“Dateci una classe rivoluzionaria prima che sia troppo tardi!“: il grido di dolore sale da genti di tutto il globo, afflitte dai vari effetti antisociali e antiumani del nuovo ordine liberale: precarizzazione, neocolonialismo, recessione, impoverimento, megatruffe, sostituzioni etniche, guerre per le risorse: il sangue spiccia da cento piaghe e le lacrime scorrono in mille rivoli attraverso il Villaggio Globale. Ma la classe rivoluzionaria ancora non si vede –ossia quella classe sociale capace, per consapevolezza, intelligenza e dotazione, di rovesciare il malo modello socio-economico in essere (oppressivo, sfruttatore, funzionale all’interesse di pochi, e contrario al bene comune), per sostituirlo con uno buono (giusto e conforme al bene comune, ossia agli interessi diffusi anziché a quelli elitari). Questa classe rivoluzionaria fa proprio come l’araba fenice: che ci sia ciascuno dice, dove sia nessuno sa.
O meglio, alcuni annunciavano di averla individuata, ma poi la storia li ha confutati.
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