L’Europa nella quale viviamo non ci piace. Non ci piace il suo modello d’integrazione sociale e culturale, lassista e omologante. Ma questi sono aspetti collaterali del vero dramma europeo (come lo è anche l’euro, feticcio di economicisti, pro o contro la moneta unica, che ignorano i reali rapporti di forza nascosti dal denaro) contro i quali è inutile ricorrere alle ruspe perché sarebbe fatica sprecata. Le nostre preoccupazioni primarie non sono identitarie, per quanto l’Ue stia trasformando i popoli di cui si compone in cittadini senza storia, amalgamati all’ideologia politicamente corretta dei molteplici diritti civili che obnubila i veri obiettivi dell’epoca presente. A cosa servono tutte queste emancipazioni sociali se poi manca la libertà fondamentale: quella di autodeterminazione dei propri destini collettivi nel contesto mondiale in ebollizione?
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