STUPIDA RAZZA

domenica 30 dicembre 2018

Riforma BCC – Cronaca di una morte annunciata



Il contenuto di questo lavoro si esprime in 12 “tesi” sintetiche sulla Riforma del Credito Cooperativo più una metafora.
Se il lettore lo vorrà, potrà approfondire le 12 tesi nel PDF scaricabile nel blog dell’autore, dove i ragionamenti vengono sviluppati, corredandoli, ovunque possibile, con dati e ricerche svolte sui diversi temi da fonti autorevoli ed indipendenti. Il lavoro è stato concluso il 2 dicembre 2018. Dopo tale data, nuovi sviluppi sono avvenuti, molte BCC hanno continuato la loro corsa (forse) inconsapevole verso il loro destino ratificando in assemblee bulgare l’adesione incondizionata al progetto, mentre il governo cerca come può di mettere una pezza a tanta sconsideratezza, ad esempio modificando gli obblighi contabili stabiliti da Banca d’Italia che le avrebbero obbligate a oltre due miliardi di perdite sulla valutazione dei titoli di stato in portafoglio. Ma la fine, sic rebus stantibus, resta nota. A meno che…
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Il problema dell’Italia non è il debito ma gli interessi



Lo scopo di questo articolo è confrontare il tanto rumore per nulla delle manovre economiche attuali, con quelle del passato, quando il governo italiano consentiva all’economia di funzionare davvero, grazie al fatto che teneva basse le tasse e faceva investimenti pubblici.
La manovra finanziaria attuale lascia perplessi dal punto di vista economico perché alla fine il risultato da quel punto di vista è praticamente irrilevante. Vale a dire non è costruita pensando alla crescita del Paese. L’economia italiana negli ultimi dieci anni ha perso il 9% del Pil, con la recessione del 2008/9 e poi quella del 2012, una perdita che ha recuperato solo in una piccola parte. E la nuova manovra, nella sua ultima formulazione, non indica un concreto cambio di direzione. Insomma, doveva essere una manovra espansiva e invece così non è.
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Lo Spread fa bene alle banche



Nel 2011 ci fu la famosa “Crisi dello Spread” che portò alla sostituzione del governo Berlusconi che si dimise con quello di Mario Monti. Lo Spread era salito a 500 punti cioè il rendimento dei Btp era salito fino al 7% (contro un rendimento dei Bund tedeschi intorno al 2%). Bene, dopo l’arrivo di Monti la BCE prestò 400 miliardi alle banche a tasso zero perchè comprassero BTP (operazione “LTRO”) e poi BCE più Bankitalia comprò altri 360 mid di BTP (operazione “QE”). Ovviamente con questa massa enorme di 800 miliardi di acquisti i prezzi dei BTP schizzarono in su del 30% e oltre. Le banche italiane che avevano comprato sui loro 400 miliardi e rotti di acquisti alcune guadagnaronodecine di miliardi. Lo Spread alla fine fu una bonanza con cui fecero i loro bilanci dal 2013 al 2017. La cifra esatta dei guadagni non è stata calcolata e non è indicata nei bilanci bancari e non è facile farlo dall’esterno perchè si comprarono titoli di scadenze diverse in momenti diversi e dal 2017 le banche ridussero di quasi 100 miliardi gli acquisti. Si può ipotizzare che su una media di acquisti di 400 miliardi complessivamente, un guadagno del 10% medio sono 40 miliardi che spalmati su quattro anni sono 10 miliardi di euro di profitti all’anno per l’insieme delle banche. A questo poi va aggiunto che le banche comprarono titoli nel momento in cui pagavano interessi più alti, dal 3 al 7% (“lo spread” appunto significa tassi puiù alti) a seconda delle scadenze. Non è esagerato dire che i bilanci bancari dal 2013 sono stati fatti grazie allo Spread.
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Gli scienziati avvertono le Nazioni Unite dell’imminente fallimento del capitalismo



Un discostamento dai combustibili fossili, favorito dal cambiamento climatico,significa che per l’economia mondiale ci sarà in sostanza necessità di mutamento
Il capitalismo come lo conosciamo è finito. Così suggerisce una nuova relazione commissionata da un gruppo di scienziati, nominati dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. Il motivo principale? Stiamo passando rapidamente a un’economia globale radicalmente diversa, a causa del nostro sfruttamento sempre più insostenibile delle risorse ambientali del pianeta.
Il cambiamento climatico e le estinzioni di specie stanno accelerando,proprio mentre le società stanno subendo disuguaglianze crescentidisoccupazionecrescita economica lentaaumento dei livelli del debito e governi impotenti. Contrariamente al modo in cui i politici di solito pensano in merito a questi problemi, il nuovo rapporto afferma che queste non sono affatto crisi distinte.
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venerdì 28 dicembre 2018

Vivere positivo

comedonchisciotte controinformazione alternativa cambiamento

Cosa significa vivere positivo?
Vivere in modo positivo significa non comportarsi stupidamente.
Cioè il contrario di ciò che fanno gli esseri umani, che troppo spesso si comportano stupidamente..
Tutti, me compreso.
La nostra stupidità è talmente diffusa all’interno delle nostre azioni quotidiane, che non ce ne rendiamo neanche conto, ed agiamo automaticamente seguendo questo istinto primordiale e deleterio.
Gli esempi possono essere infiniti.
Immaginiamo di scrivere un libro che ha questo titolo:
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giovedì 27 dicembre 2018

Il re è nudo, ma tutti guardano da un’altra parte



Non mi piace alimentare la forma prima di intrattenimento dell’Italia, ovvero la politica-spettacolo di talk show, informazione paludata e maligna e girandola di commenti social che farebbero impallidire gli avventori di un vecchio Bar dello Sport.
Eppure stavolta qualcosa voglio dirla. Voglio dire qualcosa perché per la prima volta vedo con chiarezza un disegno dietro le vicende politiche degli ultimi mesi rappresentate dai media, il disegno ben orchestrato di neutralizzare il progetto di cambiamento della forza politica che alle ultime elezioni ha pressoché doppiato la percentuale di consensi dei suoi diretti avversari (32.7 contro rispettivamente 18.7 e17.4).
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La Guerra



Non passa un mese, a volte neanche una settimana, senza che un media evochi i rischi di guerra. Ricavando le lezioni da secoli di storia, e in particolare per la Francia da annate come il 1870, il 1914 -18 o il 1939-1945, i nostri insostituibili mezzi di comunicazione possono presentare il nemico: la Russia. La Russia, il più grande paese del pianeta, probabilmente uno dei più ricchi di materie prime, chiaramente abitato da una popolazione insufficiente, che essendosi ritirata dall’Europa dell’Est dopo avervi combattuto e vinto il fascismo, adesso sognerebbe di invadere tutta l’Europa per distrarsi un po’; la Russia, potenza militare di primo piano e che per secoli non è mai stata vinta in casa sua.
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Il futuro dell’energia è luminoso – prima parte




Esistono numerosi punti di disaccordo sul tema dell’energia, con differenze di opinioni sostanziali e ben motivate fra gli addetti ai lavori. Le persone tendono ad essere accecate da queste [disparità di opinioni], perché questo argomento è allo stesso tempo viscerale (lo si sa molto bene quando fa troppo freddo o troppo caldo, e si è al buio), politico (lo si sa molto bene quando le bollette riducono in miseria) e tecnico (non è necessario conoscere la differenza fra un chilowatt e un chilowattora, o che un terawatt è un milione di megawatt). Ma è molto importante non essere accecati da queste divergenze, perché se in questa discussione si finisce dalla parte del torto, l’impossibilità di accedere a fonti di energia a prezzi accessibili è garanzia sicura di una seria compromissione del proprio stile di vita.
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Brexit: prima fase del collasso energetico a lenta combustione in Europa



Il fiasco della Brexit e le rivolte francesi stanno accelerando i sintomi della crisi del sistema Terra in Europa
Pubblicato da INSURGE INTELLIGENCE, un progetto di giornalismo investigativo finanziato dal crowdfunding per le persone e il pianeta. Per favore sosteneteci per continuare a indagare dove gli altri temono di mettere piede.
Tutti parlano della Brexit. Alcuni dei disordini francesi. Ma nessuno sta parlando del perché stanno accadendo e quale sia il loro vero significato. Si potrebbe pensare che lo si stia facendo, ma di solito non si coglie il nocciolo della questione.
Il 6 maggio 2010, il Partito conservatore ha preso le redini del potere per la prima volta dal 1992, sostenuto dall’aiuto dei liberal democratici. Qualche ora prima del risultato delle elezioni avevo messo in guardia, in un post sul blog, che qualsiasi governo fosse stato eletto, sarebbe stato il primo passo in un cambiamento drastico verso l’estrema destra, che probabilmente avrebbe investito il mondo occidentale da lì a 10 anni.
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Gilets Jaunes – La fine della distopia



I Francesi sono i migliori.  Gli uomini non ingrassano. Le donne non dormono da sole. I bambini sono educati. Hanno la migliore architettura, il miglior stile di vita, il miglior pane, il miglior vino, il miglior olio d’oliva, la migliore cucina, alcuni dei migliori romanzi, film, pittura, poesia, profumo e donne. Inoltre eccellono nelle rivoluzioni. Ogni loro rivoluzione è come una pesca, perfetta, rotonda e succosa. Aprono una nuova epoca per l’umanità.
Il solo pensiero di una rivoluzione francese mi fa sentire giovane, perché mi ricordo di quella precedente, nel maggio del 1968, ed era stata una bellezza, la rivoluzione del Proibito Proibire. Ci aveva introdotti nel fugace paradiso del permissibile. Che ci crediate o no, potevamo flirtare liberamente con il sesso opposto, potevamo fumare nei pub e nei caffè, potevamo bere e guidare. Potevamo affittare una stanza con due soldi e girare l’Europa con 5 dollari al giorno. I lavoratori non venivano licenziati, di posti di lavoro ce n’era in abbondanza, non c’erano i contratti ad un anno, il parcheggio era gratuito e la benzina era a buon prezzo. Oh, si e tutto andava per il meglio.
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UE e sovranità monetaria secondo Mario Draghi

comedonchisciotte controinformazione alternativa draghi e sovranità

Nel corso del discorso tenuto sabato 15 dicembre 2018 a Pisa, in occasione del conferimento della Laurea honoris causa in Economia da parte della Scuola Superiore Sant’Anna, Mario Draghi ha finalmente ammesso che qualcosa deve essere cambiato nel funzionamento dell’Unione Europea ed ha anche espressamente parlato della sovranità monetaria.
Questo atteggiamento più “critico” è probabilmente dovuto al tentativo di arginare i movimenti sovranisti e populisti, che hanno dato origine nel Regno Unito alla Brexit, in Italia al Governo M5S e Lega e in Francia alle manifestazioni di piazza dei gilets gialli. Movimenti che pur nelle loro diversità, manifestano un malcontento molto evidente nei confronti delle politiche economiche neoliberiste degli ultimi anni.
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Diritti o Doveri ?



In quelle che una volta erano due delle linee guida politiche principali (e che oggi sono state gettate nel tritatutto dell’unica ideologia disponibile) si potevano chiaramente distinguere tra prevalenza di diritti (sinistra) o prevalenza di doveri (destra). La modernità e la conseguente democrazia si fonda sul connubio di questi due valori che socialmente hanno avuto il significato di dare un senso ai cittadini, impegnati nello svolgere le proprie mansioni ma anche consapevoli di potere cambiare in proprio favore gli equilibri. Poi c’è stata un’inversione di tendenza. In Italia possiamo fare coincidere quel punto con l’assassinio di Moro e chi in realtà stava dietro alle quinte di quel delitto.
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Donald Trump è un buon Presidente (Prospettiva di uno straniero in USA)



In tutta sincerità, gli americani mi piacciono molto. Ho incontrato molte lovely people negli Stati Uniti e  posso rendermi conto della vergogna che molti americani (e non solo gli “intellettuali di New York”) sentano per avere come loro capo un pagliaccio terrificante.
Tuttavia, devo chiedere — e so che questo non sarà facile per gli americani —  di considerare per un momento, le cose da un punto di vista non americano. Non intendo “da un punto di vista francese”, che sarebbe chiedere troppo, ma, diciamo,  “dal punto di vista del resto del mondo”.
Nelle numerose occasioni in cui mi hanno chiesto un parere sull’elezione di Donald Trump, ho risposto che non me ne frega un cxxxo. La Francia non è il Wyoming o l’Arkansas. La Francia è un paese indipendente, più o meno, e tornerà ad esserlo di nuovo del tutto quando l’Unione europea si sarà sciolta (prima è,  meglio sarà).
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L’implosione di Macron – Si diffonderà ad altri membri dell’UE?



Il Movimento dei Gilet Gialli – fine settimana 8 e 9 dicembre – Round 4. Alcuni dicono che sono i peggiori scontri in Francia dopo la mini-rivoluzione studentesca del maggio 1968. Negli [ultimi] quattro fine settimana, centinaia di migliaia [di manifestanti] erano nelle strade, persone della classe media, dagli studenti ai lavoratori, ai duri e puri dipendenti e casalinghe. Le forze di polizia aumentano ad ogni nuovo Round – e così anche i dimostranti. Oggi – più di 8.000 poliziotti è un aumento considerevole rispetto ai più di 5000 dello scorso fine settimana. Hanno manifestato decine di migliaia di Gilet Gialli; la polizia ha riferito oltre 1.600 arresti.
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L’Economia della Germania sarà il Problema dell’Europa




Se la gente non vive bene, non pensa a cose come l’integrazione
L’imminente conclusione del mandato finale della cancelliera tedesca Angela Merkel rappresenta una grande sfida per il suo paese e per l’intero progetto europeo. Se il suo successore non riuscirà a far risollevare l’economia tedesca dallo scivolone che la sta portando verso un livello più basso, l’Unione europea potrebbe perdere il suo maggior alleato finanziario.
Da quando la Merkel ha annunciato che non correrà per un altro mandato nel 2021, l’attenzione si è concentrata sulle capacità del suo successore e se sarà o meno propenso a partecipare alla condivisione del rischio che servirà per mantenere in vita l’euro – ovvero a portare l’Europa verso una unione bancaria più completa e a dare un maggior sostegno fiscale ai paesi membri in difficoltà. Friedrich Merz, uno dei leader che contenderanno per il ruolo della Merkel, ha lasciato intendere che lui potrebbe tentare, benché resti scettico sulle  “old French ideas”,   di finanziare una integrazione più profonda.
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Si Salvini chi può…

Salvini con la maglietta basta euro

Diceva un saggio indiano che gli imbecilli hanno un unico grande merito: quello di farci sentire più intelligenti.
Ahimè, è una consolazione davvero misera, come quella di un vecchio signore che mangiava la merda col cucchiaino.
Oggi, dopo aver seguito le inconcludenti e scontate vicissitudini del governo giallo-verde, e assistito alle ultime uscite del “capitano” Salvini, riassaporo con un certo amarognolo piacere, il diluvio di insulti che accompagnarono la disamina che avevo proposto conSovranismo all’italiana.
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lunedì 10 dicembre 2018

Cretini 2 (i cretini non finiscono mai)



La tragedia di Corinaldo, con i ragazzini morti da una parte e lo sproporzionato numero di biglietti venduti rispetto alla capienza del locale dall’altra, mi ha fatto tornare in mente un simile rischio vissuto da co-protagonista.
Era il 1° giugno della torrida estate del 2003, e quel giorno si apriva al pubblico per la stagione estiva la piscina, e l’annesso parco, dove all’epoca lavoravo.
Responsabile di segreteria, che si stesse mettendo male l’avevo intuito fin dall’apertura del cancello d’ingresso: alle 9.40 (l’impianto apriva alle 10) trovai già ad attendermi una dozzina di persone piuttosto scalmanate (per via del caldo e un’errata idea degli orari di apertura, concedo…).

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Il rappresentante che non voleva decrescere



Leggo la sintesi mediatica di un affascinante rapporto Censis, che fotografa un’Italia che riconosco perfettamente.
Sintetizzo: è un paese in decrescita:
Il miracolo italiano è diventato un incubo. Non c’è più la speranza di migliorare, di crescere, e questo ha rotto il patto con la politica. Il 96% delle persone con un basso titolo di studio e l’89% di quelle a basso reddito sono convinte che resteranno nella loro condizione attuale, ritenendo irrealistico poter diventare benestanti nel corso della propria vita, rileva il Censis.”
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“I Gilet gialli? La vendetta dei capri espiatori! ” Intervista con Alain De Benoist



Da una decina di giorni, in Francia si vive all’ombra dei gilet gialli, e ci sono già parecchi commenti. Un fuoco di paglia o qualcosa di serio? Una nuova fronda? Una nuova jacquerie? Lei cosa ne pensa?
Proprio cinque anni fa, giorno più giorno meno, il 23 novembre 2013, lei mi chiese cosa ne pensavo del movimento dei cappucci rossi. Allora io le feci notare che “tutte le proteste o le rivolte di una certa portata a cui stiamo assistendo oggi nascono ai margini o fuori da partiti e sindacati, che evidentemente non sono più capaci di incarnare o di rappresentare le aspirazioni del popolo”. La mia conclusione fu questa: “Una parola d’ordine: cappucci rossi ovunque! ” Bene, ora ci siamo: i gilet gialli sono quei cappucci rossi ovunque. Dopo anni e anni di umiliazione, di impoverimento, di esclusione sociale e culturale, succede semplicemente che il popolo della Francia si riprende la parola e passa all’azione con rabbia e determinazione (ci sono stati già due morti e 800 feriti, più che nel maggio 68!) sono segnali che la dicono lunga.
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L’Italia, l‘UE e la caduta dell’Impero Romano



La leadership europea sta cercando di contenere una crisi che sta emergendo a velocità sempre più alta: questa sfida è rappresentata dal crescente numero degli stati ribelli (Gran Bretagna, Polonia, Ungheria e Italia) e dei gruppi storico-culturali indipendentisti (Catalogna), tutti ormai sinceramente contrari al concetto di convergenza obbligatoria verso un ‘ordine’ globale amministrato dall’UE e alla sua ‘disciplina’ di austerità monetaria. [Questi stati e questi gruppi] rigettano anche la pretesa dell’UE di far parte, in qualche modo, di un ordine di civiltà moralmente superiore.
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Oggi non c’è più destra e sinistra: solo le persone sono contro l’élite. I “giubbotti gialli” stanno creando una nuova storia politica, una nuova ideologia.



Le proteste in Francia, simboleggiate dai giubbotti gialli, coprono una parte sempre più grande della società. Gli esperti politici hanno già definito questo movimento una “nuova rivoluzione”. La escalation del movimento dei “gilet gialli” è già così grave che è assolutamente necessario analizzare in modo dettagliato questo fenomeno.
Abbiamo a che fare con una vivida manifestazione del populismo europeo moderno. Il significato del populismo, come fenomeno che emerge dalla struttura politica nelle società formatesi  sulla scia della Grande Rivoluzione Francese e basato sul confronto tra destra e sinistra, sta cambiando radicalmente.
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Gaffe mai vista, quel bulletto di Salvini fa più danni di Renzi e Berlusconi



L’invadenza di Matteo Salvini in ogni campo, fuori dalle sue funzioni di ministro degli Interni, non solo è intollerabile ma sta diventando pericolosa e dare giusto fiato a chi teme che sottobanco l’Italia si trasformi in una dittatura dove al posto di Benito Mussolini, che almeno uno spessore politico ce l’aveva, c’è questo bulletto da quattro soldi, più insidioso di Renzi e persino di Berlusconi.
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Zerbini e scrivani



Un certo Boccia a nome del “mondo industriale italiano” – che come ormai tutti sappiamo non esiste quasi più – ha indirizzato al governo, con forme e toni ultimativi, una richiesta a “risolvere la crisi”.
Vogliono altri denari oltre alla montagna di aiuti già avuta negli anni e a quelli ottenuti vendendo le proprie aziende a imprese straniere o andando a produrre in paesi schiavisti dove impiegano bambini di dodici anni a un dollaro al giorno.
L’avidità non ha limiti e anche la sfacciataggine progredisce incontrastata.
Nessuno che abbia messo a posto questo signore.
In un paese col senso della realtà , i lobbisti sussurrano all’orecchio dei governi, non sbraitano come comari.
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I mostri del nostro tempo



Mentre le IENE (Italia1/Mediaset/Berlusconi) hanno sbattuto il mostro in prima pagina, cioè quello di Pomigliano D’Arco, il papà del vice ministro Luigi Di Maio, a Parigi, le lunghe proteste dei “Gilets Jaunes” sembra che abbiano abbattuto il vero mostro, delfino dei Rothschild, Emmanuel Macron, e attratto l’attenzione del premier, Edouard Philippe, che ha promesso alcune concessioni: sei mesi di sospensione dell’aumento delle tasse sui carburanti, e nessun aumento delle tariffe di gas ed elettricità per tutto l’inverno.
Per la saga dei mostri sul versante italiano, forse ci siamo persi la puntata delle IENE sul riciclaggio dei soldi mafiosi della Banca del papà di Silvio Berlusconi.
La Banca Rasini di Milano infatti, di proprietà negli anni ’70 di Carlo Rasini, fu indicata addirittura  da Sindona e nominata in molti documenti ufficiali della magistratura, come la principale banca utilizzata dalla mafia per il riciclo del denaro sporco nel nord Italia (Elio Veltri e Marco Travaglio, L’odore dei soldi).
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La Francia è profondamente spaccata. I Gilet Gialli sono solo un sintomo



Dagli anni ’80 in poi è risultato chiaro che c’era un prezzo che le società occidentali avrebbero dovuto pagare per adattarsi a un nuovo modello economico e che tale prezzo consisteva nel sacrificio della classe lavoratrice. Nessuno ha pensato che la ricaduta avrebbe colpito anche il grosso della classe medio-bassa. Ora è ovvio, comunque, che il nuovo modello non ha indebolito solo le fasce proletarie ma la società nel suo insieme.
Il paradosso è che questo non è il risultato del fallimento del modello economico globalizzato ma del suo successo. Nelle ultime decadi l’economia francese, come quella dell’Europa e degli Stati Uniti, ha continuato a creare ricchezza. Così siamo mediamente più ricchi. Il problema è che contemporaneamente sono aumentate anche la disoccupazione, l’insicurezza e la povertà. La questione centrale, dunque, non è se un’economia globalizzata sia efficiente ma cosa fare quando questo modello non riesce a creare e sviluppare una società coerente.
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L’Europa ha ragione: non è finita la pacchia



Una sera, discorrevo con un sindaco: un bravo sindaco, uno che fa pagare l’acqua (pubblica, del Comune) ai suoi abitanti una ventina di euro l’anno, che fa pagare poco la spazzatura…insomma, un bravo sindaco. Della Lega.
Ciò che mi disse, mi meravigliò. Parlando di bilanci, mi confessò che lo Stato aveva tagliato non ricordo più quante decine di migliaia di euro per il suo Comune (come per gli altri) e di come fosse arduo mantenere le promesse fatte agli elettori. Poi, sbottò in una frase che mi colpì: “Però, se non si ruba, ci sono i soldi per fare tutto”.
Già…si ruba…però ci sono leggi precise, ci sono la Magistratura, i Carabinieri, La Finanza, la Polizia…come si fa a rubare? Molto semplice.
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sabato 1 dicembre 2018

I ROTHSCHILD: La Famiglia che governa il Mondo


Il mondo sull’orlo del baratro, ecco i nuovi indizi

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Jerome Powell non ha cambiato idea sul rialzo dei tassi perché blandito – garbato eufemismo – dalle minacce social e mediatiche della Casa Bianca o perché si è finalmente reso conto di aver compiuto “un errore da matricola”, come lo ha impietosamente bollato Société Générale nel suo report di mercoledì sera. Si tratta di una strategia di mera sopravvivenza per Wall Street e, di converso, per il mondo intero. Quantomeno, di quella parte di mondo che non si oppone agli interessi e ai desiderata degli Usa, ruolo benchmark del dollaro in testa. Guardate questi grafici, i quali da soli spiegano perfettamente la dinamica in atto.
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https://www.ilsussidiario.net/news/economia-e-finanza/2018/12/1/spy-finanza-il-mondo-sullorlo-del-baratro-ecco-i-nuovi-indizi/1816538/

Un esercito europeo agli ordini degli Stati Uniti incentiverebbe solo l’imperialismo e la corruzione militare



L’idea di creare un esercito comunitario per le nazioni dell’UE è stata riproposta numerose volte, negli ultimi dieci anni, da molti sostenitori dell’elite globalista. L’ultimo esempio ci arriva dal Presidente francese Macron che, durante le commemorazioni per la fine della Prima Guerra Mondiale, ha sfruttato l’occasione per rivitalizzare un’idea che rappresenta più una fantasia che una possibilità reale.
Prima le buone notizie. Richard Shirreff, un ufficiale di carriera in pensione dell’esercito inglese aveva dichiarato che: “Penso che dovremmo andarci piano con i pettegolezzi riguardo ad un esercito europeo. Un esercito è una forza militare legale che dipende dall’autorità di un governo sovrano. Se si accetta questa definizione, il concetto stesso di un esercito europeo è impossibile, fino a che non ci sarà un governo europeo dotato di pieni poteri, che ovviamente non esiste. E penso che questa sia una meta ancora lontana.”
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Aiutiamo l’Africa andandocene via



“Il debito è la nuova forma di colonialismo. I vecchi colonizzatori si sono trasformati in tecnici dell’aiuto umanitario, ma sarebbe meglio chiamarli tecnici dell’assassinio. Sono stati loro a proporci i canali di finanziamento, i finanziatori, dicendoci che erano le cose giuste da fare per far decollare lo sviluppo del nostro Paese, la crescita del nostro popolo e il suo benessere…Hanno fatto in modo che l’Africa, il suo sviluppo e la sua crescita obbediscano a delle norme, a degli interessi che le sono totalmente estranee. Hanno fatto in modo che ciascuno di noi sia, oggi e domani, uno schiavo finanziario”.
Questo discorso fu tenuto nel 1987 da Thomas Sankara all’’assemblea dei Paesi non allineati’, OUA. Fu assassinato due mesi dopo.
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