STUPIDA RAZZA

giovedì 25 luglio 2019

Gli agenti di influenza di Israele



Alcuni giornalisti dei media ebraici stanno iniziando a lamentarsi del fatto che il presidente Donald Trump stia “amando Israele” forse un po’ troppo, dal momento che continua a descrivere la sua preoccupazione per lo stato ebraico come la forza trainante che sta dietro ad alcuni dei suoi comportamenti erratici. È un punto di vista che sicuramente condivido, anche se descriverei l’apparente innamoramento della Casa Bianca per Israele come “eccessivo.” Quando il presidente degli Stati Uniti definisce una deputata ‘antisemita’ e le chiede di scusarsi con lui personalmente e anche con Israele, questo è decisamente troppo.
Quindi, Israele è sempre sulle prime pagine, o almeno così sembra, anche se spesso non fa notizia quando la storia potrebbe presentare aspetti troppo negativi. La notizia scompare alla vista non appena viene stabilito che Israele potrebbe risultare coinvolto, come è attualmente il caso di Jeffrey Epstein, oppure l’interferenza israeliana viene completamente eliminata, come nel caso dell’indagine Mueller, in cui il Russiagate avrebbe dovuto essere chiamato Israelgate, dal momento che era Israele che cercava favori dalla neo-eletta amministrazione Trump, non certo la Russia. Come aveva detto Noam Chomsky, l’interferenza israeliana nella politica americana “supera di gran lunga” qualsiasi cosa abbia fatto la Russia.
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