Thomas Piketty, scrivendo per l’ex grande quotidiano Le Monde ora lacchè neoliberale, centra comunque alcuni punti. Si è accorto che Hillary è stata condannata dalla deregulation finanziario/commerciale: il Partito Democratico adora fare affari con Wall Street, il Partito Democratico se ne sbatte di Bernie. Ha ragione anche quando dice che “è ora di cambiare l’atteggiamento politico verso la globalizzazione”. (Come? Non dà suggerimenti) Ha anche ragione nell’affermare che lo sviluppo sostenibile necessita di “servizi pubblici, infrastrutture, sanità e sistema educativo” (Trump spinge molto sulle infrastrutture). Tutto quanto citato ha bisogno di “un sistema di tassazione equo”. La conclusione: “Se falliremo nel trasmettere questi messaggi, vincerà il Trumpismo”. Per cui il trumpismo ha alcuni punti di redenzione – sempre che queste vengano messe in opera. Piketty di base sogna che “la globalizzazione andrebbe reindirizzata”.
Quelli che scrivono le regole del gioco non lo permetteranno. Dimentichiamoci della loro volontà di “promuovere un modello di sviluppo equo e sostenibile”. Ci sarà sangue, un sacco di sangue.
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