Due importanti giornalisti della sinistra tradizionale, Aude Lancelin e Serge Halimi (autore di I nuovi cani da guardia: giornalisti e potere) hanno ben riassunto quest’elezione ancor prima che avesse luogo. Non era difficile.
Nel suo editoriale su Monde diplomatique, Serge Halimi esprime il proprio disgusto nei confronti di «un nuovo voto utile». «Il candidato globalista» (ha fatto il 50% in America del nord, compatrioti espatriati, complimenti!) vincerà contro la nazista di turno, Marine Le Pen. Nelle grandi occasioni e indecisioni possiamo contare su questa dinastia insurrezionale per arginare la pressione mondiale e locale. E ancora onore alla tattica di Philippot.
Aude Lancelin in un testo toccante ha parlato di «putsch democratico». Si tratta piuttosto di un putsch plutocratico, e spiega fino a che punto i padroni della stampa e del CAC40 [indice borsistico ndt] abbiano imposto il puledro di Hollande (complimenti, presidente, ci è riuscito) e Drahi-Bergé-Niel alla popolazione stordita. Come diceva Céline con la vasellina e la pazienza l’elefante riesce a fottersi la formica.
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