La recente pronuncia del Tribunale di Reggio Emilia sull’incostituzionalità dei DPCM emanati dal governo Conte, oltre ad accendere una candela di speranza nella notte della Repubblica, fa tornare in mente la storia di Arnold il mugnaio.
La vicenda, la cui narrazione viene attribuita (in modo apocrifo) a Bertold Brecht, fa parte del folklore tedesco e ne esistono diverse versioni: in una il mugnaio prussiano assetato di giustizia per l’espropriazione del suo mulino fronteggia un signorotto locale, in un’altra se la vede direttamente con l’imperatore Federico il Grande. Dopo essere stato vittima di un abuso di potere, Arnold si rivolge al tribunale circondariale, i cui giudici danno ragione al potente. Successivamente, egli avrebbe affermato “ci sarà pure un giudice a Berlino”, esprimendo così la volontà di rivolgersi ad un Giudice Supremo per ottenere la tanto agognata giustizia. Questa leggenda metropolitana ante litteram finisce bene o male a seconda delle versioni e delle inclinazioni politiche di chi la racconta: volendo, ci si può anche vedere un atto di fiducia nel sistema giuridico. Il giudice berlinese è dunque rappresentato come un’entità in grado di coniugare la legge e la Giustizia: una creatura leggendaria, per l’appunto.
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