Questa non è una lettera aperta, e tanto meno una minaccia aperta. E’ semplicemente un buon consiglio, rivolto al mainstream italiano per il suo stesso bene, o minor male possibile.
Arrendetevi, non dico finché siete in tempo, poiché quel tempo lo avete di gran lunga superato, ma per meritarvi una qualche attenuante al processo che inevitabilmente vi vedrà alla sbarra degli imputati. E pregate che sia un processo celebrato nelle aule dei tribunali ordinari, e non a furor di popolo. La vostra condanna è cosa certa, avete lasciato una scia di prove documentali inconfutabili dei vostri crimini, che non potete far sparire, sono registrate informaticamente e soprattutto emotivamente nella coscienza degli italiani, soprattutto di quelli ai quali avete estorto la fiducia, prima terrorizzandoli e poi offrendo, o meglio imponendo loro con la forza dei mezzi di persuasione di massa, una soluzione peggiore del male.
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