All’inizio non mi sembrava un’ideologia pericolosa: troppo stupida per far presa. Ma sbagliavo: la stupidità naturale è più insidiosa dell’intelligenza artificiale. Il “politicamente corretto, neoliberista e globalista”, è in realtà un’ideologia totalitaria che non può che criminalizzare qualsiasi dissenso, poiché non si ritiene un’ideologia, ma semplicemente la realtà oggettiva. Chi si oppone alla realtà, non è un dissidente, è un dissennato.
Da trent’anni oramai, nel campo dell’economia politica non esiste che il neoliberismo. E il neoliberismo non ammette contraddittorio poiché si fonda sulle “leggi di mercato”, che, secondo la narrativa ufficiale, non sono fondate sui rapporti sociali, ma hanno la validità di leggi fisiche e sono quindi, anche volendo, intrasgredibili. Da qui il “non c’è alternativa”. Qualunque cenno alla giustizia sociale, essenza della sinistra, e fino a pochi anni fa motore di cambiamento, è liquidata semplicemente come nostalgia di utopie “sconfitte dalla storia”.
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