STUPIDA RAZZA

martedì 1 giugno 2021

Fuga di capitali, Pechino vieta le valute virtuali (ma non il mining)

 Per molti anni, il Partito Comunista Cinese ha acconsentito all’utilizzo delle valute virtuali in Cina, ma nel 2018 ha iniziato a limitare le transazioni di Bitcoin, incoraggiandone però ancora segretamente il cosiddetto mining. Tuttavia, ora che grandi quantità di denaro stanno uscendo dal Paese mediante le valute virtuali, le autorità cinesi sembrano determinate a reprimere le criptovalute al 100 per cento.

Le valute virtuali, delle quali la principale è il Bitcoin, hanno attirato sempre più attenzione negli ultimi anni a causa della loro sicurezza, privacy e decentralizzazione. I dati mostrano che il prezzo unitario del Bitcoin aveva superato i 60 mila dollari, ma il 18 maggio il suo valore è sceso a 43 mila 300 dollari, con una capitalizzazione di mercato pari a 811 miliardi di dollari. E con l’aumento del prezzo del Bitcoin e di altre valute virtuali, sono aumentate in modo significativo anche le risorse mondiali investite nel mining (i complessi calcoli informatici necessari per la gestione del sistema Bitcoin a livello mondiale. Svolgere questa attività consente di guadagnare e produrre bitcoin).

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