NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
lunedì 18 maggio 2020
Riscoprire il pensiero originario
“La scienza non pensa” scriveva Heidegger (1). Con questa frase lapidaria il filosofo intendeva dire che la scienza non pensa come pensano i pensatori, che, in quanto tali, si chiedono il perché delle cose e il ciò che è il più considerevole, ossia l’Essere. Heidegger aggiungeva che questa affermazione, che può apparire scandalosa per l’opinione comune, non è un difetto, ma un vantaggio per la scienza stessa, poichè può dedicarsi alla ricerca pratica in ambiti specifici, senza domandarsi sul perché essenziale, ma descrivendo il “come” un fatto accade. E’ evidente che anche gli scienziati devono avvalersi del pensiero, ma il loro pensiero è un pensiero calcolante che guarda alla misura quantitativa e alle statistiche, per cui la conoscenza delle essenze (il ciò che è delle forme del mondo) come diceva Galilei, spetta solo a Dio. Va da sé, poi, che il pensiero calcolante, per conseguenza e per reciprocità, si leghi necessariamente alla tecnica. Il successo storico di questo connubio fra scienza e tecnica, che si è posto poi al servizio del profitto capitalistico, ha determinato l’ascesa irresistibile, soprattutto in ambito economico e militare, di una veduta culturale onnicomprensiva che pervade il mondo attuale in modo pressoché totale. Una veduta che, seppur potente, possiede tuttavia dei limiti intrinseci ben precisi che il genio scientifico e filosofico di Blaise Pascal seppe intravedere già nel 1600, e che sono: 1) l’empirismo, che come tale è sempre contestabile; 2) l’indimostrabilità dei suoi primi principi primi, come ad esempio gli assiomi o i postulati della matematica, e delle intuizioni spazio e tempo (non non sono mai riducibili a semplice misurazione). Inoltre, possiamo aggiungere, questa veduta è incapace di spiegare la finalità di ciò che avviene. Infatti se si chiede ad uno scienziato cos’è un virus, o che cos’è la gravitazione universale o cos’è la luce, egli risponderà con una formuletta matematica, che non dice e non dirà nulla della loro realtà. Del resto i più grandi epistemologici del Novecento, quali Thomas Khun e Paul Feyeradend, mettevano in risalto con estrema lucidità la precarietà e l’opportunismo dei paradigmi scientifici.
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