Era pieno anche allora di guardie, militari, poliziotti, che eseguivano ordini ingiusti e criminali perché non si facevano domande e ci credevano, per non avere problemi sul “lavoro”, per ignavia.
Era pieno anche allora di esperti, ideologi, professori, filosofi e pensatori che insegnavano ad obbedire, giustificavano, sostenevano e spiegavano le motivazioni, e volevano fare “i primi della classe”.
C’erano artisti , che producevano, consenzienti, spettacoli per sostenere il regime.
C’erano medici che facevano esperimenti sulle persone, per la scienza, per non perdere il posto di lavoro, perché ci credevano, per codardia.
E soprattutto c’era una massa di persone, il popolo rimbecillito dalla propaganda, che diceva: “Chi sono io per farmi domande e provare a pensare con la mia testa?”,
“Sono forse un medico, un economista, un politico, un esperto?”
Questa massa di obbedienti supini anche allora difendeva il sistema a priori, e spiava, si arrabbiava, delazionava e denunciava chi si faceva domande, cercava risposte e dissentiva.
Il vero problema non sono i negazionisti ma i collaborazionisti.
Ecco, l’altra cosa triste sarà, se mai ci libereremo, vedere tutti questi lacchè, molti dei quali incollati alle loro piccole poltrone, incatenati ai loro meschini privilegi, diventare, dalla mattina alla sera, “partigiani”.
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