STUPIDA RAZZA

lunedì 27 aprile 2020

Il 25 Aprile 48 ore dopo




Ho trascorso il 25 Aprile in casa, pensando a quando l’Italia era divisa, e il suo popolo oppresso, incarcerato, torturato e fucilato dai nazifascisti, e una parte di quel popolo rispondeva col piombo all’oppressione e alla morte. Mi sono ricordato di Marzabotto, di Sant’Anna di Stazzema, di Vinca, di Monchio e di molti luoghi teatro di stragi, di combattimenti, di città grigie, dove la gente non usciva per il coprifuoco e in cui la libertà era sospesa o annullata.
E poi ho considerato che alla data di questo 25 Aprile, quando l’Italia conta 26mila morti per l’epidemia di Covid-19, da due mesi il governo ha limitato alcuni fra i nostri diritti fondamentali, e l’attività del Parlamento è sempre più spesso sostituita dai report di task force di esperti conosciuti a pochi nella lotta al virus. Se la riduzione dei diritti si spiega con ragioni di sicurezza per contenere la pandemia, non ha invece ragione di essere il bombardamento mediatico a cui siamo stati sottoposti e che censura chiunque – non dico chi arrivi al punto di ribellarsi – osi esprimere delle critiche o ricordare semplicemente fatti recenti. Se prima le mascherine non servivano a niente, ora sono diventate necessarie, ma nessuno osa dire perché per un mese nelle sedi delle istituzioni vi era chi ripeteva di continuo che le mascherine andavano bene per le ortiche. Quante vite sono finite per aver prestato fede a quelle parole criminali?
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