Redazione: 1 – Giappone, Europa ed America:
nessun vincitore. La concorrenza internazionale è un concetto per lo più
falso: la lotta di classe, invece, è molto, molto reale. 2
– In assenza di un’efficace integrazione fiscale, la mobilità del
lavoro rende un'Unione Monetaria peggiore e non migliore. Il Portogallo
su una spirale di morte è l’allegro euro-pensiero del giorno. 3 – “The
Economics of Inequality” di Thomas Picketty (nella foto) non è il libro
che ci saremmo aspettati. E’ la versione solo leggermente aggiornata di
un testo di vent’anni fa. La ricerca sulla disuguaglianza ha
comportato, da allora, la de-enfatizzazione della “domanda e
dell’offerta” ed una maggiore attenzione “al privilegio e al potere”.
COMPETITIVITA’ E LOTTA DI CLASSE
Per ragioni a me non del tutto chiare, mi son trovato di recente a ripensare al saggio di Lester Thurow: Head to Head: The Coming Economic Battle Among Japan, Europe, and America [Testa a Testa: La Prossima Battaglia Economica fra Giappone, Europa ed America].
Per i troppo giovani, o per coloro che non se lo ricordano, il libro
di Thurow è stato un fenomenale best-seller dei primi anni ’90. Era in
sintonia con il pensiero di quanti temevano che l'America stesse
perdendo il suo vantaggio economico, che il Giappone era un colosso
inarrestabile e così via.
Aveva anche a che fare con una nozione generale di economia globale:
quella della lotta fra gli Stati per ottenere un vantaggio competitivo –
che è da sempre un argomento molto popolare.
Fui al momento abbastanza critico riguardo questa nozione ..…
sostenevo che il successo economico, o il fallimento, aveva poco a che
fare con la concorrenza internazionale. Ma oggi quello che mi trovo a
pensare riguarda chi ha veramente fatto meglio nei decenni che son
seguiti al libro di Thurow.
E la risposta è ….. nessuno.
Il grafico mostra il PIL reale per “adulti in età lavorativa” (15-64
anni) in Francia, Giappone ed America, a partire dal 1990. La correzione
demografica è importante: il Giappone è rimasto economicamente un po’
indietro, ma molte delle ragioni sono appunto legate alla demografia.
LEGGI TUTTO:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15442
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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