Sin dai primordi della storia umana, il raggiungimento di un maggior benessere materiale si è accompagnato ad un incremento nell'uso di energia. Al giorno d'oggi l'uomo ha bisogno di energia meccanica per i macchinari agricoli, per quelli industriali, e per i trasporti, di energia termica per scaldarsi, per cucinare e per gli usi industriali, nonché, in misura minore, di energia elettrica per l'illuminazione e per l'elaborazione dell'informazione.
In effetti, il prodotto interno lordo (PIL) di una nazione, che pur non costituendo una buona quantificazione dell'effettivo livello di benessere di un popolo è, per definizione, una misura del livello di produzione di beni e servizi, risulta estremamente ben correlato con i consumi di energia. Ciò è vero sia quando si consideri un medesimo paese in diverse epoche storiche, sia quando si confrontino nazioni differenti.
Mentre fino al 1800 la principale fonte di energia era costituita dalle biomasse e dalla forza muscolare animale ed umana, l'inizio della rivoluzione industriale ha segnato l'affermazione dell'uso delle fonti di energia di origine fossile. In particolare, il carbon fossile è stata la fonte energetica che ha alimentato le macchine a vapore che hanno costituito il motore della rivoluzione industriale.
Il secolo appena trascorso ha successivamente visto un progressivo aumento dell'importanza del petrolio come fonte energetica, fino a fargli superare per importanza il carbone, grazie alle sue doti di maggiore facilità di estrazione, di più facile trasportabilità e di maggior quantità di energia fornita per unità di massa di combustibile. Centrale in questo spostamento di paradigma è stato il motore a combustione interna, che ha rivoluzionato il modo di intendere la mobilità di persone e merci.
Oggi, il petrolio fornisce il 35% dei consumi mondiali di energia, contro il 23% del carbone e il 21% del gas naturale. Questa quota è inferiore rispetto a quella del 45% che si aveva nel 1973, al tempo del primo choc petrolifero, in quanto nel frattempo si è avuto un aumento delle quote di gas naturale e nucleare. Tuttavia, in termini assoluti si consuma più petrolio oggi che nel 1973, a causa del fatto che nel frattempo i consumi energetici mondiali sono aumentati del 66%.
Più rilevante ancora è il fatto che il petrolio fornisce il 95% dell'energia utilizzata per i trasporti, il che equivale a dire che questo settore è completamente dipendente dal petrolio. Non va poi sottovalutato il fatto che anche la moderna agricoltura intensiva è pesantemente dipendente dal petrolio, sia per il funzionamento dei macchinari che per la produzione di fertilizzanti e pesticidi.
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NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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