STUPIDA RAZZA

giovedì 31 gennaio 2019

Il mosaico che unisce Brexit, gilet gialli e Italia

Theresa May

Proviamo a fermarci e mettere le cose in prospettiva. Se la faccenda non fosse chiara, fra meno di due mesi la Gran Bretagna dovrebbe dire ufficialmente addio all’Ue. Non un annuncio, un addio. Ovvero, dalla mattina seguente a quella del 29 marzo, tutto dovrebbe essere cambiato. A livello commerciale, doganale, di rapporti bilaterali fra governi, diplomatici, di circolazione di uomini e merci.
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I soldi persi dallo Stato con il passaggio dalla lira all’euro




Capire il meccanismo dell’euro non è facile, soprattutto per noi italiani, che siamo stati abituati ad avere le banche pubbliche. Se il sistema finanziario, assicurativo e bancario è di proprietà pubblica, i guadagni che questi sistemi realizzano rifluiscono nelle entrate dello Stato e contribuiscono a mantenere alto il livello dei servizi pubblici.
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CROLLA LO SPREAD… VIVA LO SPREAD!

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Pareggio di bilancio



Partiamo da un paio di considerazioni: l’erogazione dell’indennità di disoccupazione da parte dell’INPS dal 2015 al 2017 è raddoppiata. Il che significa che l’opera di deindustrializzazione da parte del finanzcapitalismo sta portando copiosi frutti. La libera circolazione di merci (oggetti e uomini come oggetti) e capitali porta conflitto tra lavoratori ed al previsto impoverimento senza alcun intervento da parte dello Stato nel difendere i cittadini. Il pareggio di bilancio in questo contesto non ha storia: mai si è verificato che lo Stato per rientrare dai costi di scelte sbagliate si rifacesse nei confronti dei responsabili, siano essi imprenditori con scellerate scelte piuttosto che organismi della UE che permettono la delocalizzazione delle risorse nazionali.
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mercoledì 30 gennaio 2019

Perchè il Venezuela deve essere distrutto?



La scorsa settimana Trump, il suo Vicepresidente Mike Pence, il Direttore del Dipartimento di Stato Americano Mike Pompeo e John Bolton, Consigliere per la Sicurezza Nazionale, più un gruppo di paesi centroamericani, in pratica colonie statunitensi senza politiche estere proprie, hanno annunciato all’unisono che il Venezuela ha un nuovo presidente: una non-entità virtuale di nome Juan Guaidó, che non si era mai neanche candidato alla carica, ma che era stato in qualche modo addestrato negli Stati Uniti per questo tipo di lavoro. Guaidó era apparso in una manifestazione a Caracas, affiancato da una piccola claque di ben remunerati leccapiedi. Dopo essersi auto-nominato presidente del Venezuela era sembrato molto spaventato e aveva subito iniziato ad assolvere i suoi doveri presidenziali andando immediatamente a nascondersi.
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Il Bacio di Giuda: Il pensiero complesso di Ingrid Levavasseur



Io, che sono uno intellettualmente incuriosito dal modo in cui il potere riesce ad sopraffare la parola del popolo, devo dire che, in questi giorni, sono stato servito proprio bene! St tratta dall’abile uso delle tecniche popolicide tanto note da tanto tempo: indottrinamento massiccio fin dai primissimi anni della scuola, proclamazione della cultura dominante come slogan  di propaganda, mobilitazione permanente dei mass media al servizio del potere, sovvenzioni pubbliche ai Catechisti di Stato, elezioni ideologicamente truccate, criminalizzazione dell’avversario, disprezzo del voto del popolo se non risponde a quello che deve essere.
Per sopraffare il movimento dei gilet-gialli, abbiamo visto di tutto e senza vergogna: il potere non sfuggito di mano. Il sottile pensiero di Giove ha bisogno della mano brutale della soldatesca per dimostrare che la sua natura è divina e non solo sottile. Il Presidente della Repubblica crede che il pensiero di Emmanuel Macron – troppo complesso per essere compreso – entrerà prima nel cervello della gente, con l’aiuto di qualche pallottola. Tutto è messo agli ordini della ragione di Giove, il potere  che rompe  denti e ossa rotte, che fa uscire gli occhi fuori dalle orbite, che frantuma mascelle,  strattona, crea invalidi e disabili, il potere che procura fratture e ferite. Poi arriverà un giorno che si dovrà valutare che ruolo avrà giocato la rigidità presidenziale nella morte, fino ad oggi, di undici persone che non sono certo state uccise dai gilet gialli …  Questa risposta armata ci mostra la parte che gioca il leone, quella di cui parla Machiavelli quando racconta che insieme alla volpe, i due si dividono la torta della politica. Macron questo non lo ignora e la stampa ci ha foderato le orecchie con un lavoro che avrebbe fatto invidia anche all’autore del “Principe”.

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La profezia di Macron sul futuro venezuelano dell’Italia

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Sì alla democrazia, no alla rivoluzione! No, non è uno slogan intonato in queste ore nelle vie di Caracas. È il refrain che ha risuonato domenica per quelle di Parigi, nel corso della manifestazione dei foulard rossi, antagonisti dei gilet gialli in nome dell’ordine e del dialogo non violento, in quella che ormai pare una patetica contrapposizione cromatica fra guardaroba. Siamo ridotti così, signori miei. Le rivoluzioni nascono su Internet, si sviluppano attorno a canoni meramente estetici e muoiono come mode, quasi fossero risvoltini dei pantaloni o spalline nelle giacche.
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Il popolo coglione



Il popolo è fatto di coglioni. Il suo ruolo da sempre è di essere un coglione. E’ allevato ed educato per essere un coglione.
In migliaia di anni quello è sempre stato il suo ruolo.
E’ un coglione anche perché non può essere altro.
– La cultura e l’informazione che ha sono completamente fasulle, ma non se ne rende conto, perché è un coglione e la cultura e gli strumenti che ha sono appositamente fatti perché non lo capisca. La cultura e l’informazione che gli hanno servito quelli che si occupano di allevare coglioni è appunto studiata a quello scopo, a farne un coglione.

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I Gesuiti, la Massoneria e l'Opus Dei - Gianfranco Carpeoro


Chi sono i gesuiti - cosa accade intorno a noi, Gesù ci ha parlato dei lupi con vesti di agnello.

https://www.youtube.com/watch?v=xY_9kr0-vBU

martedì 29 gennaio 2019

Papa Bergoglio non dirà MAI la Verità


Rothschild, Illuminati, Gesuiti, Vaticano La verità sul Signoraggio

https://www.youtube.com/watch?v=ELjLzyy4Dxs

I ROTHSCHILD: La Famiglia che governa il Mondo

https://www.youtube.com/watch?v=egZSFUk5DiI

Bilderberg e Mes: Il servizio che "Le Iene" non hanno voluto fare.


Daniele Sica La tremenda realtà, supera di gran lunga la


“Ecco perché gli Usa appoggiano ancora Salvini e Di Maio”

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La politica è in fibrillazione continua. Dopo il no dell’Olanda, l’Italia intende portare il caso Sea Watch alla Corte europea dei diritti dell’uomo per far valere la giurisdizione olandese e creare un corridoio umanitario. Nel frattempo nella maggioranza si prendono le misure all’ultimo caso Salvini, cioè l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno. Ma anche Draghi si fa sentire: il presidente della Bce parla di sovranità e dice (a Salvini e Di Maio) che chi ha un alto debito pubblico, la perde. C’è un ordine nel disordine? Sì, perché le questioni si tengono tutte, spiega il giornalista americano Andrew Spannaus, che nel 2016 predisse, con ampio anticipo in un suo libro, la vittoria di Trump.
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Vincenzo Visco e quel “sinistro” mea culpa di chi ha preferito la finanza ai lavoratori

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“Abbiamo sostituito la centralità del lavoro e l’equa distribuzione del reddito con la sovranità dei consumatori e soprattutto delle imprese e dei mercati. Servirebbero riforme sostanziali per ricostruire un contratto sociale condivisibile da tutti e ristabilire un equilibrio accettabile fra capitalismo e democrazia”. Un mantra di molti, anzi quasi tutti, di questi tempi: sia che venga pronunciato in attacco, da qualche picconatore populista, sia in difesa, da qualche élite sotto assedio dopo la resistibile affermazione della globalizzazione.
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DEUTSCHE BANK: CAT ASTROFE!

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DA MONROE, A PAPA GIOVANNI XXIII, A KENNEDY, FINO A OBAMA. E ALLORA SI CAPISCE (il disastroso) MADURO



Che l’America Latina debba essere proprietà privata degli Stati Uniti fu deciso nel 1823 dal presidente americano James Monroe, che nella sua celebre “dottrina” già aveva definito le terre che vanno dal Messico alla Patagonia come proprietà naturale degli USA, cioè terre che per una ‘naturale legge di gravità politica’ sarebbero prima o poi cadute nel “giardino di casa” di Washington (citaz. Chomsky). L’unico ostacolo, prevedeva Monroe, erano gli inglesi, le cui flotte erano a quel tempo troppo potenti per permettere la conquista Yankee, ma che prima o poi si sarebbero ritirate, predisse il presidente. E infatti è accaduto.
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La Banca d’Inghilterra ha rifiutato di consegnare l’oro venezuelano



La Banca d’Inghilterra ha rifiutato di consegnare l’oro venezuelano depositato presso i suoi conti al presidente del Venezuela Nicholas Maduro.
Questa vicenda lascia intravedere uno dei buchi neri nelle modalità con cui siamo soliti leggere (e narrare) la storia occidentale degli ultimi 150 anni (almeno).
Siamo abituati a leggere la storia in termini di ideologie e guerre, diplomatici ed eserciti, condottieri e partiti, e anche in termini economici, come carestie, crisi, progressi, ma del ruolo cruciale avuto dalla finanza come arma internazionale non si discute praticamente mai.
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lunedì 28 gennaio 2019

Vivere nella globalizzazione 4.0



 Dopo la seconda guerra mondiale, la comunità internazionale si unì per costruire un futuro condiviso. Un futuro insieme, globale.
Ma che qualcosa non ha funzionato, appare chiaro.
Dopo la crisi finanziaria globale, una parte sostanziale della società è diventata disillusa e amareggiata, non solo con la politica e i politici, ma anche con la globalizzazione e l’intero sistema economico che c’è alla base.
In un’era di insicurezza e frustrazione diffusa, globalizzazione è diventato sinonimo di status quo. Ma ci sono due concetti distinti: globalizzazione e globalismo.
La globalizzazione è un fenomeno guidato dalla tecnologia e dal movimento di idee, persone e merci. Il globalismo è un’ideologia che dà la priorità all’ordine globale neoliberale rispetto agli interessi nazionali. Nessuno può negare che stiamo vivendo in un mondo globalizzato. Ma se tutte le nostre politiche dovrebbero essere “globaliste” è davvero molto discutibile.
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Il lavoro che cambia: chi paga?



Lavoro! Lavoro! Lavoro! E’ questo che chiedono a gran voce le persone. Un lavoro che deve “essere dato”, che va elargito come se fosse qualcosa che si produce, si crea, si coltiva. Ma chi può “dare” questo lavoro? Eppoi, che tipo di lavoro?
Si parla tanto di quanto oggi il lavoro sia diventato causa di stress, di malattia e di depressione. Perfino di morte. Eppure, chi non ce l’ha, lo vuole. Non chiede un sussidio di disoccupazione o un reddito di base. No: vuole “il lavoro”.
Recentemente è stato pubblicato un libro di David Graeber, Bullshit Jobs, Le professioni senza senso che rendono ricco e infelice chi le svolge. Davvero illuminante perché toglie quel velo di ipocrisia che copre gli altisonanti proclami che mettono su un piedistallo il “lavoro”.
Eppure il grido di dolore non si placa. Tutti lo vogliono questo “lavoro”. E, soprattutto, qualcuno glielo deve dare. Ma, alla fine, chi deve “produrre” questo “lavoro”? Lo Stato e la pubblica amministrazione? Le aziende private?
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Se volete comprendere il fenomeno dei gilet gialli, uscite da Parigi



Mentre alcuni manifestanti stanno creando disordini nella capitale, altri stanno ridando vita ad angoli dimenticati della Francia rurale
Quando ho lasciato Parigi quattro anni fa per stabilirmi nella bella valle della Drôme, nel sud-est della Francia, sono andata in un villaggio non lontano dalla città di Valence. Volevo essere vicina ad una stazione ferroviaria ad alta velocità, ma in un luogo abbastanza remoto da poter finalmente godermi l’aria fresca e l’ambiente rurale. A quel tempo, non mi aspettavo di trasferirmi da un mondo ad un altro. Avevo calcolato di fare viaggi regolari nella capitale. Parigi è però gradualmente diventata un concetto confuso e distante. Quando vado a visitare gli amici, sembra una città sospesa, come intrappolata in una bolla, che nasconde con cura le sacche di povertà e mostra invece con orgoglio i propri trofei culturali e templi di consumo.
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Tutto ciò che i media dicono sul Venezuela sono menzogne o pregiudizi



I media mainstream statunitensi stanno improvvisamente scoprendo il Venezuela. Senza nessuna conoscenza effettiva della nazione, tutte le peggiori infamie pensate dai giornalisti vengono immediatamente scagliate contro il governo del  paese. Da questi media non aspettatevi fatti. E’ quasi tutta propaganda da parte di organi di informazione che stanno preparando una guerra.
In questo articolo della NPR (National Public Radio), ad esempio, “Amid Chaos Venezuelans Struggle To Find The Truth, Online” [In mezzo al caos i Venezuelani lottano per trovare la verità, su Internet], la prima riga è già una oltraggiosa bugia.
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KING DOLLAR… FOREVER!

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DRAGHI: NESSUNA RECESSIONE ALL’ORIZZONTE!

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DAVOS: ONDATA DI TERRORE!

Cartone animato del giorno: Upside Down - 01.23.2019 ottimista toro sul fumetto testa

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AQUISGRANA: LA FINE DI QUESTA EUROPA!

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http://icebergfinanza.finanza.com/2019/01/23/aquisgrana-la-fine-di-questa-europa/Il tempo è davvero tiranno, faccio fatica a trovare il tempo per trattare come si deve alcuni argomenti che mi stanno a cuore, serve un po di pazienza, prima o poi arriviamo ovunque.
Nel frattempo la notizia del giorno è il clamoroso suicidio politico a qualche mese dalle elezioni europee di Angela Merkel e Manu Macron, il simbolo dell’egoismo europeo, la testimonianza della nuova tentazione di egemonia franco.tedesca, una sorta di revival della repubblica di Vichy, lo Stato che governò la parte meridionale della Francia dopo l’invasione dei tedeschi, dipendente in tutto e per tutto dai nazisti…

La vittoria di Trump dietro il compromesso sullo shutdown

Donald Trump

Lo shutdown è finito, andate in pace. Lo so, può apparire blasfemo l’utilizzo di una formula simile come attacco di un articolo di economia. Ma non lo è. Perché ormai, signori, siamo all’interno di una liturgia laica consolidata e – questa sì – sacrilega, con una sua iconografia e una sua precisa idolatria: la menzogna. La narrativa ufficiale, infatti, vuole che la serrata federale più lunga della storia degli Stati Uniti moderni – 35 giorni – sia terminata dopo che l’assenza di controllori di volo ha costretto le autorità preposte a cancellazioni di massa all’aeroporto La Guardia di New York: di fronte a quel caos, Donald Trump avrebbe abbozzato e sarebbe sceso a compromessi con i Democratici a tempo di record. Tre settimane di tempo per trovare una soluzione alla vexata quaestio del muro con il Messico, durante le quali però le attività governative torneranno in funzione a pieno. Ivi compresi gli 800mila lavoratori colpiti dallo shutdown e dal blocco dei salari che esso ha comportato, con le scene che abbiamo visto ai tg di dignitosi cittadini e dipendenti pubblici in coda per ottenere dei pasti gratis, come fossero dei senzatetto.
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IL SERVIZIO FIRMATO DA ALESSANDRO GIULI SUL SIGNORAGGIO

http://www.dagospia.com/video/dagovideo-1/1/povera-patria-il-servizio-firmato-da-alessandro-giuli-sul-signoraggio-1780.htm

L’euro e la spiegazione dell’impoverimento di Sud e Nord Italia

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Nell’ultimo ventennio del secolo scorso è stato avviato un processo di modifiche istituzionali (separazione Tesoro dalla Banca d’Italia, privatizzazione del sistema bancario e finanziario, svendita delle società di interesse nazionale già statalizzate come energia e comunicazioni eccetera), la cui motivazione verosimilmente sottaceva la volontà di sovvertire l’ordine costituito, consentendo di fatto il trasferimento della ricchezza da alcuni Stati ad altri. In particolare, venivano riproposte, in chiave moderna, analoghe azioni compiute in Italia dopo l’unificazione della penisola.
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https://www.ilsussidiario.net/news/economia-e-finanza/2019/1/28/spillo-leuro-e-la-spiegazione-dellimpoverimento-di-sud-e-nord-italia/1838873/

A Davos il brasiliano Bolsonaro canta una canzone di umana follia



No Xi, no Putin, no Modi. No Trump, no Macron, no May. La Merkel difficilmente potrebbe essere considerata un best seller. Non essendoci nessuna concorrenza, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, l’ex paracadutista felicemente ribattezzato dai media occidentali  “il Trump dei tropici,” al World Economic Forum (WEF) di Davos non poteva assolutamente essere scavalcato da nessuno nel ruolo di nuovo salvatore del capitalismo globale.
L‘Uomo di Davos (e, in misura molto più ridotta, la Donna) era abbastanza incuriosito per il primo giro di valzer di questo debuttante nella sala da ballo della geoeconomia. Dopotutto, aveva continuato a promettere privatizzazioni a gogo, tagli alle tasse, la definitiva sconfitta dei “comunisti” e una svendita senza precedenti di succulenti beni brasiliani. Sembrava anche meglio di una caipirinha, il cocktail nazionale, sotto il sole.
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domenica 27 gennaio 2019

I nemici in casa della ripresa europea



Dopo Banca d’Italia e Fondo monetario internazionale, anche l’Ocse ha annunciato che taglierà a marzo le stime di crescita del Pil italiano, mentre Pierre Moscovici ha dichiarato che tra qualche settimana la Commissione Ue rivedrà le sue previsioni sul nostro Paese e sulla Ue.
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Un passo indietro, per capire il domani



Le scelleratezze di questo nostro tempo sono infinite e bugiarde: lo si avverte a pelle, leggendo le notizie sulle agenzie, e quasi si riesce ad indovinare la scontata risposta di questo e di quello, come in un girone infernale che ha preso a battere il tempo di un rap duro, prepotente, assetato di violenza e di sangue.
Vicino alle nostre frontiere si siglano accordi che sanno di vecchio: Assi, Triplici, Duplici, Patti, Intese, Accordi, Entante, Agreemont…lo sfilacciato linguaggio della vecchia Europa…perché, la disperazione di un’Europa che ha “provato” con l’Euro ad intessere un’unione che non esisteva, oggi cerca di fermarla nel tempo con gli accordi militari. E’ già stato fatto qualcosa di simile, almeno nei modi e nei termini, basta voltarsi un attimo indietro.
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Giornata della memoria



Il maresciallo Rodolfo Graziani massacra la Libia, occupata e seviziata dal 1911, e uccide seicentomila libici, tra civili e partigiani della resistenza, un terzo della popolazione, brucia centinaia di villaggi, bombarda centri abitati e carovane, avvelena i pozzi, impicca centinaia di libici, tra cui l’ottantenne leader della Resistenza, Omar al Mukhtar.
Gli Stati Uniti, dal 1945 ad oggi, iniziando con l’invasione della Corea e poi del Vietnam e poi proseguendo con la storica media di una guerra d’aggressione all’anno, con colpi di Stato, guerre civili innescate ad arte, sanzioni genocide, uccidono 50 milioni di persone nel mondo. Nel solo Vietnam sono uccisi 3 milioni di civili, mentre gli effetti del napalm e dell’agente Orange continuano a far nascere e morire decine di migliaia di bambini deformi.
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sabato 26 gennaio 2019

La forbice della disuguaglianza è sempre più ampia


Pubblicato il nuovo Rapporto Oxfam sulle disuguaglianze. Nel 2018 le fortune dei super-ricchi sono aumentate del 12%, al ritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre 3,8 miliardi di persone, la metà più povera del pianeta, hanno visto decrescere quel che avevano dell’11%.

di Eleonora Cerniglia, da sbilanciamoci.info

Bene pubblico o ricchezza privata è il titolo del nuovo, prezioso, Rapporto di Oxfam sulle disuguaglianze economiche diffuso ieri, alla vigilia del tradizionale appuntamento annuale del World Economic Forum di Davos.
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I mercati vogliono la fine politica di M5s

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La faccia di Mario Draghi nel corso della conferenza stampa post-board di giovedì scorso diceva tutto: parlava più delle parole, misurate, che il suo ruolo lo ha costretto a centellinare. Ma quel suo parlare di “rallentamento”, “Brexit”, “protezionismo” e “rischi al ribasso” questa volta non è stato rituale come è apparso per mesi e mesi, riunione dopo riunione.
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Cosa c’è in ballo in Venezuela col golpe Gaidó



BARILOCHE – È perfino comprensibile che in pochi si straccino le vesti per le sorti del governo di Nicolás Maduro per molti motivi. Ma nella nomina di un antipapa ghibellino da parte di Trump e Bolsonaro, nella persona del carneade Juan Gaidó, ci sono almeno altrettanti motivi del perché sia necessario riflettere su un passaggio cruciale della storia latinoamericana del XXI secolo.
È senz’altro vero che da tempo le cose in Venezuela vadano male. Il governo Maduro – al di là delle proprie colpe e debolezze non si possono mai scontare del tutto le responsabilità di chi è al governo – non sembra avere le chiavi per uscire da una crisi che è magnificata dall’iperinflazione, di gran lunga il maggior fattore di destabilizzazione e di peggioramento delle condizioni di vita della popolazione. È anche vero che negli ultimi anni, usciti dall’auge di consenso e anche economica dei migliori anni del chavismo, il successore dell’odiato negraccio dell’Orinoco, abbia operato una serie di forzature istituzionali (che definire colpi di Stato è però strumentale, della contesa AN/Costituente dirò poi). In particolare, eludendo il referendum revocatorio previsto dalla Costituzione del 1998, e che a suo tempo aveva troncato ogni discussione sulla legittimità di Chávez con un trionfo storico, ha minato quell’ineccepibilità democratica del chavismo stesso, che aveva tenuto a bada i più malintenzionati dei detrattori.
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venerdì 25 gennaio 2019

La terza guerra mondiale a pezzi degli Usa

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Non c’è voluto molto prima che la mia previsione di inizio anno trovasse fondamento concreto nella cronaca: gli Usa, utilizzando la cortina fumogena di crisi commerciale con la Cina e shutdown federale, mostrano in realtà di essere in grande forma destabilizzatrice. Roba da post-11 settembre, per capirci. Non so come andrà a finire in Venezuela, ma di una cosa sono certo: era tutto preparato, in primis il riconoscimento del “secondo presidente”, avvenuto a tempo di record (ovviamente con primo firmatario simbolico Washington) e senza un fiato dagli organismi internazionali, Onu in testa. Questo ancorché la mossa coordinata dal nuovo motore immobile dell’amministrazione Usa, il potentissimo consigliere per la Sicurezza, John Bolton, abbia reso ancora più ampio e pericoloso il vulnus creatosi fra Casa Bianca e Pentagono, già sostanziato a fine anno dal polemico addio del generale Mattis.
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Che facciamo adesso ?



Il Presidente del Consiglio è stato ripreso mentre in modo confidenziale riferiva alla Merkel le difficoltà di consenso che il M5s sta attraversando rivolgendosi con il “loro” alla forza politica cui, gli ricordo, appartiene.
Conte ha parlato di sondaggi effettuati dai 5s quindi riservati: sono certo che la tedesca questo non lo avrebbe mai fatto. Questo denota scarsa professionalità e soprattutto sottomissione.
Io ho sempre pensato che finché non si ha una carica, finché si è elettori o attivisti si possa e si debba fare “gioco di squadra” fino al limite invalicabile dei propri valori; in altre parole se una forza politica cambia linea su qualcosa, sentito come vitale da un militante, questi deve andarsene, combattere e portare violente critiche contro il suo ex Movimento anche in ragione del fatto che ha speso energie, tempo e…fiducia per essere canalizzato verso gli interessi dei ceti dominanti finanziari.
Attenzione però! Se si ha una carica no! Sarebbe un tradimento verso chi ti ha premiato col voto (ivi compreso chi ti ha dato il simbolo) ed in tale situazione chi è eletto ha un ruolo, una altissima responsabilità e deve “lavare i panni sporchi in casa propria”.
Non mi stupiscono quindi i De Falco, i Fioramonti, i Tridico (io ho memoria) che se ne sono usciti sulle pagine dei giornaloni con dichiarazioni imbarazzanti perché non sono mai stati attivisti, nemmeno Conte.

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https://comedonchisciotte.org/che-facciamo-adesso/

Venezuela : la Fame o le Obbligazioni da Fame?



Mentre sempre un maggior numero di leader mondiali sta riconoscendo come legittimo presidente del  Venezuela,  il leader dell’opposizione Juan Guaido, i “bond da fame” di un Venezuela  fallito stanno raggiungendo il  livello più basso nell’ultimo anno da quando il brutale regime socialista di Nicolas Maduro – che ha appena prestato giuramento per un secondo mandato di sei anni – sta vacillando sull’orlo di un baratro definivo.
Giovedì scorso le obbligazioni del Venezuela in scadenza nel 2022 si sono fermate nella loro corsa al ribasso dopo il peggior crollo di tre giorni consecutivi dallo scorso ottobre, ma la loro galoppata  è stata a dir poco sbalorditiva, anche se molti investitori del LatAm restano cauti per il momento.
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giovedì 24 gennaio 2019

Un disastro in arrivo mentre l’Europa nasconde la testa sotto la sabbia



Povero Jair Bolsonaro, pensava di essere furbo. Di aver fatto il proverbiale tredici al Totocalcio. Pensava di poterla fare franca, di essere arrivato dov’è arrivato (e come ci è arrivato, ma questa è un’altra storia e sarà la Storia, quella con esse maiuscola, a dare il suo giudizio) senza dover pagare dazio. Non subito, almeno. Addirittura, ha voluto fare il brillante con l’operazione Cesare Battisti, tanto per rendere palese e consolidare l’asse transatlantico con quello che vede – o, forse, gli è stato indicato – come referente sovranista/populista in Europa per il suo Paese, il ministro Matteo Salvini.
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Washington sta preparando un golpe di destra in Venezuela



Il riconoscimento statunitense di Juan Guaidó come autoproclamato e non eletto “presidente ad interim” del Venezuela segna l’inizio di un colpo di stato di destra preparato da Washington.
Guaidó aveva prestato giuramento mercoledi scorso nel corso di una manifestazione di massa anti-governativa a Caracas. Praticamente in contemporanea, Donald Trump aveva twittato: “I cittadini del Venezuela hanno sofferto troppo a lungo a causa dell’illegittimo regime di Maduro. Oggi ho riconosciuto ufficialmente il presidente dell’Assemblea Nazionale Venezuelana, Juan Guaidò, come presidente ad interim del Venezuela.”
Questo tentativo di cambio di regime via Twitter è stato sostenuto da numerosi governi di destra dell’America Latina, tra cui quello del fascista ed ex-ufficiale dell’esercito Jair Bolsonaro, il Presidente del Brasile, insediatosi all’inizio dell’anno. Anche il Canada si è rapidamente allineato al complotto di Washington, mentre il governo Macron in Francia avrebbe iniziato a lanciare segnali all’interno dell’Unione Europea per sostenere la causa del burattino di Washington.
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Legittima difesa (Nona azione dei Gilet jaunes)



“Se tutti aggrediscono tutti, la società si disintegra.”
Macron, Lettera ai Francesi
Nona azione dei Gilet jaunes. Viene voglia di vomitare ascoltando i commenti dei giornalisti o dei filosofi come Ferryi o BHL ( Bernard Henri Levy) (5) che vogliono assolutamente associare la violenza ai Gilet jaunes mentre sono loro con i loro discorsi ai quali bisogna associare quelli del potere e di Macron, che fanno di tutto per crearla.
Mi riferisco per esempio al banchetto dell’epifania del quale Macron ha approfittato per schiaffeggiare di nuovo i Gilet jaunes. chiunque poteva ben capire il messaggio presidenziale quando ha detto: “Le difficoltà che attraversa la nostra società sono spesso anche collegate al fatto che che troppi nostri concittadini pensano che si possa ottenere senza lo sforzo di contribuire. Capita che troppo spesso si sia dimenticato che a fianco dei diritti di ciascuno dentro la Repubblica – e la nostra Repubblica non ha niente da invidiare a molte altre – vi sono dei doveri. E che non ci sia questo sentimento di sforzo, il fatto che ogni cittadino porti il suo mattone all’edificio con il suo impegnarsi nel lavoro.”
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mercoledì 23 gennaio 2019

Gli Illuminati e la Nobiltà Nera



Come dice la parola stessa gli Illuminati sono i portatori di luce, quelli che sanno, ma la loro luce è, apparentemente, Lucifero o Satana. Appartengono a tredici delle più ricche famiglie del mondo e sono i personaggi che veramente comandano il mondo da dietro le quinte. Vengono anche definiti la Nobiltà Nera, i Decision Makers, chi fa le regole da seguire per Presidenti e Governi. La loro caratteristica è quella di essere nascosti agli occhi del pubblico. Il loro albero genealogico va indietro migliaia di anni e sono molto attenti a mantenere il loro legame di sangue di generazione in generazione senza interromperla.
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http://incazzatodentro.blogspot.com/2014/07/le-13-famiglie-che-comandano-il-mondo.html

Lannutti, i Rothschild e i Protocolli di Sion


GHEDDAFI: DITTATORI CHE NON LO ERANO


Dalla Nobiltà Nera alla City di Londra



Con Nobiltà Nera s’intendono le famiglie delle oligarchie di Venezia e Genova che avevano dei diritti di commercio molto privilegiati nel XII secolo.
Grazie alla prima delle tre Crociate dal 1063 a 1123, si instaurò formalmente la Nobiltà Nera che rafforzò il potere della ricchissima classe dirigente. Per essere precisi, l’aristocrazia (della Nobiltà Nera) prese il comando assoluto su Venezia nel 1171 quando la nomina del doge fu trasferita a quello che fu conosciuto come il Gran Consiglio.Questo Consiglio, comprendendo i membri dell’aristocrazia commerciale, fu per loro l’assoluto trionfo. Da allora infatti la meravigliosa città sul mare restò saldamente nelle loro mani.La loro influenza però si estese ben aldilà dei confini di spazio e di tempo, arrivando fino ai giorni nostri.

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https://disinformazione.it/2018/07/21/dalla-nobilta-nera-alla-city-di-londra/

BIS: la Banca Centrale della Sinarchia…

DISINFORMAZIONE.IT

La Banca per i Regolamenti Internazionali (BIS) è la cupola del capitalismo e vertice di quella cricca finanziaria che sta tenendo in scacco il mondo intero.
Dopo aver indotto la Prima Guerra Mondiale infatti i veri Poteri Forti, cioè i banchieri internazionali volevano creare un sistema globale di controllo finanziario concentrato in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ciascun paese oltre all’intera economia planetaria.
Questo Sistema doveva essere controllato con criteri feudali dalle banche centrali del mondo che agivano di concerto grazie ad accordi segreti, ai quali pervenivano nel corso di frequenti incontri e conferenze private.
Il vertice del Sistema era la BISBank for International Settlements di Basilea in Svizzera: una banca privata di proprietà e sotto il controllo di banche centrali mondiali, esse stesse società private di capitali.

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https://disinformazione.it/2019/01/20/bis-la-banca-centrale-dei-banchieri-mondiali/