STUPIDA RAZZA

venerdì 18 settembre 2020

Quando i comunisti non volevano la Comunità Europea

 

L’opinione del P.C.I. sul Mercato comune

MEC ed Euratom sono espressione di politica tendente a dividere l’Europa in due blocchi militari

Gli accordi per il Mercato comune europeo e per l’Euratom, conclusi per ora tra i governi e che ora dovranno essere portati a conoscenza del Paese e sottoposti al giudizio del Parlamento, pongono al popolo italiano problemi che per la loro portata e gravità devono essere affrontati con grande chiarezza e senso di responsabilità. Può dipendere dalla approvazione e dal contenuto di questi accordi l’avvenire della nazione per parecchi anni.

Noi riconosciamo che esistono condizioni oggettive le quali rendono incerte e gravi le attuali prospettive delle economie nazionali dell’Europa Occidentale. Nella situazione creatasi in seguito alla seconda guerra mondiale, al crollo del sistema coloniale e alla creazione di un grande mercato socialista, gli Stati continentali dell’Europa Occidentale si sono venuti a trovare in condizioni di grave inferiorità in confronto agli Stati Uniti d’America e all’Unione Sovietica. Già ora non sono in grado di affrontare la concorrenza americana, e la inferiorità diventa anche più grande di fronte alle prospettive dell’attuale progresso tecnico, dell’introduzione su vasta scala di processi di produzione automatica, dello sfruttamento della energia atomica a scopi industriale. E’ quindi comprensibile e anche giusta la tendenza a superare la situazione attuale e preparare un migliore avvenire, mediante un allargamento dei ristretti mercati nazionali e nuove forme di collaborazione internazionale nel campo economico.

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