Guerra al di là dell’orizzonte; #guerrainarivo, non si vede, non per questo è più lenta
Quando la guerra sarà alle viste, molti
s’illuderanno che sia ancora abbastanza lontana. Quant’altri, al
contrario, mostreranno preoccupazione, saranno investiti dalle
rassicurazioni della politica, consapevole e preoccupata a sua volta
perché la guerra travolge ogni schema di potere preesistente.
Gli imperi non sono eterni e la loro fine è segnata dalla guerra [In particolare si veda il capitolo dedicato agli USA da Cesare Marchetti e Jesse H. Ausubel in “Quantitative Dynamics of Human Empires”]. Non da oggi si prevede una guerra entro la fine di questo decennio. La condotta (apparentemente irresponsabile) di Hussein Barak Obama accelera le ragioni d’una guerra mondiale. Obama non ne vedrà gli esiti da Presidente ma non per questo egli sarà meno responsabile, anzi. Una responsabilità condivisa coi governanti e coi politici europei – quelli italiani in testa – acritici caudatari delle politiche obamiane.
Ne cominciai a scrivere anni fa, connettendo la guerra alla corruzione e alla speculazione finanziaria. L’accumulazione parossistica di ricchezze da parte dei politici non è sempre e solo mera avidità; nei più altolocati e informati si somma la maligna volontà di prepararsi al peggio accumulando risorse ridondanti, consapevoli della propria inettitudine, di non essere in grado di scongiurare quel peggio.
D’altronde la condotta dei tre maggiori speculatori europei – Germania, Francia e Gran Bretagna – riflette analoghi scopi originati da analoghe preoccupazioni, quantunque su un’altra scala.
Gli imperi non sono eterni e la loro fine è segnata dalla guerra [In particolare si veda il capitolo dedicato agli USA da Cesare Marchetti e Jesse H. Ausubel in “Quantitative Dynamics of Human Empires”]. Non da oggi si prevede una guerra entro la fine di questo decennio. La condotta (apparentemente irresponsabile) di Hussein Barak Obama accelera le ragioni d’una guerra mondiale. Obama non ne vedrà gli esiti da Presidente ma non per questo egli sarà meno responsabile, anzi. Una responsabilità condivisa coi governanti e coi politici europei – quelli italiani in testa – acritici caudatari delle politiche obamiane.
Ne cominciai a scrivere anni fa, connettendo la guerra alla corruzione e alla speculazione finanziaria. L’accumulazione parossistica di ricchezze da parte dei politici non è sempre e solo mera avidità; nei più altolocati e informati si somma la maligna volontà di prepararsi al peggio accumulando risorse ridondanti, consapevoli della propria inettitudine, di non essere in grado di scongiurare quel peggio.
D’altronde la condotta dei tre maggiori speculatori europei – Germania, Francia e Gran Bretagna – riflette analoghi scopi originati da analoghe preoccupazioni, quantunque su un’altra scala.
LEGGI TUTTO:
Nessun commento:
Posta un commento