Sarà stato perché si rivolgeva ai cittadini dell’Estonia dove, come ha scandito in apertura del suo intervento a Tallinn, «l’impennata dei prezzi ha toccato il 25%». Fatto è che la presidente Christine Lagarde ha pronunciato ieri un discorso più “falcheggiante” del solito, spazzando via per ora almeno le interpretazioni “dovish pivot” che avevano scorto un qualche cenno di moderazione alla conferenza stampa dopo l’ultimo rialzo dei tassi da 75 punti base. La parola d’ordine ora è «determinazione», a oltranza se necessario. Lagarde ha detto ieri che la Bce è pronta ad andare oltre il tasso neutrale, fino a un orientamento di inasprimento della politica monetaria. «Abbiamo innalzato i tassi ufficiali di 200 punti base e prevediamo di aumentarli ancora. Il nostro lavoro però non finisce qui - ha chiarito -. L’abbandono dell’orientamento accomodante potrebbe non bastare a riportare l’inflazione al nostro obiettivo». E questo anche perché «l’evidenza storica indica che non bisognerebbe attendersi un impatto significativo sull’inflazione dal rallentamento della crescita, almeno non nel breve periodo». La presidente ha sottolineato che dimostrare impegno nei confronti del mandato «è fondamentale per assicurare il continuo ancoraggio delle aspettative di inflazione ed evitare che gli effetti di secondo impatto (spirale prezzi-salari) si radichino». «Le recenti decisioni del Consiglio direttivo testimoniano questa determinazione». Per Lagarde, in tempi così burrascosi le banche centrali devono fare affidamento sulla loro bussola – «la lealtà verso il mandato» – per assicurare la stabilità dei prezzi. «Devono essere pronte ad assumere le decisioni necessarie, per quanto difficili, al fine di ricondurre l’inflazione su livelli più contenuti, perché le conseguenze di un’inflazione troppo alta radicata nell’economia sarebbero molto più deleterie per tutti». La determinazione della Bce sta anche nella tempestività. Nel caso di peggioramenti, non esiterà ad intervenire, non aspetterà “il ritardo dei tempi di trasmissione della politica monetaria”: «Se dovessimo assistere all’ulteriore protrarsi dell’inflazione e al rischio di disancoraggio delle aspettative, non potremmo attendere il pieno concretizzarsi degli effetti degli interventi monetari. Dovremmo adottare ulteriori misure». Lagarde si è infine rivolta ai governi dell’area euro. A fronte del rallentamento dell’economia e della compressione dei redditi reali, la politica di bilancio potrebbe assumere un orientamento più espansivo al di là degli stabilizzatori automatici. In un contesto con vincoli dell’offerta, ciò rischierebbe di accentuare le pressioni inflazionistiche, «costringendo la banca centrale a un inasprimento della politica monetaria superiore a quanto altrimenti necessario».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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