STUPIDA RAZZA

martedì 18 dicembre 2012

Qual è l'antidoto alla modernità? Un sano egoismo

Ci sono quelli che non hanno mai tempo e non si fermano mai. «È una perdita di tempo» ti dicono. Dove corrano e perché, è un mistero anche per loro stessi, visto che rimandano tutto a un futuro indefinito, quando finalmente potranno fare quanto, per mancanza di tempo, gli era stato a suo tempo precluso. Di solito muoiono prima, oppure in corso d'opera, ma se qualcuno sopravvive è solo per poter constatare che, purtroppo, non c'è più tempo... L'agile saggio di Armando Torno, Elogio dell'egoismo (Bompiani), ruota intorno a questo paradosso: abbiamo una vita limitata, ma ci comportiamo come se fosse eterna, ci illudiamo di riempirla di cose, e intanto la sprechiamo. Siamo troppo occupati a vivere per domandarcene il perché. Elogio dell'egoismo è quindi un vademecum per muoversi nel mare della modernità, dove a ogni istante le onde dell'ansia minacciano di sommergerci. Mai come oggi la libertà si confonde con la schiavitù. Prendiamo la comunicazione: siamo talmente interconnessi da aver perso il diritto a starsene per i fatti propri. Chi non ha un cellulare viene considerato un alienato, chi non utilizza un computer è fuori dalla catena produttiva, chi non chatta, non twitta, non facebookka, è un asociale. Eppure, come nota Torno, «se tutti possono scrivere a tutti, i computer e gli altri strumenti di comunicazione ricordati si trasformano in fogne».
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