Addio Impero, finalmente
Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, chiunque le vincerà o al momento in cui scrivo le abbia già vinte, segnano, per il momento solo simbolicamente, la fine dell’Impero americano. E’ mai possibile che 300 milioni di americani non abbiano saputo trovare come loro rappresentante supremo, ‘il comandante in capo’ come si esprimono, che due personaggi così squallidi, per motivi diversi ma in fondo convergenti, come Hillary Clinton e Donald Trump? Tutta la campagna elettorale si è svolta a livelli rasoterra. E’ stata concentrata non sui programmi ma piuttosto sulle caratteristiche fisiche e antropologiche dei due candidati e dei loro sostenitori. Uno degli esponenti repubblicani, ostile a Donald Trump, ha accusato il tycoon di “averlo piccolo”. E basterebbe questo per rivalutare le elezioni di quel piccolo, modesto, caciarone Paese che è l’Italia. Nemmeno Berlusconi era arrivato a tanto. Lo slogan del Sessantotto era “pagherete caro, pagherete tutto”, io l’ho trasformato in “rimpiangerete caro, rimpiangerete tutto”, non solo Berlusconi, ma anche la vecchia, cara e troppo facilmente dimenticata Democrazia cristiana e forse persino Bettino Craxi che è stato il vero corruttore di questo Paese inaugurando la filiera che dal Cavaliere arriva fino a Matteo Renzi.
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