STUPIDA RAZZA

mercoledì 23 novembre 2022

Pure sotto le coperte siamo in recessione Coccole e narcisismo hanno ucciso l’EROS

 

Dopo un’epoca di esibita, consumata (apparente?) libertà sessuale, oggi di esibirci sotto le coperte non ne abbiamo più né la voglia né il coraggio e neppure la fantasia. Un calo del desiderio che si diffonde anche tra i giovani. I motivi? Noia, vite di fretta, lavoro sopra tutto… E rapporti dove alla passione si preferisce il rifugio di una tiepida tenerezza. Nel prossimo numero di Pa - n o ra m a in edicola, un’inchiesta sulla crisi di Eros, che qui a nt i c i p i a m o.

«Per un’ora d’amore non so cosa darei» cantavano i Matia Bazar nel 1975. Un bel niente, risponderemmo oggi. Neanche alla peggiore serie tv ci sentiremmo di rinunciare per un’ora d’amore. Chi più ne ha la forza, la voglia e il coraggio? Non lo si dice, ma ormai si pensa. Il grande psicoanalista Luigi Zoja ha descritto il calo della sessualità nel suo ultimo saggio, Il declino del d esid e rio (Einaudi). «Il problema è immenso, le discussioni che lo riguardano invece sembrano squittii di topo», osserva dal suo studio milanese. Ai primi del Novecento di sesso se ne parlava molto, negli anni Settanta non si faceva altro che parlarne (e farlo). Era una macchina che metteva in moto settori della cultura e dell’e c o n omia. Oggi non mette in moto nulla. Continua Z o ja: «È una tendenza che si è manifestata con l’inizio degli anni Duemila. Le uniche ricerche complete sono le tre inglesi Natsal, la quarta è in via di realizzazione. […] Dai Natsal, che indagano 60 anni di vita sessuale britannica, emerge come tra i giovani ci sia un ritorno alla monogamia, una richiesta di esclusività del partner. Con tutte le insicurezze che i giovanissimi si trovano ad affrontare, non vogliono anche quella sentimentale. E al tempo stesso dicono che non sono più così interessati alla sessu a l i tà » . Secondo l’ultimo rapporto Censis-Bayer sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani tra 18 e 40 anni, 700.000 non hanno una vita erotica, 1,6 milioni non hanno mai avuto rapporti, mentre l’astinenza è capitata almeno una volta a 13 milioni, con una durata media di sei mesi. Le coppie bianche con relazioni stabili ma «no sex» sono circa 220.000. […] Intanto in America si parla già di sex re c essio n : «In un futuro visibile non si torna indietro. Siamo arrivati a quello che Max Weber chiamava il “d i s i n c a nto del mondo”. Si è perso il senso di appartenenza, la religione, la credenza. Quello in cui viviamo è lo stadio finale del “d i s i n c a nta m e nto”, un’imme rsione in un mondo senza trascendenza, di completa solitudine. La riduzione della sessualità a un atto unicamente biologico, di idraulica del corpo, è tremendo, ma è molto difficile si recuperi quello che si chiamava “fare l’a m o re” o meglio l’Eros». P l ato n e nella Re p ubb l ic a scriveva: «Dalla somma libertà viene la schiavitù maggiore e più feroce». […] L’uomo è sicuramente quello che sta attraversando la crisi peggiore, non ha capito quanto la donna sia cambiata, resta ancorato a un passato glorioso, dove era quello che non doveva chiedere mai. Ne è convinto anche Fabrizio Quattrini, sessuologo clinico, docente all’Università dell’Aquila, il cui ultimo libro Il piacere maschile (G i u nt i ) fotografa la débâcle: «Ho notato più che un calo, una modalità diversa di vivere l’intimità». Signora mia, il piacere dannunziano è una chimera. Siamo all’a st inenza, alla quaresima perenne. «Seguo tante coppie in difficoltà che da tre, quattro anni non fanno più sesso», racconta lo psicoterapeuta, che tuttavia vede in questo declino solo la punta dell’iceberg. «C’è un egoismo che porta alla perdita della libido. Siamo immersi nella fretta e si fa fatica a formare una coppia. Vedo situazioni atipiche e nascoste: dal marito che va a trans all’a m a nte donna per la moglie. Il mondo non sta rinunciando al sesso, sta solo cambi a n d o » . […] Intanto il sesso riproduttivo non sente l’e m e rgenza del momento: lo dicono le statistiche, riportate dall’analisi del saggio La trappola delle culle ( Rubbettino) di Luca C i fo n i e Diodato Pirone. Nel 2021 i figli sono stati 1,25 a testa, meno della metà del 1964, che è considerato una specie di paradiso perduto della natalità, un Eldorado che sarà impossibile riconquistare. Così mentre da noi sono venuti al mondo solo 399.000 bambini (per la prima volta nella nostra storia), in Francia ci hanno doppiato con 742.000 nascite. La ginecologa A l e ssandra Kustermann, prima donna primario della clinica Mangiagalli di Milano, conferma tutto: «È vero che c’è un calo del desiderio e sono diminuite le nascite, non solo in Italia, ma nel mondo occidentale. L’i p otesi che si sia ridotta la sessualità, il desiderio e quindi la natalità potrebbe essere interessante. Io lo penso da anni. Una delle domande che faccio alle donne che vengono in visita è quante volte la settimana hanno rapporti sessuali. Q u a ra nt’anni fa mi rispondevano: tre, quattro volte. Oggi al massimo due. Un dato importante da rilevare è anche un calo della fertilità, dovuto all’aumento dell’età della donna alla prima gravidanza. Le giustificazioni sono: siamo stanche, lavoriamo, ci sono i bambini, la casa. Ma la sessualità è una parte importante della relazione con il partner e il calo di frequenza dei rapporti è significativa, secondo me, della difficoltà della coppia. Dell’ac co ntentar si di un rapporto fatto di affetto, magari di carezze, ma che non corrisponde all’immaginario della relazione uomo-donna. Oggi forse decidere di diventare una famiglia è più difficile: non è una necessità». L’aveva previsto Herber t Marcuse nel suo Eros e Civiltà: l’inevitabile «desessualizzazione» nella società capitalistica. Per scendere dalle vette della Scuola di Francoforte alla nostra misera realtà: qui non si batte più un chiodo. 

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