STUPIDA RAZZA

martedì 11 maggio 2021

Le nuove forme omologate ed uniformanti delle città.

 

“Il Mekong era piatto e senza drammi […] Si scivolava via lenti fra le due sponde che erano l’essenza di quella contraddizione che dentro di me avrei tanto voluto risolvere: a sinistra la sponda laotiana con i villaggi di capanne all’ombra delle palme di cocco, le barche a remi ormeggiate al fondo di semplici scale di bambù e, la sera, i bagliori teneri delle lucine a olio nel silenzio; a destra, la sponda thailandese: luci al neon, la musica degli altoparlanti e il rombare lontano dei motori. Da una parte il passato da cui tutti vogliono strappare i laotiani, dall’altra il futuro verso cui tutti credono di dover correre. Su quale sponda la felicità?” (1)
Era il 1992 e Tiziano Terzani poteva ancora permettersi il lusso di questo dubbio. Oggi, trent’anni dopo, non c’è scelta: le città del futuro sono il presente, le città del futuro devono essere la felicità. A testimoniarlo, nel frattempo, è stata la demolizione della ‘Turtle House’ di Un indovino mi disse, soppiantata da qualcosa di diverso, qualcosa di più aderente alla modernità, poco conta cosa. (2) E perché rammaricarsi? É solo l’ennesimo luogo della memoria cancellato, solo una delle tante occasioni perse per stimolare la curiosità del viaggiatore, solo qualcosa che è stato, ma che con il tempo dimenticheremo.

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