STUPIDA RAZZA

lunedì 19 ottobre 2015

2011: l’odissea dei traditori della patria

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Giorgio Napolitano si è risentito dell’attacco di Berlusconi che lo ha accusato di avere violato la Costituzione e la volontà popolare costringendolo, nel 2011, alle dimissioni da Capo dell’Esecutivo, per far posto ad un uomo dei poteri forti benvisto dalla finanza mondiale.
“Ossessioni” le ha definite il politico ex comunista.
“Golpe in piena regola” lo hanno chiamato B. ed i suoi tirapiedi. Definire gli intrighi che portarono alla caduta di Berlusconi un Colpo di Stato è forse troppo. Ma è indubitabile che essi furono la concretizzazione di un disegno antidemocratico ed antinazionale le cui conseguenze si manifestano ancora oggi. Da allora l’Italia non si è più ripresa ed è rimasta piegata supinamente a tutti i diktat europei e alle scelte degli alleati atlantici in politica estera. Ha perso qualsiasi autonomia sulle sue decisioni e sui temi fondamentali che la toccano più da vicino, dall’immigrazione alla diplomazia. Non che B. fosse un politico disallineato al campo occidentale ma le sue amicizie personali, con leader del calibro di Putin e Gheddafi, lo portavano spesso e volentieri a scontrarsi con le posizioni di Usa ed Ue su alcuni dossier determinanti.

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