STUPIDA RAZZA

lunedì 10 dicembre 2012

L’acciaio dell’Ilva è appeso a un filo

Il recente decreto legge del governo sull’Ilva è inadeguato alla gravità della crisi di Taranto. Da una parte assicura – forse – continuità alla produzione e pone le premesse, almeno per il momento, per la continuità occupazionale e di mercato dell’azienda, a Taranto come a Genova, un sito legato strettamente alle sorti del grande stabilimento meridionale. Dall’altra cancella all’istante le decisioni della giustizia, colpendo alla base il sistema giuridico del paese e crendo un pericoloso precedente. Come ha sottolineato Gustavo Zagrebelsky sul quotidiano La Stampa, si minano alle fondamenta sia il codice di procedura penale che quello penale. Il decreto esclude ogni possibile intervento della magistratura anche nel caso in cui l’azienda si sottragga agli obblighi stabiliti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). O, come ci ricorda Giovanni Negri su Il Sole 24 Ore, citando le dichiarazioni del professor Giulio Enea Vigevani, si tratta di un decreto con molte falle sul piano giuridico. L’intervento è dichiaratamente preso, secondo i due autori, per bloccare gli effetti di una pronuncia della magistratura, il che – in un ordinamento giuridico che ha alla base la separazione tra i poteri dello stato – presenta forti elementi di criticità. Si configura una sorta di “diritto speciale” per l’Ilva. 
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 http://sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/L-acciaio-dell-Ilva-e-appeso-a-un-filo-15853

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