STUPIDA RAZZA

martedì 3 novembre 2015

Prima ancora che nel merito delle singole misure, il problema della Legge di Stabilità 2016 è la visione di fondo. Il presupposto è che per definizione la finanza pubblica è il problema, quella privata la soluzione; l'unico obiettivo del governo è migliorare la competitività delle imprese e puntare sulle esportazioni. Si continua a pensare la crisi come un problema di offerta, trascurando una domanda che non riparte, a causa delle enormi disuguaglianze e povertà, della mancanza di investimenti pubblici e dei problemi strutturali del Paese. Una visione riassunta nell'Allegato Tecnico del ministero dell'Economia e delle Finanze alla Legge di Stabilità, che si apre con la definizione delle linee generali di indirizzo: "Per sostenere e consolidare la ripresa economica in atto e l'occupazione il Governo e il MEF (in particolare) intenderanno muoversi lungo tre direttrici principali: I) perseguire una politica di bilancio di sostegno alla crescita, nel pieno rispetto delle regole di bilancio adottate dall'Unione Europea; II) consolidare il percorso di riforma strutturale del Paese, per aumentarne significativamente le capacità competitive; III) migliorare il contesto normativo in cui si muovono le imprese e le condizioni alla base delle decisioni di investimento" [1]. Nessuno scostamento dai vincoli europei, la competitività come un fine in sé stesso, non una parola sul benessere dei cittadini, la povertà o le diseguaglianze, ma favorire le imprese in ogni modo possibile.

VORRESTI DIRE LEGGE D'INSTABILITA'.
Prima ancora che nel merito delle singole misure, il problema della Legge di Stabilità 2016 è la visione di fondo. Il presupposto è che per definizione la finanza pubblica è il problema, quella privata la soluzione; l'unico obiettivo del governo è migliorare la competitività delle imprese e puntare sulle esportazioni. Si continua a pensare la crisi come un problema di offerta, trascurando una domanda che non riparte, a causa delle enormi disuguaglianze e povertà, della mancanza di investimenti pubblici e dei problemi strutturali del Paese.
Una visione riassunta nell'Allegato Tecnico del ministero dell'Economia e delle Finanze alla Legge di Stabilità, che si apre con la definizione delle linee generali di indirizzo: "Per sostenere e consolidare la ripresa economica in atto e l'occupazione il Governo e il MEF (in particolare) intenderanno muoversi lungo tre direttrici principali: I) perseguire una politica di bilancio di sostegno alla crescita, nel pieno rispetto delle regole di bilancio adottate dall'Unione Europea; II) consolidare il percorso di riforma strutturale del Paese, per aumentarne significativamente le capacità competitive; III) migliorare il contesto normativo in cui si muovono le imprese e le condizioni alla base delle decisioni di investimento" [1]. Nessuno scostamento dai vincoli europei, la competitività come un fine in sé stesso, non una parola sul benessere dei cittadini, la povertà o le diseguaglianze, ma favorire le imprese in ogni modo possibile.

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