NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
mercoledì 31 maggio 2023
NESSUNO SA LA VERITÀ
Sembra oramai assodato che lo scopo dell’amministrazione americana nel portare la guerra in Ucraina sia quello di costringere la Russia ad una sanguinoso conflitto che dovrebbe distruggerla economicamente e politicamente fino a causare un cambio di regime interno sostituendo l’attuale con uno più favorevole agli interessi esteri per poi arrivare alla distruzione della Russia come potenza internazionale e farne un terreno di sfruttamento per i complessi industriali, commerciali e finanziari occidentali.
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L’OMS AVRÀ L’AUTORITÀ DI IMPORRE I VACCINI A LIVELLO GLOBALE
Nel video alla fine dell’articolo, John Campbell, Ph.D., infermiere educatore in pensione, esamina le modifiche proposte al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) del 2005, lo strumento che autorizza l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dichiarare un’Emergenza Sanitaria Pubblica di Interesse Internazionale (PHEIC).
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AUTO E CASE ELETTRICHE: SONO PERICOLOSE?
Va richiamata la vostra attenzione su due episodi accaduti in questi giorni, e che riguardano (ancora) l’alluvione in Romagna e la moderna tecnologia basata sull’elettricità.
Il 25 maggio i Vigili del fuoco sono intervenuti alla concessionaria Destauto di Fornace Zarattini, in provincia di Ravenna, per domare un incendio sprigionato da una Nissan elettrica andata in corto circuito. Il titolare della concessionaria si è affrettato a spiegare l’accaduto dicendo che:
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LA DOTTORESSA BALANZONI: “L’UNICO RISULTATO DEL VACCINO ANTI-COVID È LO STERMINIO”
In Francia ormai si cancella preventivamente la libertà di tenere incontri pubblici, senza che la giustizia dica nulla
Il 9 maggio, il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha chiesto ai prefetti di tutta la Francia di vietare tutti gli eventi e le proteste organizzate “dall’estrema destra o dall’ultradestra”, definizioni vaghe che contengono qualsiasi contestazione al potere costituito in Francia, cioè Macron. Solo a Parigi, la prefettura di polizia ha vietato sei eventi di questo tipo lo scorso fine settimana, compreso un simposio organizzato dall’Istituto Iliade.
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Per gli esperti la AI è un rischio come la guerra nucleare o la pandemia
In una semplice dichiarazione di 22 parole in inglese, un gruppo di ricercatori, ingegneri e amministratori delegati dell’IA ha espresso preoccupazione per la minaccia esistenziale rappresentata dall’intelligenza artificiale. Il rapporto sottolinea l’urgente necessità di dare priorità alla mitigazione dei rischi dell’intelligenza artificiale accanto a pericoli di portata globale come le pandemie e la guerra nucleare.
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La Francia minaccia Twitter si bando se smette di censurare
Twitter potrebbe essere bandito dal territorio europeo. Lunedì scorso, il ministro francese per gli Affari Digitali, Jean-Noël Barrot, ha espresso preoccupazione per le future normative sull’AI e sul GAFAM. Nel mirino del governo è finito in particolare Twitter. Il social network di Elon Musk ha recentemente annunciato l’intenzione di uscire dal codice di condotta dell’Unione Europea contro la disinformazione online, a cui è rimasto soggetto fino ad ora.
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lunedì 29 maggio 2023
Cina: incrementano i default nel sistema bancario ombra
La scorsa settimana nella finanza cinese sono accaduti alcuni eventi che hanno creato una certa preoccupazione:
1. Il rimborso all’ultimo minuto di un’obbligazione da parte di uno sviluppatore immobiliare ha riacceso i timori su un potenziale default di tali emittenti. Gli investitori sono attenti al primo mancato pagamento da parte di un veicolo di finanziamento dell’amministrazione locale, cosa che le autorità regionali stanno cercando di evitare. La possibilità è aumentata di recente, poiché l’indebolimento della situazione fiscale rende le autorità meno capaci di fornire sostegno finanziario se necessario.
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I prezzi del gas precipitano e potrebbero essere perfino negativi, ma non gioite troppo presto
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Cina: i profitti aziendali calano del 20% rispetto all’anno precedente
La ripresa cinese non è esattamente come dovrebbe essere, soprattutto per le aziende. I profitti delle imprese industriali cinesi sono scesi del 20,6% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 2.032,88 miliardi di CNY nel primo quadrimestre del 2023, tra l’indebolimento della ripresa economica, la debolezza della domanda e la pressione sui margini.
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domenica 28 maggio 2023
QUANDO LA DEMOCRAZIA RIMANE INCOMPLETA
Immaginiamo per un attimo che la democrazia (in campo politico) sia solo l’inizio di una più completa trasformazione verso una società più giusta ed egualitaria. Cosa ci serve per completare il puzzle?
Troppo spesso ci si dimentica che il potere politico è solo una formalità rispetto al vero potere: il potere economico, quello legato al potere di scambio e al possesso di beni.
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ALL’INTERNO DEI SOGNI DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’INGHILTERRA
Molti funzionari delle banche centrali hanno provato ogni sorta di narrativa per convincerci che i loro aumenti dei tassi di interesse siano giustificati. Ora stanno effettivamente sfidando le informazioni presentate nei dati ufficiali per inventarsi semplicemente le cose. Mercoledì scorso (17 maggio 2023), il governatore della Banca d’Inghilterra ha tenuto un discorso alla Camera di commercio britannica arrivato dopo che la Banca aveva alzato il tasso bancario di altri 25 punti (al 4,5%) la settimana prima. In quel discorso ha ammesso che l’inflazione stava diminuendo e che i principali driver dal lato dell’offerta stavano diminuendo. Ma ha detto che gli aumenti dei tassi erano giustificati e la disoccupazione doveva aumentare perché ora c’erano persistenti pressioni inflazionistiche provenienti da una “spirale salari-prezzi”.
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IA E ASSISTENZA SANITARIA: COSA POTREBBE ANDARE MOLTO MALE?
L’intelligenza artificiale (IA) fa notizia e le recensioni sono contrastanti.
Sebbene gli Stati Uniti siano al primo posto nel mondo per gli investimenti nell’IA, gli americani rimangono scettici. Secondo un sondaggio globale di Ipsos (qui in PDF), “solo il 35% degli americani intervistati concorda sul fatto che i prodotti e i servizi che utilizzano l’IA presentano più vantaggi che svantaggi“. Tra i Paesi intervistati, l’America ha registrato una delle percentuali più basse di persone che si sono dichiarate d’accordo con questa affermazione.
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Cina, c’è qualcosa che non va nei dati macroeconomici
C’è qualcosa di strano nei dati economici cinesi. Steven Vannelli osserva che solitamente il rapporto tra la performance delle azioni e quella delle obbligazioni segue un certo schema. L’idea è abbastanza semplice: quando le azioni superano le obbligazioni, ciò tende ad essere associato a un’economia in crescita, perché le aspettative del settore privato sono migliori rispetto al rendimento obbligazionario. Quando le obbligazioni superano le azioni, significa che è in atto una sorta di dinamica negativa e gli investitori preferiscono un rendimento fisso al rischio/opportunità delle azioni.
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Neuralink di Elon Musk è stata autorizzata allo studio clinico sull’uomo
La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha autorizzato la società di impianti cerebrali Neuralink di Elon Musk a iniziare il suo primo studio clinico sull’uomo. SSi tratta quindi di iniziare a testare la connessione diretta di un cervello umano e un computer.
We are excited to share that we have received the FDA’s approval to launch our first-in-human clinical study!
This is the result of incredible work by the Neuralink team in close collaboration with the FDA and represents an important first step that will one day allow our…
— Neuralink (@neuralink) May 25, 2023
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La Germania tira il freno sulle riforme Green
Dopo la ragionevole richiesta della Francia di mettere in pausa le nuove norme ecologiche, arriva un’opposizione ancora più forte in Germania…
Lo Spectator si chiede: la Germania si sta opponendo al Green Deal dell’UE?
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giovedì 25 maggio 2023
“SONO CRIMINALI, IL LORO POSTO È DIETRO LE SBARRE”, L’INTERVENTO DI ANDERSON AL PARLAMENTO EUROPEO
“Grazie a tutti per essere qui, grazie a tutti. Avete viaggiato per tutto il mondo per essere qui, è una cosa molto importante perché una cosa che hanno voluto fare sin dall’inizio è stata quella di isolarci tutti, questo è ciò che hanno cercato di fare.
E il mio pupazzo senza scrupoli preferito del WEF è probabilmente Justin Trudeau che ha coniato questa frase “sono solo una piccola minoranza marginale che ha opinioni inaccettabili, non andranno da nessuna parte”. Beh, vi dico una cosa, sono una fiera esponente di quella “piccola minoranza marginale”!
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QUANDO NON HAI CONTANTI IN TASCA E I BANCOMAT NON FUNZIONANO: PSICODRAMMA DELLA MONETA DIGITALE NEL BEL MEZZO DI UN’EMERGENZA
La visione della Romagna devastata dalle esondazioni non andrà via presto dalla nostra memoria. Certo, non è la prima calamità naturale che ci capita di affrontare come Paese. Inutile approfondire quel che già sappiamo: la mancanza di manutenzione del fragile territorio italiano peggiora sempre la situazione. Ma a questa brutta faccenda se n’è aggiunta un’altra che, prepotentemente, si sta presentando nella vita di molte persone e dei piccoli centri isolati che hanno vissuto il dramma di rimanere senza elettricità.
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La Germania entra in recessione. Finalmente il governo “Semaforo” ha raggiunto il suo obiettivo
Ufficialmente la Germania entra in recessione. L’economia tedesca si è contratta dello 0,3% nel primo trimestre del 2023, come rivisto rispetto alla stima iniziale di crescita zero. Questo dato rivisto indica un secondo trimestre consecutivo di declino economico, facendo sprofondare la più grande economia europea in una recessione, a causa del persistente e alto aumento dei prezzi e dell’impennata dei costi finanziari voluta dalla politica monetaria della BCE.
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mercoledì 24 maggio 2023
IL CLUB DI ROMA: L’ISTERIA CLIMATICA PER CREARE UNA GOVERNANCE GLOBALE
All’inizio degli anni ’70 gli Stati Uniti e gran parte del mondo occidentale stavano entrando in una crisi economica di stagflazione. Con l’aiuto (o forse dietro istruzioni) della Federal Reserve (FED) nel 1971 Nixon sganciò completamente il dollaro dal “gold standard”, il che finì per aumentare le pressioni inflazionistiche. Il boom postbellico dell’Europa si interruppe bruscamente, mentre negli Stati Uniti i prezzi dei beni (oltre che di petrolio/benzina) salirono alle stelle fino al 1981-1982, quando la Federal Reserve portò i tassi di interesse a circa il 20% e creò un deliberato crollo recessivo.
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Le vecchie generazioni sono le sole responsabili del degrado ambientale?
Sono le vecchie generazioni le sole responsabili del degrado ambientale? Analisi delle responsabilità condivise e delle contraddizioni delle nuove generazioni.
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Boeing: il “Carburante per l’aviazione sostenibile” non potrà sostituire quello tradizionale a parità di prezzo
Il carburante per l’aviazione sostenibile (SAF) non potrà mai raggiungere la parità di prezzo con il jet fuel per poter competere con i carburanti convenzionali e contribuire alla decarbonizzazione del settore dell’aviazione, secondo il presidente e amministratore delegato di The Boeing Company, David Calhoun.
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DEBT CEILING … UP!
Ci siamo lasciati con l’America che sta per fallire, mentre la Yellen un giorno e un altro ancora, avverte che il fallimento è dietro l’angolo.
Si, la nonnina, è la stessa che qualche anno fa, prima di fare le valigie dalla Fed suggeriva che sino a quando lei sarebbe rimasta in vita, non ci sarebbe stata alcuna crisi finanziaria.
Poi è arrivata la debacle delle banche regionali americane, che non è affatto finita.
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TRUMP: “SONO DEI PAZZI, GLI STATI UNITI NON POSSONO ANDARE IN DEFAULT, STAMPANO I SOLDI”
In uno dei miei ultimi articoli vi ho parlato della “novella” senza fine relativa al “tetto del debito” che puntualmente il Congresso americano impone all’ammontare del debito pubblico degli Stati Uniti.
Una novella che ormai si ripete di generazione in generazione e che fino ad oggi è sempre servita al solo scopo di giustificare il disegno di estrema paura, che i poteri profondi di stanza nei vari governi del mondo, intendono infondere tra la gente in relazione al fatto che i soldi possano improvvisamente finire.
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lunedì 22 maggio 2023
OCCIDENTE SENZA FIGLI
IL DEMONE CHE ISPIRA LE STRAGI INSENSATE
Ogni giorno c’è qualcuno negli Stati Uniti che si alza dal letto con l’idea di ammazzare qualcuno. Non per fame, non per gelosia, non perché ha subito un torto, non perché è un nemico ma perché sente questo impulso feroce e gratuito per affermare se stesso contro il mondo; o per distruggere se stesso insieme al mondo.
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UN PAESE ALLAGABILE CHE CADE A PEZZI!
Circa cento i Comuni coinvolti – il triplo rispetto al terremoto del 2012 – oltre 36mila persone costrette a lasciare la propria casa e trovare alloggio da amici e parenti o nei centri d’accoglienza e 14 morti, sono i numeri spaventosi che mostrano il disastro che si è materializzato in Emilia Romagna, in conseguenza della devastante alluvione in corso.
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Ratificare o non ratificare il MES, questo è il problema
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è andato a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo, dove ha ammesso esplicitamente di non poter garantire la ratifica della riforma del MES, cioè del Meccanismo Europeo di Stabilità, detto anche Fondo Salva Stati.
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domenica 21 maggio 2023
PERCHÉ LA CINA NON PUÒ SALVARE IL MONDO DA UNA NUOVA GRANDE DEPRESSIONE
Negli ultimi due decenni, da quando la Cina è stata ammessa all’OMC, la sua base industriale nazionale ha compiuto incredibili passi da gigante, fino a diventare il primo produttore economico mondiale in molti settori importanti. I dibattiti accademici sul fatto che il PIL della Cina sia più grande di quello degli Stati Uniti sono fuori luogo. Il PIL è in gran parte inutile come misura di un’economia reale. Se valutata in termini di produzione economica fisica reale, la Cina ha distanziato di molto gli Stati Uniti e tutti gli altri. Pertanto, il futuro della produzione industriale cinese è fondamentale per il futuro dell’economia mondiale. La globalizzazione dell’economia mondiale lo ha reso tale.
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GRANDI SCOMMESSE E VENTI CONTRARI
Le forze economiche – i forti venti in poppa del dopoguerra – quelli che avevano caratterizzato gli ultimi 35 anni e permesso i viaggi dorati attraverso l'”era dell’abbondanza” occidentale, non soffiano più in direzione favorevole. Stavano già rallentando, ma ora stanno cambiando direzione.
Questi venti hanno girato di 180°: sono raffiche di vento contrario. Si tratta di un cambiamento strutturale all’interno di un lungo ciclo. Non ci sono soluzioni rapide e “magiche”. Gli anni buoni del “Cabaret” sono finiti. Dovremo “accontentarci” di meno e la conseguente volatilità politica è inevitabile.
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PAGAMENTO TASSE E MULTE: ROTTAMAZIONE QUATER, SCOPRI SE SEI UN CITTADINO DI SERIE A O DI SERIE B
Anche se nelle aule dei tribunali c’è scritto che “La Legge e Uguale per Tutti” l’Italia è quel paese dove troppo spesso i cittadini davanti alla legge non sono tutti uguali.
Ricordate quando chi non aveva obbedito all’ordine di vaccinarsi veniva sospeso dal proprio lavoro?
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L’EUROPA ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO: GIÙ LE MANI DAI BAGNETTI
La mia origine mi riporta indietro in un tempo ormai perduto forse per sempre. Ricordo la felicità che provavo quando con la stagione estiva da Maglie ci spostavamo a Otranto con mia madre e mia sorella, mentre mio padre ci raggiungeva dopo il lavoro. Ho subito amato il mare, mi attirava il colore azzurro, la limpidezza dell’acqua, i pesciolini che nuotavano fiduciosi in prossimità della spiaggia. Mia madre non faceva in tempo a spogliarmi che io fuggivo verso il mare, che mi accoglieva tra mille spruzzi. A Otranto prendevamo in affitto una cabina realizzata con una struttura di legno, presso uno stabilimento che le montava all’inizio stagione. Venivano posizionate anche su palafitte nel mare con una banchina che le collegava alla spiaggia, da lì si potevano fare i tuffi. Ci conoscevano tutti e l’ambiente era confortevole e sicuro, gestito da persone del posto e a carattere familiare.
Exxon: il “Net zero” per il 2050 è un mito che distruggerà il benessere mondiale.
Il mondo è guidato dall’ipocrisia green e ESG, quella che ormai pervade le teste telecomandate dei politici UE. In questa situazione le voci dissenzienti vengono tacitate con sistemi al limite della violenza, come si vede con le vicende legate alle alluvoni in Emilia Romagna. Eppure è quello che ha fatto questa settimana l’azienda odiata da tutti i progressisti, la Exxon Mobil, che è stata la prima a denunciare le insidiose e risibili affermazioni secondo cui il raggiungimento del “net zero” sarebbe una possibilità anche solo remota entro il 2050.
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Immobili commerciali USA: primo calo nei valori potrebbe causare una valanga e coinvolgere le banche regionali
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la miscela esplosiva che oggi scatena la tempesta perfetta
L e Telco europee stanno affrontando quella che Pietro Labriola ha recentemente definito al Mobile World Congress come una «tempesta perfetta»: ricavi in calo, concorrenza fortissima, ingenti investimenti legati alla costruzione alle reti in fibra ottica, al pagamento delle frequenze 5G e delle reti mobili di nuova generazione. Nel caso specifico di BT, colpisce l'indicazione che una volta concluso il processo di costruzione della rete in fibra, la società avrà bisogno di meno manodopera grazie all'introduzione dell'intelligenza artificiale e della fibra che richiede costi di manutenzione più bassi del rame. C'è da sottolineare che se si dovessero replicare in Italia le politiche avviate dalle aziende inglesi avremmo un rischio occupazionale davvero alto. È urgente pertanto che si riprenda l'interlocuzione avviata nei mesi scorsi ai massimi livelli. La situazione che si è venuta a creare è figlia di anni di politiche votate ai consumatori che hanno spinto al ribasso i prezzi finali, aumentando la concorrenza. In Europa abbiamo oltre 100 operatori telefonici contro i 3-4 presenti negli Usa e in Cina: in dieci anni la contrazione media a livello Ue dei prezzi di fisso e mobile è stata del 14%. In Italia la situazione, se possibile, è ancora più pesante, con i prezzi che sono calati del 34%. La combinazione con la nuova ondata di investimenti, che solo in Italia vale 7 miliardi l'anno, e con un contesto macroeconomico cambiato in maniera imprevedibilmente rapida, rappresenta una miscela esplosiva. Altri mercati, come Usa, Brasile o Sud Corea, hanno consentito un consolidamento e i loro mercati, con meno operatori a farsi concorrenza, si stanno dimostrando più resilienti. Occorre pertanto creare un nuovo assetto su prezzi, sulla regolamentazione e sul numero di operatori in modo che questo contribuisca a ridare sostenibilità al sistema in Italia e in Europa. Ciò serve a garantire al settore capacità di investimento nell'innovazione dei servizi e delle infrastrutture, fattori ugualmente indispensabili per la crescita economica dell'intero Paese. E la responsabilità in questo senso è di tutti. Dei governi, che devono sostenere la costruzione delle reti di nuova generazione e la transizione verso un'economia digitale. Dei regolatori, che devono consentire un consolidamento che risulta sempre più necessario per il comparto. Delle autorità europee, che stanno valutando come normare l'annoso problema del rapporto con gli OTT, che sono i principali ‘generatori' di traffico (occupano quasi il 60% del traffico di Internet), ma che non contribuiscono allo sviluppo della rete. Degli operatori di telecomunicazioni, che devono smettere di inseguire una politica fatta di offerte e guerra sui prezzi. Una parte di responsabilità è poi a carico della regolamentazione: diversi mercati, a partire da quello italiano, hanno cercato un consolidamento, con operazioni volte a riportare razionalità nel settore. Fino ad ora i regolatori hanno sempre richiesto nuovi ingressi per consentire le fusioni, come è successo con Iliad dopo il merger fra Wind e 3 Italia. Pare che questo approccio, secondo le indicazioni che arrivano ad esempio dalla Spagna, dall'Olanda e dal Regno Unito, stia per essere superato e questo è un fattore positivo. Per agevolare il consolidamento è per esempio necessario ampliare il CAP sul possesso di frequenze spettrali. Infine, e soprattutto, è necessario considerare la strategicità degli investimenti che le Telco stanno portando avanti, che sono cruciali per lo sviluppo dell'economia europea, e mettere le società nelle condizioni di farli avendo la garanzia di una consistente remunerazione, come avviene per le reti del gas, dell'energia elettrica o dell'acqua che adottano per le tariffe la metodologia Rab. La strategia da seguire è quella di ritrovare una politica industriale, sia a livello nazionale che comunitario, che aiuti a riparare ai danni di anni in cui le Telco sono finite nel dimenticatoio: i segnali di apertura verso un consolidamento dei mercati e la consultazione sul fair share/fair contribution da parte degli OTT rappresentano dei primi passi avanti.
Tlc in crisi, Bt taglia 55mila posti
I giganti europei delle telecomunicazioni sempre più alle prese con una crisi dettata dal calo dei ricavi e dalla forte concorrenza sulle tariffe. Dopo Vodafone (11mila posti in meno in tre anni), ieri è toccato a British telecom annunciare 55mila licenziamenti entro il 2030. La società conta di fare affidamento «su una forza lavoro ridotta e costi significativamente più bassi», dice il ceo Philip Jansen. Circa 10mila addetti saranno sostituiti da processi digitali, automazione e intelligenza artificiale. Un maxi piano di ridimensionamento che arriva a pochi giorni di distanza dall'annuncio di Vodafone Group che ha dichiarato di voler procedere al taglio di 11mila posti di lavoro in tre anni. Un'asticella, questa, che BT alza ancora di più: fino a 55mila in meno entro l'anno fiscale che si concluderà a marzo 2030. I lavoratori della ex British Telecom potrebbero quindi scendere a 75mila, dai 130mila attuali. Un taglio fino al 42% nei prossimi sette anni che rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme per un settore delle Tlc alle prese con guerra dei prezzi, iperegolamentazione, avanzata degli Ott che fanno lauti affari su infrastrutture su cui però sono le telco ad avere l’onere degli investimenti. Non a caso le compagnie telefoniche europee – sotto l'egida di Gsma ed Etno che rappresentano 160 operatori mobili, tra cui Deutsche Telekom, Orange, Telefónica e Tim – hanno presentato una proposta preliminare alla Ue per introdurre una norma volta ad imporre alle big tech e agli Ott una compartecipazione ai costi per il rollout del 5G e del broadband in Europa. Gli investitori in Borsa hanno mostrato il pollice verso a conti e indicazioni arrivate dalla compagnia inglese con un titolo che ha perso il 5% nella seduta di ieri. L’annuncio dei tagli è arrivato, infatti, insieme ai risultati finanziari dell'anno fiscale chiuso il 31 marzo con ricavi scesi dell’1% a 20,7 miliardi di sterline rispetto a una previsione di 20,5 miliardi di sterline. Dall’altra parte l’utile netto è salito a 1,9 miliardi (da 1,2 miliardi), ma principalmente grazie a “super deduzioni” legate alla cessione di BT Sport, che hanno portato l’aliquota effettiva sui profitti a -10,2% dal 35% del 2022. A deludere il mercato è stato soprattutto il debole flusso di cassa, che a livello rettificato è stato di 1,3 miliardi (nella parte bassa della forchetta 1,3-1,5 miliardi), con un calo del 5%, motivato da BT con gli investimenti per la costruzione delle rete in fibra Openreach. I 55mila posti di lavoro in meno in 7 anni rappresentano un messaggio forte, ma non un fulmine inatteso all’interno della vita di un’azienda che ormai da almeno cinque anni, con l’arrivo del ceo Philip Jansen, sta puntando a mettere a posto i conti, anche attraverso un risparmio nei costi di 3 miliardi di sterline entro la fine del 2025. Dall’aprile 2020 il gruppo ha realizzato circa 1,2 miliardi di sterline di risparmi in vista del raggiungimento di questo target. In questo senso non va trascurato il -25,57% del titolo da inizio anno, con gli investitori che stanno guardando all’azione costante di razionalizzazione della telco Uk. «Il nuovo gruppo Bt sarà un'azienda più snella con un futuro migliore», ha commentato il ceo. In questo quadro a presentare il conto sarà anche l’avanzamento tecnologico. Digitalizzazione, automazione e maggior utilizzo dell’intelligenza artificiale avranno come portato la sostituzione di circa 10mila addetti. «Si tratta di utilizzare la tecnologia per fare le cose in modo molto più efficiente», ha affermato Jansen. A completare il quadro ci sarà poi la fine dei lavori per la realizzazione delle reti mobili ultrabroadband in 5G. Certo è che l'uno-due arrivato dal Regno Unito sull'asse Vodafone-BT (che ha come azionista principale al 18% Patrick Drahi, magnate francoisraeliano patron di Altice in Francia, seguito al 12% da T-Mobile, controllata di DT) riporta al centro dell’attenzione interrogativi sulla condizione di Uk post-Brexit. Ma di fondo c’è sempre un tema di sostenibilità del settore Tlc che, come ha detto la stessa ceo Vodafone Margherita Della Valle presentando i conti del gruppo, «ha tra i più bassi Roce (il rendimento del capitale investito, ndr) in Europa, accanto al più alto capitale richiesto di investimento» con un impatto sul rendimento degli azionisti. Ne sanno qualcosa in Uk, ne sanno qualcosa anche in Italia dove al centro del dibattito ora c’è il destino della rete Tim. Il 9 giugno la deadline per le nuove offerte di Kkr e Cdp-Macquarie. Da far arrivare a un board Tim in cui Vivendi alla fine ha deciso di rientrare a dire la sua, indicando come consigliere Luciano Carta.
Il G7 discute le sanzioni a Mosca Nel mirino pure i diamanti russi
Al summit del G7 che si terrà a partire da oggi a Hiroshima in Giappone fino a domenica 21 si parlerà di pace. La scelta di Hiroshima, la città giapponese devastata dalla bomba atomica il 6 agosto 1945 non è casuale. L’obiettivo dei leader delle sette prime economie mondiali punterà proprio sul disarmo nucleare, tema a cui il primo ministro giapponese Fumio Kishida tiene moltissimo. A destare più di qualche timore ci sono prima di tutte le crisi tra Russia e Ucraina e quella tra Cina e Taiwan. Senza considerare i test missilistici della Corea del Nord. D’altronde il Giappone è l’unico Paese del G7 a non aver fornito armi letali all’Uc ra i n a . Per questo il segretario di gabinetto per gli Affari pubblici, Noriuki Shikata, ha fatto sapere che «Hiroshima è il luogo più adatto per esprimere il nostro impegno per la pace». In primis, insomma, c’è la situazione russo ucraina. In questo caso i potenti della terra discuteranno dell’undicesi - mo pacchetto di sanzioni contro la Russia. L’idea non è quella di stilare una lista di merci che non possono essere scambiate, ma di fare il contrario: redigere un insieme di prodotti che ancora si possono comprare da Mosca. Tra questi non c’è di certo il gas. Secondo i funzionari coinvolti nei negoziati, infatti, il G7 e l’Unione europea vieteranno le importazioni di gas russo sulle rotte dove Mosca ha tagliato in passato le forniture. Nel caso in cui al G7 si decidesse dunque di compiere questa mossa, è molto probabile che Mosca risponderebbe chiudendole del tutto. Indiscrezioni vicine al G7 fanno sapere che gli americani guidati dal presidente Joe Biden avrebbe - ro chiesto all’Europa persino di non comprare più gas da Mosca. Il risultato di questo stop agli acquisti di gas sarebbe di certo quello di far tornare a salire il prezzo dell’energia e di togliere al Vecchio Continente 43,8 miliardi di metri cubi di gas, 3,65 al mese. Stando a una bozza di dichiarazione del G7, visionata dal Financial Times, il gruppo delle principali economie mondiali ridurrà ulteriormente l’uso delle fonti energetiche russe «anche impedendo la riapertura di strade precedentemente chiuse dall’ar - mamento energetico russo» almeno fino a quando «non ci sarà una risoluzione del conflitto». Lo stesso destino potrebbe interessare, inoltre, anche gli oledotti dove Mosca l’anno scorso ha tagliato le forniture, tra cui il tratto settentrionale della linea Druzhba che rifornisce le raffinerie in Germania e Polonia. Inoltre, durante il vertice, i leader del G7 discuteranno di come tracciare il commercio dei diamanti russi, con l’obiet - tivo di imporre restrizioni in una fase successiva, secondo un funzionario dell’Ue . L’altro grande fronte al G7 sarà quello della Cina e della pace nell’area dell’Indo-Pacifi - co, con i rapporti caldi tra Pechino e Taiwan. In questo caso l’obbiettivo è raffreddare gli animi. Certo è che la pace in que l l ’area resta un tema centrale di questo summit giapponese del G7, fatto evidenziato anche dall’invito a partecipare a varie sessioni rivolto ai leader di Australia, India (che è alla presidenza del G20), Indonesia (presidente di turno dell’Asean), Sud Corea e Vietnam. Pechino, dal canto suo, ha esortato Usa, Giappone, e gli altri Paesi del G7 «a rispettare i documenti politici sulle relazioni bilaterali con la Cina, a rispettare il principio della “Unica Cina”, a sospendere le connivenze e il sostegno alle forze di indipendenza di Taiwan», ha fatto sapere il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, circa le ipotesi che il summit G7 di Hiroshima includa nel documento finale il richiamo sull’« i m po rtan za della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan». Le parti, ha aggiunto Wan g, dovrebbero «smettere di provocare e giocare con il fuoco sulla questione di Taiwan perché si rischia di bruciarsi».
La sfida di Ue e Stati Uniti all’Oms: una task force per contenere la Cina
La transizione verde aumenta del 20% i consumi di energia
Gli amanti del c om p l ott i sm o avranno apprezzato il nome del convegno organizzato ieri da Ey, la ex Ernst & Young, grandissima società di consulenza che sussurra a grandi e governi. «Energy reset, summit 2023» è il titolo dell’evento e dello studio sottostante che spiega in modo semplice e diretto come servisse un grande choc per imporre la transizione ecologica al Vecchio Continente. Senza sarebbe stato praticamente impossibile avviare in tempi rapidi il percorso di passaggio dalla società basata sui carburanti fossili a quella sostenuta dalle rinnovabi l i . Ey, ovviamente con un punto di vista completamente diverso dai nostri articoli e dai reportage della Ve rità sul tema arriva però a unire gli stessi puntini. «L’i nte r r u z io n e delle forniture di gas dalla Russia ha reso necessaria una diversificazione delle fonti di importazioni dal momento che l’Italia dipendeva per il 40% dalla fornitura di questa fonte energetica russa. L’indi - viduazione di alternative da mettere in campo e i relativi investimenti non possono che essere orientati verso soluzioni strategiche, economicamente sostenibili ed efficienti nel breve, medio e lungo termine», si legge nella presentazione diffusa dalle agenzie. « L’aumento del costo della CO2, unito al costo del gas ha praticamente raddoppiato il prezzo minimo a cui il mercato può fornire l’energia elettrica, essendo gli impianti a gas i price maker», si legge ancora. Questi elementi, assieme allo stop europeo entro il 2035 ai combustibili fossili nei trasporti o ancora all’i n c remento degli obiettivi nazionali di produzione delle fonti di energie rinnovabili, hanno portato «non solo a un ridimensionamento degli equilibri attuali, ma anche a un necessario cambio di rotta nelle soluzioni green». La Ey non può non notare che la fiducia dei consumatori è però uscita ammaccata da questo «reset». I consulenti hanno evidentemente difficoltà a comprendere come mai i cittadini non siano contenti di pagare dieci volte tanto le bollette e fare sacrifici per consentire a Bruxelles e alle aziende di fare la transizione ecologica. Tanto non lo capiscono, che decidono di avviare una strategia per riconquistare la fiducia dei cittadini. In questo percorso di marketing e di storytelling i numeri però tornano a fare capolino e ad avere la meglio sulla nebbia prodotta dalle slide. Le analisi Ey evidenziano infatti la necessità di raddoppiare la produzione di energia rinnovabile in 20 anni «perché, tra l’altro, si stima che i consumi di energia elettrica aumenteranno del 20% per via dello switch (cambio, ndr) verso i veicoli elettrici dovuto allo stop europeo al 2035 per auto a benzina e diesel». Tradotto, serviranno 50 terawatt ora all’anno in più e solo per far marciare le auto elettriche. È chiaro a questo punto che la transizione non è ecologica ma solo di business. Nulla di ciò che succederà nei prossimi mesi e anni farà bene all’ambiente. Anzi, il diffondersi delle batterie elettriche scardinerà il sotto suolo. Certo, con l’evoluzione della tecnologia i sistemi di accumulazione miglioreranno e saranno più efficienti, ma continueranno a succhiare ingenti quantità di materie prime. Ieri, il Wall street journal ha svelato come i vertici di Gm stiano cercando di chiudere accordi direttamente con le società minerarie per blindarsi quote di mercato. Una singola batteria per auto elettrica può pesare fino a 500 chilogrammi e che per la sua fabbricazione richiede lo scavo, lo spostamento e il trattamento di oltre 225 tonnellate di materie prime che si trovano in Cina o nella Repubblica Democratica del Congo, dove anche i bambini scavano a mani nud e. Così, mentre si discute di cambiamenti climatici e di alluvioni senza concentrarsi sulla pulizia degli alvei dei fiumi e sulla gestione da buon padre di famiglia della nostra orografia, i sostenitori della transizione spingono in una direzione che non sembra affatto rassicurante. Tanto più che nel frattempo la politica gioca di sponda, muovendo leve finalizzate a rendere la mobilità tradizione ingestibile. Abbiamo scritto numerose volte delle mosse del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e del suo intento di fare proseliti. Ecco che il collega di Roma, Roberto Gualtieri, ieri ha confermato l’idea di seguire l’esempio meneghino. «Pensiamo a meccanismi di deroga, di chilometraggio, per non bloccare completamente la circolazione delle auto ma mettendo limiti, come fanno a Milano. Un piano equilibrato che ridurrà l’inquinamento e non scaricherà un peso troppo forte su chi non può permettersi di sostenerlo», ha dichiarato alle agenzie definendo le prossime tappe di esclusione delle auto con motore a scoppio. Insomma, un circolo che ha la forma del cappio attorno alla mobilità tradizionale. Poco importa che ieri la Commissione del Senato abbia bocciato la direttiva green sull’auto - trasporto. Le scelte si stanno compiendo molto in alto.