In questi giorni è nuovamente tornato alla ribalta il tradimento, che attraversa tutto lo spettro storico-politico italiano per ripresentarsi puntualmente ai nostri occhi coi fatti di Lampedusa.
L’ennesima richiesta di sbarco da parte di una imbarcazione ONG ha visto contrapposti da un lato il ministro dell’Interno, che ha definito i parlamentari PD sulla nave Sea Watch 3 come gitanti antipatriottici in visita ad una bagnarola fuorilegge. Questi ultimi hanno parlato di chi impedisce l’attracco ad una nave di profughi come responsabile di un atto disumano che tradirebbe i dettami della costituzione, della legalità e della solidarietà per la quale l’Italia sarebbe famosa. Ora il capitano della nave Carola Racket-è stata scarcerata su ordinanza dei giudici di Agrigento, e salutata dalla stampa di sinistra come “grande kapitana”. Ma di “grande” nell’exploit di una che ha arrogantemente infranto le leggi di uno stato sovrano, forzato un blocco per traghettare 42 immigranti clandestini rischiando con la sua abile manovra di stritolare una motovedetta della GdF con i suoi occupanti che stavano facendo il loro lavoro, non vi è proprio niente.
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