Tutto nacque con l’eurocomunismo abbracciato da Enrico Berlinguer nella seconda metà degli anni ‘70. Gli USA spiegarono ai comunisti italiani che l’URSS sarebbe crollato e che in cambio della sopravvivenza politica si sarebbero dovuti trasformare via via in un “grande Partito Radicale” (termine da me coniato) parallelamente alla rinuncia all’obbiettivo della piena occupazione, obbiettivo sancito in una Costituzione travisata volontariamente (https://comedonchisciotte.org/basta-idiozie-secondo-costituzione-senza-soldi-in-tasca-non-si-hadignita), alla graduale ed inarrestabile cessione sui diritti sociali ed all’ abiura ai propri valori, al nome, alla sigla ed al simbolo.
Il vero bipolarismo in atto da decenni (se non oltre) è occultato alla massa ed è quello tra conservatori e progressisti/liberali (progressisti e liberali sono due facce della medesima medaglia se non l’aveste ancora capito) ed a causa di questa distorsione oggi, ad esempio, Togliatti sarebbe un “Conservatore di Sinistra” (come mi definisco io stesso) perché il fulcro della sua azione politica erano i diritti sociali ed il patriottismo. A causa di questo scontro feroce che manipola il “vygotskijano” senso, Togliatti sarebbe vergognosamente bollato come nazionalista in spregio agli ideali dei partigiani rossi. Partigiani rossi che erano spesso cattolici ed avevano nella testa e nel cuore la terra natia, il luogo antropologico (cit. Augè) vissuto con profondo trasporto ed intimità. Il vero target dei progressisti sappiatelo è l’antitesi delle tradizioni è il rendere il mondo una enorme Woodstock (informatevi cosa fu) composta da esseri umani imbelli ed irreversibilmente imprigionati nel conformismo.
I radical chic lo chiamano “villaggio globale” ed i complottisti “nwo” ma a noi non piacciono questi stereotipi e ci distinguiamo con argomentazioni più serie.
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