
La scelta del presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e della Bce, Christine Lagarde, non è chiara. Queste rimarchevoli signore saranno garanti di un accordo intergovernativo – il cui lato (geo)economico è di interesse vitale per l’Italia – o sono emerse come nomine d’emergenza perché l’accordo strategico stesso non è stato raggiunto? La seconda ipotesi appare più probabile. Ma se non c’è una strategia di convergenza europea, tuttavia si intravedono strategie nazionali. Una volta deciso che la Commissione andava alla Germania, e la Bce alla Francia, non è stato facile trovare un esponente tedesco che avesse i requisiti per occupare per la prima volta nella storia europea questa posizione, in particolare quello di non mostrare una germanicità aggressiva.
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