“Lo stiamo perdendo”. Si suol dire così in gergo clinico quando l’evoluzione sfavorevole della patologia, induce a pronosticare il peggio. Sta succedendo alla nostra conquista sociale più importante: il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il nostro SSN può essere assimilato ad un paziente di 42 anni, che sta manifestando i primi segni e sintomi di una patologia definita “crisi di sostenibilità”.
Subito una premessa: si dovrebbero prendere le distanze dal termine “sostenibilità” (secondo l’interpretazione che ne danno la maggior parte degli economisti), troppo spesso confuso con compatibilità, definanziamento e razionalizzazione. La sostenibilità di un sistema complesso, come la sanità, è la sua capacità di mantenere un’omeostasi: riuscire a trovare un equilibrio che perduri nel tempo (1).
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