre 2013

L’UNGHERIA RICONQUISTA LA SOVRANITA’ NAZIONALE ED ECONOMICA

L’Ungheria non cede il passo contro l’usura internazionale e in nome della riacquisita sovranità nazionale ed economica. Il primo ministro magiaro di centro-destra Viktor Orban ha annunciato che sono in corso trattative per cui diverse “utilities” – le compagnie che forniscono servizi – dovranno essere rinazionalizzate, ovvero torneranno finalmente sotto il controllo dello Stato e non rimarranno nelle mani di speculatori privati senza scrupoli. 
Da quanto emerso negli ultimi giorni l’esecutivo alla guida dell’Ungheria è in trattative per la nazionalizzazione di sei o sette utility con l'obiettivo di abbassare i prezzi dell’energia dopo gli attacchi speculativi al fiorino magiaro e le difficoltà create al governo Orban dall’usura internazionale e dai suoi servitori delle agenzie di rating privato.
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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12377

Quel mostro antico e nuovo che uccide la democrazia

Un'immagine che può, forse, costituire una sintesi efficace e può fornire qualche suggestione è quella dell'uroboro, immagine mitologica del serpente che mangia la sua coda e ciò ch'essa contiene, nutrendosi di se stesso (dal greco ouròboros, dove ouràsta per "coda" e boròssta per "mordace", aggettivo riferito al serpente). Quest'immagine, ricca di significati analogici e metaforici, sfruttata dalla filosofia dell'eterno ritorno e dalle visioni esoteriche dell'uno immutabile e autosufficiente, una volta che sia spogliata di questo sovraccarico, può bene definire il rapporto tra denaro e politica, nei termini di uno scambio di ritorno e di reciproco sostentamento. Il potere sostiene e rivitalizza il (procacciamento di) denaro e il denaro sostiene e rivitalizza (l'acquisizione e il mantenimento de) il potere.
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 http://www.repubblica.it/la-repubblica-delle-idee/societa/2013/09/26/news/quel_mostro_antico_e_nuovo_che_uccide_la_democrazia-67330139/

"Per uscire dalla crisi economica serve il coraggio di sbagliare"

"La prossima crisi potrebbe essere peggiore dell'ultima. Si continuano ad accumulare rischi, da parte di soggetti che non li capiscono". Un altro Black Swan dietro l'angolo? E magari per colpa di quelli che descriviamo come "salvatori dell'economia", da Ben Bernanke a Barack Obama. Questo monito non viene da una Cassandra qualsiasi, ma dall'inventore del Cigno nero, metafora irresistibile sulla nostra collaudata incapacità nel prevedere disastri. Più grandi sono, più inverosimili appaiono, e più sfuggono ai nostri schermi radar.
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 http://www.repubblica.it/economia/2013/09/26/news/nassim_taleb_per_uscire_dalla_crisi_economica_serve_il_coraggio_di_sbagliare-67323063/

Troppi antibiotici, uno su cinque è inutile

 solo adesso hanno scoperto l'acqua calda........................?
sarà mica la crisi..........................?
Un po' di mal di gola, un colpo di tosse, e subito si vanno a cercare gli antibiotici nel mobiletto del bagno. Senza neanche sentire il medico. Un errore commesso da centinaia di migliaia di persone ogni anno, che porta all' utilizzo inappropriato di almeno il 20 per cento dei farmaci antibatterici acquistati in Italia. È uno dei dati che spaventa di più l' Aifa, l' agenzia italiana del farmaco che ieri ha presentato il rapporto sui consumi 2012. Nonè solo una questione di soldi, che pure esiste, ma soprattutto di salute. «Prendere gli antibiotici quando non servono, fa aumentare le resistenze e rende le medicine meno efficaci contro i batteri», avverte Luca Pani, direttore generale di Aifa. «Non basta che il consumo di questi farmaci sia calato del 6,5 per cento rispetto al 2011 - continua - perché veniamo da anni di aumenti fortissimi».
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 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/09/25/troppi-antibiotici-uno-su-cinque-inutile.html

LE "TROPPO GRANDI PER FALLIRE" ORA SONO PIÙ GRANDI CHE MAI

Le banche "troppo grandi per fallire" sono ora molto, molto più grandi di quanto non fossero l'ultima volta che hanno causato così tanti problemi. Negli ultimi cinque anni le sei maggiori banche degli USA sono cresciute del 37%. Nel frattempo, 1.400 banche più piccole sono scomparse nello stesso periodo.
Ciò significa che la salute di JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup, Wells Fargo, Goldman Sachs e Morgan Stanley è più critica per l'economia degli Stati Uniti rispetto al passato. Se nel 2008 erano "troppo grandi per fallire", ora devono essere "troppo colossali per crollare". Senza queste banche, non abbiamo un'economia. 

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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12375

OLTRE TELECOM: LA CRISI EPOCALE DA CUI L’ITALIA NON SA USCIRE

Il caso Telecom Italia è in queste ore balzato all’onore delle cronache, ricordando all’opinione pubblica come il nostro paese stia drammaticamente perdendo i suoi cespiti più importanti. L’informazione moderna è frenetica e la memoria del pubblico corta: probabilmente la notizia, e il dibattito attorno ad essa, saranno già dimenticati nel giro d’un paio di giorni. Lo dimostra il fatto che il clamore suscitato oggi dal passaggio della compagnia telefonica nazionale in mani spagnole sia in realtà ingiustificato, trattandosi solo dell’ultimo episodio d’un processo di privatizzazione, parcellizzazione e vendita all’estero dei cespiti italiani che prosegue da oltre un ventennio. Processo che va di pari passo con la collocazione del debito pubblico all’estero, l’incremento della pressione fiscale per pagare i sempre più onerosi interessi, la cessione della politica monetaria a un’entità esterna, la rinuncia ad un ruolo statale nell’economia, ed altro ancora. 
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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12373

NOI, FATTI A PEZZI DAL RIGORE: NE AVREMO PER DECENNI

Ovunque si parla di ripresa economica dell’Europa e di uscita dalla crisi. Pura propaganda. In realtà il paziente è sempre in coma. Basta dare un’occhiata ai parametri chiave: lavoro, credito, Pil, finanza pubblica. La disoccupazione – vera piaga sociale – è ancora a livello “mostruoso” in diversi paesi decisivi – Italia, Spagna, Francia – per non parlare ovviamente della Grecia. La disoccupazione nella zona euro – osserva Paolo Barnard – rimane ai suoi massimi storici dalla creazione della moneta unica: «Si consideri che la disoccupazione è il peggior male economico esistente, proprio in termini di miliardi di euro andati in fumo ogni giorno, e nulla l’ha ancora minimamente scalfita». 
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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12372

L'ASCARO. LA SOTTOMISSIONE DI MATTEO RENZI AD ANGELA MERKEL

I tempi, e gli esiti, degli incontri diplomatici vanno capiti come si fa per gli avvertimenti mafiosi. Anche in questo campo, come per il linguaggio di Cosa Nostra, chi conosce il contesto, i linguaggi e i codici deve saper far decantare il clamore degli avvenimenti per interpretare il significato di quanto accaduto. L'incontro tra Matteo Renzi e Angela Merkel, avvenuto in forma privata ma reso noto alle agenzie di stampa l'11 luglio scorso, aveva quindi bisogno di tempo per essere interpretato. Oggi, in questo lasso di tempo, non è che non sia accaduto niente: Renzi ha fatto passi da gigante nel proporsi come segretario del Pd, incassando l'alleanza con gli ex dc di Franceschini, Angela Merkel ha vinto le elezioni in Germania. Con un chiaro risultato che, anche senza una maggioranza, gli permetterà di tenere le leve del governo federale per i prossimi quattro anni.

Come possiamo leggere oggi quell'incontro? Vediamo un attimo le prospettive dei due personaggi e cerchiamo di capire se si possono incontrare.

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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12370

L’ITALIA OSTAGGIO DI QUEL 3% CHE CI HA SPINTO NEL BARATRO

Penso che siano molti gli italiani che oggi vorrebbero, come me, poter scrivere una lettera confidenziale ad Angela Merkel, alla «donna» Angela Merkel che ha in mano, con il potere politico, il destino presente non soltanto dei tedeschi, ma di tutti coloro che sono legati a Maastricht e alla moneta euro.
 Perché vorremmo scrivere alla donna Merkel, più che al capo del governo della Germania? Perché l'euro, Maastricht e la «dittatura del 3%» hanno portato terribili sofferenze a coloro che vi sono stati coinvolti; perché la crisi ch- ha investito l'Europa è dovuta, in modo diretto tanto quanto in modo indiretto, ai parametri di Maastricht e alla sua moneta; perché le migliaia di suicidi di Francia (chi potrà mai dimenticare i 57 suicidi dei dirigenti di France Telecom?), di Grecia, d'Italia, sono stati provocati da questa crisi, così come le migliaia di disoccupati, di imprenditori falliti, di aziende costrette a chiudere.
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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12368

domenica 29 settembre 2013

ALTA FINANZA: IN ATTESA DELLA TERZA CRISI

Mentre il sistema bancario italiano assiste ad una crescita del 22% delle cosiddette "sofferenze" (i debiti che i clienti non riescono a ripagare), arrivando al record di 128 miliardi di euro e ad una previsione di 19mila posti di lavoro in meno nel settore - per l'alta finanza internazionale nulla sembra cambiato.
Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS), un istituto internazionale con sede a Basilea, la quota di crediti ad alto rischio concessi dalle banche di tutto il mondo rappresenterebbe oggi ben il 45% del totale, con una crescita di trenta punti percentuale rispetto al minimo registrato durante la crisi e di ben dieci punti rispetto a prima dello scoppio della crisi stessa: una crisi che, nei soli Stati Uniti, ha cancellato otto milioni di posti di lavoro e miliardi di dollari di risparmi.

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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12361

Debiti e riforme, la lezione degli Usa

Per cambiare la rotta dell'Unione europea si potrebbe prendere spunto dal piano proposto nel 1791 da Alexander Hamilton, il primo ministro del Tesoro degli Stati Uniti
Gli Stati Uniti alla loro nascita avevano un rapporto debito/PIL pari al 30% circa; un’entità “inammissibile” per le teorie economiche dell’epoca.
Sono state le controverse politiche di Alexander Hamilton, il primo ministro del Tesoro degli Stati Uniti, a sterzare in positivo un fardello così rilevante sulle spalle del giovane Stato, grazie a una serie di iniziative che hanno coinvolto la ristrutturazione del debito, la creazione di un sistema monetario e bancario nazionale, la fiscalità indiretta e l’indirizzo delle politiche di sviluppo.
Quello di Hamilton fu un progetto che prese corpo sia in presenza di una crisi economica iniziata nel 1781 e che perdurava da quasi otto anni quando egli fu nominato Ministro del Tesoro (11 settembre 1789), sia sotto la duplice lotta fra tentativi di centralismo dei poteri e spinte da parte dei singoli Stati per mantenere le autonomie decisionali sul piano istituzionale ed economico.
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 http://sbilanciamoci.info/Sezioni/capitali/Debiti-e-riforme-la-lezione-degli-Usa-19457

La buona terra di He Xuefeng

Pubblichiamo un capitolo del libro di Angela Pascucci "Potere e società in Cina. Storie di resistenza nella grande trasformazione", appena uscito per Edizioni dell'Asino
Wuhan. Negli ultimi venti anni oltre 250 milioni di cinesi hanno lasciato le campagne per andare a lavorare in città, scomponendo i connotati sociali del paese. La vecchia classe operaia è stata smantellata ed emarginata per essere sostituita da un esercito di nongmingong, contadini lavoratori, essi stessi nuova classe dai contorni sociologici ancora in fieri; l’abbandono dell’agricoltura da parte delle generazioni più giovani ha stravolto il mondo contadino; l’urbanizzazione di proporzioni titaniche avvenuta a spron battuto ha fatto delle aree limitrofe alle città un terreno di battaglia tra interessi contrastanti. Le campagne cinesi e il loro rapporto con le città non smettono di essere al centro della storia cinese. 
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 http://sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/La-buona-terra-di-He-Xuefeng-19451

Lotta di classe e apatia nell'eurozona

Dietro la maschera dell’austerità, la destra politica e tecnocratica combatte la sua moderna lotta di classe non dichiarata e unilaterale di fronte ad avversari che la crisi e l’austerità hanno indebolito.
Quando nell’autunno del 2008 crollò la Lehman Brothers, minacciando il collasso dell’intero sistema finanziario americano, la crisi fu paragonata a a quella del 1929. Un paragone allarmante, poiché richiamava alla memoria gli anni della Grande Depressione con le sue ripercussioni in Europa e nel resto del mondo. Ma c’era anche una ragione di conforto. Se si conosce la malattia, la sua origine e i suoi sviluppi, si sa anche quali sono i rischi che comporta e come si può combatterla.
Ma sono passati più di cinque anni e ora sappiamo che la crisi dell’eurozona è stata combattuta con armi sbagliate, e la guerra è stata perduta. L’eurozona è in preda a una seconda recessione dopo quella iniziale del 2009, con un tasso di disoccupazione esplosivo, che ha oltrepassato il 12 per cento all’inizio del 2013, mentre in Spagna e Grecia ha superato la mostruosa soglia del 25 per cento (si veda l’articolo di Ruggero Paladini)

.In questo scenario,  il caso dell’Italia, più degli altri, svela in modo trasparente l’assurdità della politica europea. A differenza di Spagna e Irlanda, infatti, l’Italia non ha dovuto fronteggiare una crisi bancaria determinata dallo scoppio della bolla immobiliare. E differentemente dal Portogallo e dalla Grecia, l’Italia alla vigilia della crisi, aveva registrato nel 2007 un disavanzo di bilancio dell’1,6 ben al disotto del fatidico tre per cento prescritto dal trattato di Maastricht.  
 
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http://www.insightweb.it/web/content/lotta-di-classe-e-apatia-nelleurozona

Un reddito di base come reddito primario

Più che di un reddito di cittadinanza si dovrebbe parlare di un reddito di base incondizionato: un salario sociale legato ad un contributo produttivo oggi non riconosciuto
Sia sul sito di Sbilanciamoci che su il manifesto sono apparsi alcuni articoli critici in materia di reddito di cittadinanza (vedi, tra gli altri, gli articoli di Pennacchi, Lavoro, e non reddito, di cittadinanza, e Lunghini, Reddito sì, ma da lavoro). In questa sede, vorremmo chiarire alcuni principi di fondo per meglio far comprendere che cosa, a nostro avviso, si debba intendere quando in modo assai confuso e ambiguo si parla di “reddito di cittadinanza”. Noi preferiamo chiamarlo reddito di base incondizionato (Rbi) ed è su questa concezione che vorremmo si sviluppasse un serio dibattito (con le eventuali critiche). Le note che seguono sono una parte di una più lunga riflessione che apparirà sul n. 5 dei Quaderni di San Precario.
La proposta di un Rbi di un livello sostanziale e indipendente dall’impiego, elaborata nel quadro della tesi del capitalismo cognitivo, poggia su due pilastri fondamentali. 
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 http://sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/Un-reddito-di-base-come-reddito-primario-19396

NELL'ANNO MAI ..::..

Molti lettori e giornalisti di altre testate mi chiamano o mi scrivono per chiedermi quando finalmente ci sarà la crescita e la ripresa, non solo quella economica dei consumi e dei fatturati, ma anche quella dei listini di borsa (intendendo quelli europei, tedesco escluso), quella del mercato immobiliare e la risalita dei tassi di interesse. Risposta: nell'anno mai. Provate a soffermarvi un momento su quanto accaduto in questi ultimi cinque anni, nel 2008 abbiamo avuto l'accentuarsi della crisi dei mutui subprime ed il fallimento della Lehman Brothers: vi hanno detto che la ripresa sarebbe arrivata a fine 2009 dopo i vari interventi di  bail-out. Nel 2009 abbiamo avuto il crollo del PIL per tutto il mondo delle economie avanzate (in Italia oltre il 4%), sono state ipotizzate le exit strategy e le politiche di risanamento di bilancio: vi hanno detto che la ripresa sarebbe arrivata nel primo semestre dell'anno successivo. Nel 2010 abbiamo avuto la Grecia con l'innesco della crisi del debito sovrano: vi hanno detto che la ripresa sarebbe arrivata con l'inizio del nuovo anno. Nel 2011 abbiamo avuto l'intensificarsi della debolezza in Europa con la tempesta che ha colpito i governativi in Europa: vi hanno detto che la ripresa sarebbe arrivata a breve.
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http://www.eugeniobenetazzo.com/italia-presto-come-egitto.htm

Cosa ci dicono i dati sui consumi

Il crollo dei consumi nel 2012, certificato dal Rapporto annuale dell'Istat e anche dal report diffuso venerdì, fotografa una fase di transizione verso un modello sociale nel quale, senza strutturali interventi correttivi, la divaricazione tra i settori sociali favoriti e le famiglie e le persone in condizioni più disagiate è destinata ad allargarsi
Nel 2012 il nostro prodotto interno lordo è al di sotto di 7 punti percentuali al livello precedente alla crisi, e il 2013 non preannuncia miglioramenti. Nello stesso tempo i consumi delle famiglie residenti sono 5 punti al di sotto del livello del 2007. Il ridimensionamento delle condizioni di vita della famiglia “media” risulterebbe allora più significativo per la sua lunga durata (passata e per le previsioni future) che per l’intensità quantitativa. Un’impressione che contrasta con l’esperienza quotidiana che indica condizioni più drammatiche di quanto i dati aggregati, nella loro pur utile sinteticità, non sembra riescano a illustrare pienamente. A ben vedere, qualcosa di preoccupante si può tuttavia rilevare interpretando anche i dati aggregati; in effetti, se si considera che nel periodo 2007-2011 il prodotto è caduto di 5 punti mentre i consumi di un punto solo, allora la perdita del prodotto nel 2013 (2 punti) è stato accompagnato da una caduta molto più accentuata dei consumi (4 punti) e ciò starebbe a segnalare che (in media) le famiglie, dopo aver resistito nei primi anni di crisi a sostenere il proprio livello di consumo (riducendo il risparmio precedentemente accumulato o ricorrendo al credito), si sono convinte ormai che lo standard di vita passato non sia più sostenibile e pertanto stanno adeguandosi alle nuove più restrittive condizioni. 
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 http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/Cosa-ci-dicono-i-dati-sui-consumi-19335



Cercasi Utopia

Che fine ha fatto il sogno europeista? Il nichilismo tecno-capitalista ha prodotto forme di eteronomia e assoggettamento, privando gli individui di ogni idea di futuro, di autonomia e di responsabilità. Per uscire da questa "sedazione sociale" urge ritrovare le mappe dell'Utopia. Ma cercandole senza ricorrere al navigatore satellitare e senza confidare nei motori di ricerca
Ventisei milioni e mezzo di disoccupati in Europa. La disoccupazione giovanile al 23,8% come media europea ma in Italia al 38,5%. Sempre n Italia, disoccupazione al 12,2%, il massimo dal 1977, mentre anche Confindustria rivede al ribasso – da meno 1,1 a meno 1,9% – le stime sul pil del 2013. Pochi dati, per fotografare una realtà drammatica.
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 http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/Cercasi-Utopia-19336

Lavoro e reddito: una coppia in crisi

Il reddito di cittadinanza può diventare uno strumento di riconoscimento di tutte quelle attività sociali e cooperative che generano valori d'uso senza riceverne remunerazione
Nelle storie parallele della sinistra e dello sviluppo capitalistico, lavoro e reddito hanno sempre costituito due facce della stessa medaglia e camminato nella stessa direzione: più lavoro e più reddito nelle fasi di crescita, meno lavoro e minori redditi in quelle di crisi.
Per affrontare queste situazioni di crisi, sinistra e sindacati quando ancora erano forti, hanno conquistato strumenti – i cosiddetti ammortizzatori sociali – per difendere il reddito anche in presenza di un lavoro che diminuiva. In questo modo la relazione diretta tra lavoro e reddito veniva rimessa in discussione a favore del reddito e questo è stato possibile per la convinzione comune che la difesa dei redditi poteva evitare la caduta della domanda e favorire, quindi, la ripresa del lavoro.
Negli ultimi anni quella relazione è stata indebolita dal fronte opposto: la globalizzazione e la competitività sono state utilizzate dal capitale per generare una crescita tumultuosa del precariato. Ciò ha prodotto in una prima fase anche una crescita degli occupati. Non ha prodotto, però, un aumento, ma al contrario una diminuzione dei redditi da lavoro. È così calata la domanda contribuendo ad aggravare la crisi in atto. 
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 http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/Lavoro-e-reddito-una-coppia-in-crisi-19334

venerdì 27 settembre 2013

Alfano, il TAV e la sovranità

Il faccione di Angelino Alfano, capostipite della famiglia Addams, campeggia in prima pagina sul Corriere della Sera, agghindato con caschetto e gilet fosforescente (simboli di chi lavora duro) ritto in piedi dinanzi all'imboccatura del tunnel geognostico di Chiomonte, destinato a fermarsi 8 km più in là, anche se la maggior parte dei politici e dei giornalisti sono convinti che debba andare in Francia.
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 http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46291

Telecom svenduta

Intervista all'economista . L'Italia può dire addio alla banda larga: Madrid non investirà nella rete di nuova generazione. Hanno scelto di svendere
Intervista di Andrea Eugeni a Giulio Sapelli.

"Ora Telecom è saldamente in mano agli spagnoli di Telefonica. Una grande iattura, perché il Paese ha perso un asset strategico. L'Italia può dire addio alla banda larga, perché Madrid non metterà una lira per gli investimenti nella rete di nuova generazione".

L'economista Giulio Sapelli (nella foto sotto), intervistato da Affaritaliani.it sull'accordo fra Generali, Intesa, Mediobanca e Telefonica sul cambio dei pesi azionari in Telco, commenta così la vicenda Telecom. Un pasaggio delle leve di controllo che "in Germania o in Francia, i rispettivi governi non avrebbero mai permesso". "La colpa più grande - sottolinea infatti l'economista - è dell'esecutivo Letta. Avrebbe dovuto usare la Golden Share e intervenire nell'economia come ha fatto Obama negli States".

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 http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46293

Il mondo nella terza fase del sistema globale: il multipolarismo

La crisi in Siria sta definitivamente dimostrando il consolidamento di un “ordine” multipolare costituito dagli Stati Industriali Continentali (come aveva anticipato Juan Domingo Perón quando parlava del passaggio dalla fase del continentalismo a quella dell’universalismo, teorizzata da Alberto Methól Ferré, teoria secondo la quale solo gli Stati Industriali Continentali possono regolare gli equilibri del mondo). Nonostante le innumerevoli teorie che non è qui il caso di analizzare, si può constatare come, giorno dopo giorno, la geopolitica diventi sempre più spesso il substrato delle Relazioni Internazionali. 
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 http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46288

Il male dello Sviluppismo è interno alle logiche con cui procede il Sistema economico capitalista


Il male dello Sviluppismo è interno alle logiche con cui procede il Sistema economico capitalista. Perché, secondo Lei, a non tutti gli anticapitalisti è chiara la prospettiva della Decrescita, che spesso confondono con una fase del Capitalismo quale la Recessione? E' spiegata male la Decrescita o la gran parte degli anticapitalisti ha un deficit di analisi?
La parola "decrescita" è una parola che fa paura, noi siamo abituati da due secoli e mezzo al
mito della crescita, quindi questo nuovo concetto viene mal digerito. Inoltre molti cosidetti
anticapitalisti sono in realtà dei marxisti e il marxismo da questo punto di vista non si
differenzia per niente dal capitalismo, il marxismo è anzi anche esso basato sulla crescita,
sul mito del lavoro. Lo stesso Stachanov è un eroe dell'Unione Sovietica, per cui
"anticapitalismo" non significa necessariamente un pensiero contro lo sviluppo.
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 http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46292

Saldi Telecom

Le parole dell’amministratore delegato di Telecom Italia (“Italia” per poco)  Franco Bernabè, il giorno dopo la svendita di Telecom agli spagnoli di Telefonica, sono inquietanti e indicative allo stesso tempo. Prima il sofisma: «Telecom non è diventata spagnola». Ma il punto più importante è quando l’ad si scaglia contro chi si indigna solo adesso, a cose fatte: «Per arrivare a scelte differenti dovevamo tutti quanti pensarci prima – ha attaccato durante l’audizione al Senato -. Se il sistema Italia fosse stato davvero così preoccupato del futuro di Telecom, come si è dimostrato in questi ultimi due giorni, forse sarebbe stato possibile un intervento più strutturato. Questo straordinario interesse per Telecom non mi sembra il sentimento che ha ispirato finora il sistema Italia. Se si parla di sistema sarebbe stato necessario un consenso più unanime e organico sugli obiettivi di Telecom».
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 http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46294

lunedì 16 settembre 2013

Perché neanche l'oro luccica più


non tutto quel che è oro luccica.
È tutto oro, ma non luccica più. Dopo una cavalcata lunga dodici anni il metallo giallo è diventato assai meno prezioso. Una caduta del 17 per cento rispetto al picco di 1888,70 dollari all'oncia raggiunto a metà del 2011. D'altronde solo due anni prima ne valeva circa 900. Il turbo gliel'aveva messo la crisi: cosa comprare quando tutto perde valore? La risposta era antica ed epica come il Klondike. La gente era già abituata a trattarlo come bene rifugio. Così, più aumentava l'incertezza, più aumentavano le scorte. Da una parte accumulate da cittadini spaventati, che volevano della solidità rispetto ai titoli diventati carta straccia. Dall'altra dagli investitori istituzionali, banche e hedge funds in testa, che ci vedevano un'assicurazione nell'ipotesi non improbabile che l'inflazione, a forza di stampare nuovo denaro, crescesse. E più aumentava la domanda, più cresceva il prezzo.
Autorealizzando la profezia da cui si era partiti. Fino a oggi, almeno. 

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 http://www.cadoinpiedi.it/2013/06/07/perche_neanche_loro_luccica_piu.html

La reinvenzione del fascismo

Se la libertà è quella di utilizzare denaro per guadagnare più denaro, la sicurezza è la possibilità di uccidere i nemici, la democrazia è ridotta al rito delle elezioni, qualcosa di grave sta accadendo. È la reinvenzione del fascismo, il potere che passa nelle mani del nuovo “complesso militare-finanziario”
Le atrocità della Seconda guerra mondiale hanno lasciato dietro di sé danni permanenti, abbassando i nostri standard su quello che è accettabile. La guerra è male; ma se non è una guerra nucleare, non siamo oltre il limite. Il fascismo è male; ma se non è accompagnato dalla dittatura e dall’eliminazione di un’intera categoria di persone, non siamo oltre il limite. Hiroshima, Hitler e Auschwitz sono profondamente radicati nelle nostre menti, deformandole.
La bomba di Hiroshima ci porta a trascurare il terrorismo di stato contro le città tedesche e giapponesi, che ha ucciso cittadini di ogni età e genere. Hitler e Auschwitz ci fanno trascurare il fascismo, inteso come il perseguimento di obiettivi politici attraverso la violenza e la minaccia della violenza. Ci vogliono due soggetti per fare la guerra, di qualunque tipo. Ma ne basta uno per realizzare il fascismo, contro il proprio popolo e/o contro gli altri.
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 http://sbilanciamoci.gag.it/Sezioni/alter/La-reinvenzione-del-fascismo-19253

Libero scambio Usa-Ue, un accordo a perdere

L’Europa, che arriva al negoziato con gli Usa divisa, rischia di immolare sull’altare della competitività i propri servizi pubblici. Salute, scuola e acqua rischiano di finire nel tritacarne
Le stupefacenti rivelazioni sullo spionaggio statunitense nelle ambasciate, missioni diplomatiche e istituzioni europee potrebbero ritardare l’avvio del negoziato sul libero scambio Ue-Usa, approvato da parte europea al consiglio dei ministri del commercio del 13 giugno scorso. Viviane Reding, commissaria alla Giustizia, si è dichiarata a favore di un blocco del negoziato, nell’attesa di spiegazioni. “I partner non si spiano a vicenda”, ha affermato. L’eurodeputato verde Daniel Cohn-Bendit sostiene che “ci vuole prima un accordo sulla protezione dei dati dei cittadini e delle istituzioni europee, e fino a che un accordo in questo senso non sarà firmato non ci sarà accordo nel negoziato di libero scambio”. Reazioni indignate in particolare dalla Germania e dalla Francia, due tra i principali bersagli dello spionaggio della Nsa. Invece, colpisce il silenzio del presidente della Commissione, l’ultra-atlantista José Manuel Barroso, che mira ad avere un incarico internazionale alla fine del suo mandato a Bruxelles e punta alla Nato. 
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http://sbilanciamoci.gag.it/Sezioni/globi/Libero-scambio-Usa-Ue-un-accordo-a-perdere-19255

Reddito di base, il ritardo del sindacato

All'introduzione di un reddito di base dovrebbe accompagnarsi quella di un salario minimo. Pubblichiamo un testo estratto dall'ultimo libro di Andrea Fumagalli, "Lavoro male comune"
Perché le forze sindacali e non liberiste (queste ultime più propense allo smantellamento e alla privatizzazione di ogni intervento di welfare) sono perplesse e poco propense a inserire misure di reddito di base incondizionato nel proprio programma di governo. Che la proposta di un welfare fondato su un unico intervento di sostegno al reddito venga ritenuta politicamente inaccettabile dalla classe imprenditoriale non stupisce più di tanto, anche se, (….), garantire un reddito stabile aiuterebbe la crescita della produttività e della domanda di consumo (quindi, in ultima analisi, anche del profitto). Il vero problema è che una regolazione salariale basata sulla proposta di reddito di base incondizionato (magari unita a un processo di accumulazione fondato sulla libera e produttiva circolazione dei saperi) mina alla base la stessa natura del sistema capitalista, ovvero la necessità del lavoro e la ricattabilità di reddito come strumento di dominio e controllo, oltre alla violazione del principio di proprietà privata dei mezzi di produzione (ieri le macchine, oggi la conoscenza).
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http://sbilanciamoci.gag.it/Sezioni/italie/Reddito-di-base-il-ritardo-del-sindacato-19258

La torre di Babele della sinistra

Il dibattito a sinistra su reddito minimo e di cittadinanza. Una risposta critica alle argomentazioni di Marco Bascetta e Piero Bevilacqua, pubblicate sul manifesto
Da più di trent’anni il bisogno di cambiamento sociale subisce continue frustrazioni. Per quale ragione ciò accade? Credo che la risposta sia relativamente semplice: da più di trent’anni ognuno dei brandelli di quella forza che una volta costituiva la cosiddetta sinistra – che a suo tempo si indentificava con il cambiamento necessario – pretende di riuscire ad autoconfermarsi come unica vera forza alternativa, contribuendo a una moderna ripetizione della Torre di Babele. Elenchiamo i soggetti in campo. C’è chi, in continuità col vecchio Pci degli anni ’70, sostiene che solo la crescita potrebbe salvarci; chi, in vaga continuità con i movimenti dissidenti dell’epoca, afferma che a salvarci potrebbe essere non la crescita, ma il suo opposto, cioè la decrescita, magari perseguita in modo “felice”; c’è, inoltre, chi sostiene che l’unico modo di metabolizzare coerentemente i molti cambiamenti intervenuti sarebbe quello della corresponsione di un reddito di cittadinanza; altri, a loro volta, si oppongono a questa prospettiva, affermando che il reddito di cittadinanza instaurerebbe un parassitismo di massa, cosicché occorrerebbe procedere a espandere il lavoro nell’unico modo possibile, cioè con lavori concreti messi in moto dalla spesa pubblica. C’è, infine, chi avanza l’ipotesi che l’unica via d’uscita dalla crisi sia quella della redistribuzione del lavoro fra tutti a parità di salario. Ma essa, nonostante fosse stata chiaramente indicata come via maestra, prima da Marx e poi da Keynes, ha sin qui avuto un ruolo talmente marginale da non riuscire a incidere sul dibattito complessivo.
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 http://sbilanciamoci.gag.it/Sezioni/italie/La-torre-di-Babele-della-sinistra-19244

Ritorna lo spettro della deflazione

 questa è una deflazione da debito.
Per il sistema economico nel suo complesso la deflazione ha effetti soltanto negativi. Ripubblichiamo, per la sua attualità, un articolo scritto per la Rivista del manifesto nell'estate 2003
Parlare oggi di deflazione è forse prematuro, poiché non c’è ancora una diminuzione generalizzata di tutti i prezzi; tuttavia ci sono ragioni per temerla, di per sé e per le sue conseguenze. La Grande depressione di fine Ottocento, scriveva A. Marshall, era cominciata proprio con una prolungata “depressione dei prezzi, depressione degli interessi e depressione dei profitti”. Soprattutto dei profitti, naturalmente. Anche quella depressione si era accompagnata a un processo di globalizzazione e di finanziarizzazione dell’economia. È difficile dire se queste prospettive di deflazione siano sintomo o causa della depressione in atto, mentre è ragionevole sostenere che deflazione e depressione sono oggi conseguenze della globalizzazione, di questa globalizzazione.
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 http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/Ritorna-lo-spettro-della-deflazione-19170

IL CAPITALISMO NON PUO' ESSERE RIFORMATO

Mentre chiunque con un minimo di attenzione sarebbe in grado di capire che la “separazione della Chiesa di Stato” è un’eccezione piuttosto che una regola qui nella Patria dei Coraggiosi, direi che i buoni vecchi Stati Uniti d’America sono una teocrazia genuina – col mito del capitalismo ben trincerato al trono.

Persino la maggior parte degli attivisti si inginocchia, in maniera volontaria e controproducente, all’altare dei margini di profitto, proprio come la maggior parte della gente che loro deridono.



Secondo le omelie tramandate dai commissari aziendali, ci fanno credere che il capitalismo, nonostante a volte abbia bisogno di qualche modifica e revisione, è la cosa migliore che ci sia!

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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12329

BARNARD; PERCHE' LA VERITA' NON AVRA' MAI SPAZIO IN TELEVISIONE

«Voi vi siete accorti di aver un presidente del consiglio? Io no. Letta non è, è nulla, non so come dire: impalpabile, aria fritta, un ologramma pallido». Paolo Barnard guarda oltralpe: «I francesi si sono accorti che per fare pareggio di bilancio e per arrivare al 3% di deficit dovrebbero devastare tutta la loro piccola, media e grande industria nazionale, imponendole tasse impossibili». Così, il ministro francese delle finanze, Pierre Moscovici, ha avvertito Draghi, la Commissione Europea e la Germania: la Francia non rispetterà né il pareggio di bilancio né il contenimento del deficit entro il 3% del Pil.
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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12330

domenica 15 settembre 2013

Tra i tanti numeri che illuminano il disastro, uno risplende su tutti. Circa il 70 per cento dell'economia americana (ma non solo quella) si basa sugli acquisti della classe media. Sono i nostri soldi a far girare il mondo. Spesi per comprare casa, cibo, vestiti e il resto. Se quel fiume si prosciuga, si ferma tutto. Il concetto, apparentemente elusivo nelle situation room della troika europea, non sfugge invece a Robert Reich. Il docente di politiche pubbliche all'università di Berkeley, ex ministro del lavoro di Clinton e public servant già ai tempi di Ford, lo declina in ogni modo in Inequality for All. Il documentario, che ha già vinto il premio speciale della giuria al Sundance, potrebbe fare per la diseguaglianza economica ciò che Una verità scomoda ha fatto per il riscaldamento climatico. Ovvero accendere la consapevolezza dell'opinione pubblica. Non ancora una soluzione, però un inizio.

Tra i tanti numeri che illuminano il disastro, uno risplende su tutti. Circa il 70 per cento dell'economia americana (ma non solo quella) si basa sugli acquisti della classe media. Sono i nostri soldi a far girare il mondo. Spesi per comprare casa, cibo, vestiti e il resto. Se quel fiume si prosciuga, si ferma tutto. Il concetto, apparentemente elusivo nelle situation room della troika europea, non sfugge invece a Robert Reich. Il docente di politiche pubbliche all'università di Berkeley, ex ministro del lavoro di Clinton e public servant già ai tempi di Ford, lo declina in ogni modo in Inequality for All. Il documentario, che ha già vinto il premio speciale della giuria al Sundance, potrebbe fare per la diseguaglianza economica ciò che Una verità scomoda ha fatto per il riscaldamento climatico. Ovvero accendere la consapevolezza dell'opinione pubblica. Non ancora una soluzione, però un inizio. 
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 http://www.cadoinpiedi.it/2013/06/17/solo_la_classe_media_puo_salvare_leconomia.html

Solo la classe media può salvare l'economia

ECCO CHI VUOLE LA “SVENDITA” DELL’ ITALIA

Le privatizzazioni non sono sempre un male, ma quelle compiute in Italia negli anni Novanta vengono ricordate con il termine meno lusinghiero di “svendite”. Oggi, per far fronte a un crescente debito pubblico, il governo non esclude di mettere sul mercato le società - tra cui dei veri e propri “gioielli” - che ancora lo Stato possiede o controlla, come Enel, Eni e Finmeccanica. Al Workshop Ambrosetti di Cernobbio si è tornati a parlare del tema con la possibile presentazione di un piano di privatizzazioni entro fine mese e la conferma del presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, dell’apertura di un dossier relativo ad Ansaldo. Corriamo il rischio di svendere dei pezzi pregiati della nostra industria, magari strategica? Abbiamo fatto il punto della situazione con Alberto Bagnai, Professore di Politica economica all’Università di Pescara.
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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12327

NOI, VOI, LORO. E LA NECESSARIA RIVOLUZIONE (PARTE PRIMA)

Sono stato assente da queste pagine un po’ di tempo: no, non sono andato alle Maldive od a Mauritius e me ne dispiace un po’, anche perché non avevo i soldi per andarci...e quindi va bene così. Si fa per dire.
Ho fatto due bagni in quel di Noli, un po’ di lavoro sulla barca – Dio! Mi sembra la fabbrica del Duomo! – ed ho dormito. Tanto.
In più – perché sono anch’io uno sfigato della riforma Fornero – ho scritto qualche articolo per un blog d’insegnanti che speravano d’andare in pensione, ed è questa esperienza che dobbiamo analizzare, sulla quale è necessario riflettere.

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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12324

LETTA DIDENDE LA SOVRANITA’ DELL’ITALIA

siete veramente squallidi.
No non ho bevuto, mi sono limitato a leggere La Stampa. Ma tutti i quotidiani nazionali riportano le ultime dichiarazioni di Letta, che ultimamente si fanno via via più divertenti. Dunque, il fatto è il parlamento italiano (cioè i nostri rappresentanti, cioè tutti noi) non può sfiduciare il governo del Nipote di Suo Zio, perché altrimenti pagheremmo tutti l'IMU. E qui siamo nell'ambito degli squallidi ricattini politici. Nulla di così nefasto, abbiamo visto di peggio.
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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12326

SVELATO IL PIANO PER PORTARE L’ITALIA FUORI DALL’EURO ?

Comincio a pensare che la Bce non sia una banca centrale, ma la vera sede del governo italiano, visto le sempre maggiori conferme che giungono in tal senso. L’ultima, a dir poco inquietante, è contenuta nel nuovo libro dell’ex membro del consiglio esecutivo dell’Eurotower, Lorenzo Bini Smaghi, “Morire di austerity”. Ovvero, nell’ottobre-novembre 2011 Silvio Berlusconi stava seriamente ponendo in essere un piano per far uscire l’Italia dall’euro, ragione che portò al suo immediato allontanamento da Palazzo Chigi per volontà dei “gendarmi” dell’eurozona.
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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12319

E' ancora possibile la sostenibilità?

“È ancora possibile la sostenibilità ?” è questo il titolo del rapporto “State of the World 2013” del prestigioso Worldwatch Institute (pubblicato da Edizioni Ambiente) la cui edizione italiana sarà presentata il prossimo 20 settembre a Padova dal WWF Italia, nell’ambito della XV assemblea del Coordinamento delle Agende 21 Locali Italiane, presente uno dei senior researcher dell’Istituto, Michael Renner.

Il rapporto “State of the World” rappresenta un volume fortemente consolidato nel panorama della letteratura internazionale sui temi interdisciplinari della sostenibilità (ambiente, sviluppo, società, ecologia, economia, tecnologia, ecc.) che viene pubblicato dal notissimo think tank di Washington, dal 1984, grazie alla straordinaria intuizione di Lester Brown e del quale curo l’edizione italiana dal 1988 (pubblicata da Edizioni Ambiente).

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http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46191

Che cos’è l’ambiente

Si usa chiamare “ambiente” un complesso di:
-         venti-trenta milioni di specie di esseri senzienti,
-         innumerevoli ecosistemi che si possono considerare pure esseri senzienti,
-         sostanze in continuo scambio e movimento,
-         relazioni fra tutti gli elementi interni al complesso. 
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Mica siamo pinguini, noi!

Trovati 62 pinguini sulla spiaggia di Buzios (Brasile). Morti. Sembra che abbiano nuotato per 3000 Km e poi siano andati a morire su una spiaggia del Brasile. Si spera nelle autopsie: si spera, cioè, che siano eseguiti gli esami del caso per accertare la causa di quella morte di massa. E’ indispensabile capire perché e come i pinguini sono morti. Indispensabile per loro e, soprattutto, per noi. Questi animali sono dei marker ecologici e, se la loro morte è dovuta a fattori ambientali, è imperativo che quei fattori noi li conosciamo. Loro sono fatti per vivere in ambienti incontaminati. Anche noi, naturalmente. Invece molto spesso questo è sempre meno vero. Per la sopravvivenza di tutti gli abitanti di questo pianeta non possiamo non sapere se ci sono dei pericoli che ci minacciano e quali.
Sono però sicura che la notizia, così com’è apparsa, svanirà nel disinteresse generale. Lo fu per quella del 12 luglio 2012 in cui s’informava il pubblico che a Tramandai e Cidrera (Rio Grande do Sul, due spiagge diverse del Brasile) 500 pinguini erano stati trovati morti. L’unica conclusione cui arrivò qualche scienziato tra i pochissimi che s’interessarono del caso è che non vi era presenza di petrolio nel loro corpo. Le indagini si erano poi subito fermate, e per un motivo molto semplice: chi paga le ricerche su pinguini morti? Nessuno, naturalmente. Allora il mistero rimane irrisolto.
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 http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46194

giovedì 12 settembre 2013

TENTATIVO DI DISCUSSIONE SULL’ANNICHILIMENTO COLLETTIVO



Poco più di cento anni fa, a causa della tassa sul macinato, il generale Bava Beccaris fu costretto a prendere a cannonate la popolazione milanese in rivolta.
Oggi, si abbuonano somme enormi ai gestori del gioco d'azzardo, tra i quali si annidano partiti e loro clientele, il che equivale a scaricarle sulle spalle dei cittadini. Oppure, nello stesso tempo, in seguito alle dichiarazioni di una delle più potenti centrali finanziarie globali, che trova troppo limitanti le Costituzioni promulgate dopo l'ultima guerra mondiale, ci si accinge ossequiosamente a manomettere quella italiana. Si vuole iniziare proprio dall'articolo che indica le modalità di intervento e modifica su di essa, ma senza rispettarne l'enunciato, poiché lo si ritiene troppo farraginoso e non in linea con le necessità attuali. 

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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12316

Bulimia interiore

Nel corso degli ultimi cinquanta o sessanta anni, il tenore di vita della nostra nazione, come gran parte dell’Occidente, è passato da forme di miseria a forme opposte di abbondanza. La mia generazione in questo può ritenersi fortunata, perché quando ascolta i racconti di zii o nonni che narrano la fame patita, non può comprenderla fino in fondo. Mentre chi la racconta sembra quasi riviverla – e forse così è – per chi ascolta è possibile solo immaginare cosa la miseria e la povertà quotidiana abbia potuto significare per intere generazioni.
Nel dopoguerra e con il grande Boom economico e l’avvio di una forte industrializzazione anche nel nostro Paese, le cose sono cambiate. All’inizio forse in meglio ma non avendo freni inibitori e trascinati dai tempi, anche le generazioni successive a quelle della guerra sono state travolte nel nuovo idolo del consumismo sfrenato e scriteriato. Complice anche l’abbaglio – in Italia – di una chiesa cattolica che ha sposato in segreto l’idolo che dagli altari ha finto di combattere. Del resto l’inganno del consumismo è questo: non minaccia ma accarezza il ventre.
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 http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46173

Obama fallisce perché

A quanto pare l'intervento militare in Siria non ci sarà, almeno per ora. Ed è un bene: prevale la ragione. Ma la vicenda resta inquietante. Chi segue questo blog sa cosa pensi di Obama: sin dall'inizio, addirittura già durante campagna elettorale del 2008 - espressi, in quasi assoluta solitudine, il mio scetticismo sulla statura politica di un presidente che veniva salutato come il Messia di un Mondo Migliore e più Giusto. Oggi non posso che ribadire il mio giudizio: non è uno statista, non è il Salvatore. 

Quel che è emerso in queste settimane, però, rivela un disagio e, verosimilmente, un'inettitudine, che non riguarda solo Obama ma l'élite che lo attornia e che di fatto governa l'America. Fino a pochi anni fa, la Corte dei consiglieri era composta da personalità, con cui si poteva o meno essere d'accordo, ma che erano indubbiamente dotate di un'intelligenza, di una preparazione, di una raffinatezza intellettuale superiori alla media. Molto ciniche all'occorrenza, ma in grado di di contrastare e alla fine sconfiggere l'Unione sovietica e, soprattutto, i cervelli piû raffinati del Kgb. La rilettura della storia senza il filtro della propaganda è molto interessante e, sovente, sconvolgente nei suoi retroscena, ma il responso inequivocabile: quell'élite era capace.

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 http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46162

mercoledì 11 settembre 2013

Tra reddito e lavoro, il terzo settore

Una risposta realistica alla contrapposizione tra reddito e lavoro può consistere nell’incentivare le imprese che perseguono comportamenti socialmente responsabili
L’ampio dibattito in corso su reddito di cittadinanza e reddito minimo garantito – il primo inteso come programma universalistico e incondizionato, che prevede l’accesso da parte di tutti ai frutti delle risorse comuni, il secondo visto come programma selettivo, che implica la concessione di un sussidio in favore di chi si trova al di sotto di una determinata soglia di povertà – ha visto emergere la contrapposizione tra chi, nella lotta alla disuguaglianza e alla disoccupazione, punta a sostenere i redditi e chi punta a sostenere il lavoro. 
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 http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/Tra-reddito-e-lavoro-il-terzo-settore-19169

La fine dell'età dell'abbondanza

Il sistema capitalista si basa sulla disposizione psicologica all’insaziabilità. Secondo Robert e Edward Skidelsky se può uscire solo riscoprendo l’idea antica di “eudaimonia”
Siamo abituati ad ascoltare molte critiche alla crescita e allo sviluppo economico (come bene in sé, come “fine senza fine”) che provengono da considerazioni d’ordine scientifico circa l’insostenibilità degli impatti ambientali sugli ecosistemi naturali (il riscaldamento globale antropogenico, la perdita di biodiversità e via dicendo), oppure d’ordine politico-morale circa le insopportabili ingiustizie nella distribuzione dei benefici sociali ricavati dal sistema produttivo globalizzato. Non che queste non siano considerazioni drammaticamente vere, ma secondo Robert e Edward Skidelsky, (Quanto è abbastanza. Di quanto denaro abbiamo davvero bisogno per essere felici? (meno di quello che pensi), Mondadori, 2013, pp305, Euro17,50) si tratta di argomenti deboli, che non colgono il nocciolo del problema: l’essere il nostro un sistema economico e sociale “privo di senso” [p.15] e un “progresso senza scopo” [p.62]. Inoltre gli argomenti che potremmo definire di tipo eco-socialista non riescono a “presentare una visione della vita buona come qualche cosa da perseguire non per senso di colpa o per paura di un castigo, ma con felicità e speranza” [p.167]. Serve quindi recuperare una “visione dello scopo della ricchezza” [p.287] a partire da una idea di “vita buona” (attingendo senza vergogna anche dal pensiero preillumistico e premoderno) ben diversa da quella su cui si fonda il capitalismo che fa dipendere la stessa “felicità” dalla accumulazione e dal possesso di denaro da giocare sulla sfera dei consumi.
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 http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/La-fine-dell-eta-dell-abbondanza-19167

L’ECONOMIA SI STA RIPRENDENDO O STA AFFONDANDO ? I GAS LI HA BUTTATI ASSAD OPPURE NO ? E CASALEGGIO E’ VERO CHE A CERNOBBIO HA CACCIATO I GIORNALISTI E FOTOGRAFI ?

Parliamo di ciò che è accaduto a Gianroberto Casaleggio due giorni fa.
L'imprenditore è andato a Cernobbio, presumo tutto contento perchè ci teneva a rappresentare un'idea diversa, da quella consueta, dell'italianità manageriale, spiegare che è possibile fornirne una interpretazione nuova e distinta. E' andata a finire che, a noi, è arrivata soprattutto la notizia della sua pretesa di parlare a porte chiuse senza la presenza di giornalisti nè di fotografi, non solo. Ci è stato comunicato che, nonostante il suo aplomb, ha manifestato un'ardente irritazione di fronte ai tweet che stava ricevendo. Nessuno, evidentemente, ha badato al Senso della sua argomentazione. Ci è stato solo offerto il film della sua aristocratica indignazione. E' stata messa in pratica la lezioncina macluhaniana, proprio le nozioni di base, della serie "il mezzo è il messaggio", ovvero: qualunque cosa venga detta è irrilevante perchè vale solo e soltanto il mio modo di diffonderla. Ciò che conta è la piattaforma della diffusione, non il valore di ciò che si sta diffondendo. 

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 http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12310

Svolta Usa: Cambiamo la definizione di cancro

Le parole sono importanti, decidono della nostra vita. Ed è per questo che un gruppo di medici americani chiede una rivoluzione semantica nella lotta al tumore: basta pronunciare cancro per definire qualsiasi anomalia, ci sono altri modi scientifici per indicare la stessa patologia e vanno usati quelli. Il rapporto del National Cancer Institute ha come obbiettivo ridurre l' impatto emotivo sui pazienti: «Cambiare il linguaggio è fondamentale per dare alla gente la fiducia necessaria per affrontare le loro malattie senza esagerare con le cure», spiega al New York Times Laura Esserman, una delle autrici del rapporto e direttrice del Breast Center all' università di California a San Francisco, che aggiunge: «Quando uno sente pronunciare la parola cancro pensa subito alla morte ed è disposto a fare qualsiasi cosa pur di salvarsi.
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 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/07/30/svolta-usa-cambiamo-la-definizione-di-cancro.html?ref=search

martedì 10 settembre 2013

Ritornare all’agricoltura contadina, intervista a Massimo Angelini

“Se vuoi cercare le verdure, la frutta e i grani di una volta […], lascia da parte internet, dimentica il telefono, non ti curare di cosa se ne dice o se ne legge. Se li vuoi cercare, bisogna che ti muovi a piedi, paese per paese, cascina per cascina; e non ti scoraggiare quando ti dicono che sono scomparsi: qualche volta sono solo 'invisibili' allo sguardo e alla memoria. Ci vuole pazienza, gusto per l’ascolto e rispetto perché chi è anziano, se ancora li conserva, accetti di mostrarteli o di mostrarne la semenza”. 
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 http://www.ilcambiamento.it/recensioni/ritornare_agricoltura_contadina_intervista_massimo_angelini.html

“Gli esseri umani tornino a essere il fine”. Intervista a Maurizio Pallante

Ho incontrato Maurizio Pallante a Fosdinovo durante una delle sue conferenze di divulgazione della Decrescita Felice. Instancabile, preciso, chiaro. Abbiamo fatto due chiacchiere e deciso di costruire quest’intervista insieme; cercando di non partire, come al solito, dall’inizio ma di approfondire alcune tematiche care a tutti e due.
Maurizio, ci sono segnali e si alzano voci, da varie parti, che dicono che l’attuale sistema economico ed energetico sia vicino a un punto di rottura, tu cosa ne pensi?
Preferisco riportare alcuni dati:
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 http://www.ilcambiamento.it/decrescita_felice/esseri_umani_fine_economia_mezzo_intervista_maurizio_pallante.html