Dove si nasconde il tempo? Lo percepiamo perché lo concepiamo: la materia della quale è fatto, la continuità che ci appare, è un costrutto mentale nel quale il presente, attimo fugace e privo di essenza, incalza il futuro mentre si trasforma in passato.
In effetti una parte di esso è stata e non è, una parte sarà e non è ancora […] Ma che cosa sia il tempo e quale la sua natura, dalle dottrine tramandate, è oscuro, similmente a come sono oscure le proprietà intorno alle quali prima ci è capitato di discutere¹.
Il futuro non ha essenza, se non quella, priva di sostanza, della speranza o del timore; il passato è solo quel residuo che persiste nella memoria che, quando è condiviso, prende il nome di “storia”.
Entrambi, passato e futuro, sono sempre una proiezione del presente, della Weltanschauung che lo informa.
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