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Lo stabilisce una sentenza appena pubblicata che accoglie il ricorso della Fondazione Einaudi contro il diniego della Protezione Civile all’accesso ai verbali del Cts alla base dei diversi Dpcm emessi durante la fase del lockdown da parte della Protezione Civile. LA SENTENZA
In particolare si tratta:
1) del verbale del 28 febbraio 2020, citato nelle premesse del DPCM del 1° marzo 2020; N. 04120/2020 REG.RIC;
2) del verbale del 1° marzo 2020, citato, anch’esso nelle premesse del DPCM del 1° marzo 2020;
3) del verbale del 7 marzo 2020, citato nelle premesse del DPCM dell’8 marzo 2020;
4) del verbale n.39 del 30 marzo 2020, citato nelle premesse del DPCM del 1° aprile 2020;
5) del verbale n.49 del 9 aprile 2020, citato nelle premesse del DPCM del 10 aprile 2020.
Per i giudici le motivazioni addotte per il diniego non sono però state ritenute sufficienti anche perché, si legge nella sentenza, “l’Amministrazione ha opposto all’ostensione dei richiamati verbali solo motivi “formali” attinenti alla qualificazione degli stessi come “atti amministrativi generali”, ma non ha opposto ragioni sostanziali attinenti ad esigenze oggettive di segretezza o comunque di riservatezza degli stessi al fine di tutelare differenti e prevalenti interessi pubblici o privati, tali da poter ritenere recessivo l’interesse alla trasparenza rispetto a quello della riservatezza”.
Conseguentemente il Tar ha dichiarato “l'obbligo della Presidenza
del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione civile di
consentire alla parte ricorrente di prendere visione ed estrarre copia
della documentazione richiesta con l’istanza di accesso di cui trattasi
nel termine di giorni trenta decorrente dalla comunicazione o, se a
questa anteriore, dalla notificazione della presente decisione”.
“Adesso la palla passa al Governo, cosa farà? Darà gli atti richiesti o impugnerà il provvedimento al Consiglio di Stato?”, scrive in una nota la Fondazione Einaudi.
“Adesso la palla passa al Governo, cosa farà? Darà gli atti richiesti o impugnerà il provvedimento al Consiglio di Stato?”, scrive in una nota la Fondazione Einaudi.
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