Il recente decreto legge del governo sull’Ilva è inadeguato alla gravità
della crisi di Taranto. Da una parte assicura – forse – continuità alla
produzione e pone le premesse, almeno per il momento, per la continuità
occupazionale e di mercato dell’azienda, a Taranto come a Genova, un
sito legato strettamente alle sorti del grande stabilimento meridionale.
Dall’altra cancella all’istante le decisioni della giustizia, colpendo
alla base il sistema giuridico del paese e crendo un pericoloso
precedente. Come ha sottolineato Gustavo Zagrebelsky sul quotidiano La Stampa,
si minano alle fondamenta sia il codice di procedura penale che quello
penale. Il decreto esclude ogni possibile intervento della magistratura
anche nel caso in cui l’azienda si sottragga agli obblighi stabiliti
dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). O, come ci ricorda
Giovanni Negri su Il Sole 24 Ore, citando le dichiarazioni del
professor Giulio Enea Vigevani, si tratta di un decreto con molte falle
sul piano giuridico. L’intervento è dichiaratamente preso, secondo i due
autori, per bloccare gli effetti di una pronuncia della magistratura,
il che – in un ordinamento giuridico che ha alla base la separazione tra
i poteri dello stato – presenta forti elementi di criticità. Si
configura una sorta di “diritto speciale” per l’Ilva.
leggi tutto:
http://sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/L-acciaio-dell-Ilva-e-appeso-a-un-filo-15853
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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