eccetto l’estrema destra della Meloni, ma solo per occasionale calcolo elettorale.
Davanti a uno sconosciuto è buona norma accordare la fiducia nelle buone intenzioni, almeno fino a prova contraria. Mario Draghi non è affatto uno sconosciuto, e le prove contrarie abbondano, compreso l’uso funzionale della menzogna, come ho recentemente dimostrato (vedi “La pistola fumante” relativa alla questione Target2). I suoi meriti sono noti a tutti, i suoi demeriti solo a coloro i quali hanno i mezzi intellettuali per comprendere i fatti, e le loro conseguenze, anche al di là della possente blindatura di un mainstream compattamente schierato dalla parte dell’ideologia dominante, della quale Mario Draghi è campione indiscusso.
Un muro di protezione fatto anche di menzogne, di corruzione, di ricatti, di usurpazione di funzione pubblica, di prostituzione intellettuale come criterio di selezione meritocratica di intere categorie professionali, di tecniche di persuasione di massa sofisticate e martellanti, di terrorismo psicologico, ecc. ecc.
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