STUPIDA RAZZA

mercoledì 15 luglio 2020

Razze, popoli, culture: si torni a parlarne senza tabù

 
 La vicenda del ragazzo ivoriano che alla fine di giugno ha ucciso e cucinato un gatto per la strada, e poi si è messo a mangiarlo, di fronte alla stazione ferroviaria di Campiglia Marittima, così, davanti a tutti, incurante di ciò che provavano i passanti e anzi stupito delle loro reazioni, e meravigliato di essere stato portato alla caserma dei carabinieri, dove gli è stato notificato un avviso di reato ma è stato anche prontamente rimesso in libertà, crediamo sia una di quelle piccole grandi cose che segnano uno spartiacque, la goccia che fa traboccare il vaso. Anche se le anime belle animaliste e ambientaliste hanno brillanto, ancora una volta, per la loro totale assenza e il loro fragoroso silenzio, così come le signore e signori femministi erano stati colpiti da mutismo improvviso in occasione degli stupri di Colonia del Capodanno 2016, quando 400 donne tedesche vennero aggredite, derubate, e in parte violentate da decine d’immigrati nordafricani. Certo, si tratta di due cose di ben diverso ordine di grandezza: pure, a noi sembra che abbiano in comune il tratto essenziale: l’arroganza e l’inciviltà dei cosiddetti migranti. Se gli autori degli stupri di Colonia fossero stati degli europei, si può bene immaginare quale sarebbe stata la reazione dei mezzi d’informazione, dell’opinione pubblica e delle autorità; così come se il povero gatto fosse stato arrostito e mangiato sotto gli occhi dei passanti da un bianco, tutti i nobili difensori degli animali, i vegetariani, i vegani, gli ecologisti, ecc. sarebbero insorti e avrebbero chiesto i più severi provvedimenti contro lo scellerato, il criminale. Invece niente: era un negro (si può dire?), quindi massima indulgenza e massima comprensione.
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