STUPIDA RAZZA

domenica 21 maggio 2023

la miscela esplosiva che oggi scatena la tempesta perfetta

 

L e Telco europee stanno affrontando quella che Pietro Labriola ha recentemente definito al Mobile World Congress come una «tempesta perfetta»: ricavi in calo, concorrenza fortissima, ingenti investimenti legati alla costruzione alle reti in fibra ottica, al pagamento delle frequenze 5G e delle reti mobili di nuova generazione. Nel caso specifico di BT, colpisce l'indicazione che una volta concluso il processo di costruzione della rete in fibra, la società avrà bisogno di meno manodopera grazie all'introduzione dell'intelligenza artificiale e della fibra che richiede costi di manutenzione più bassi del rame. C'è da sottolineare che se si dovessero replicare in Italia le politiche avviate dalle aziende inglesi avremmo un rischio occupazionale davvero alto. È urgente pertanto che si riprenda l'interlocuzione avviata nei mesi scorsi ai massimi livelli. La situazione che si è venuta a creare è figlia di anni di politiche votate ai consumatori che hanno spinto al ribasso i prezzi finali, aumentando la concorrenza. In Europa abbiamo oltre 100 operatori telefonici contro i 3-4 presenti negli Usa e in Cina: in dieci anni la contrazione media a livello Ue dei prezzi di fisso e mobile è stata del 14%. In Italia la situazione, se possibile, è ancora più pesante, con i prezzi che sono calati del 34%. La combinazione con la nuova ondata di investimenti, che solo in Italia vale 7 miliardi l'anno, e con un contesto macroeconomico cambiato in maniera imprevedibilmente rapida, rappresenta una miscela esplosiva. Altri mercati, come Usa, Brasile o Sud Corea, hanno consentito un consolidamento e i loro mercati, con meno operatori a farsi concorrenza, si stanno dimostrando più resilienti. Occorre pertanto creare un nuovo assetto su prezzi, sulla regolamentazione e sul numero di operatori in modo che questo contribuisca a ridare sostenibilità al sistema in Italia e in Europa. Ciò serve a garantire al settore capacità di investimento nell'innovazione dei servizi e delle infrastrutture, fattori ugualmente indispensabili per la crescita economica dell'intero Paese. E la responsabilità in questo senso è di tutti. Dei governi, che devono sostenere la costruzione delle reti di nuova generazione e la transizione verso un'economia digitale. Dei regolatori, che devono consentire un consolidamento che risulta sempre più necessario per il comparto. Delle autorità europee, che stanno valutando come normare l'annoso problema del rapporto con gli OTT, che sono i principali ‘generatori' di traffico (occupano quasi il 60% del traffico di Internet), ma che non contribuiscono allo sviluppo della rete. Degli operatori di telecomunicazioni, che devono smettere di inseguire una politica fatta di offerte e guerra sui prezzi. Una parte di responsabilità è poi a carico della regolamentazione: diversi mercati, a partire da quello italiano, hanno cercato un consolidamento, con operazioni volte a riportare razionalità nel settore. Fino ad ora i regolatori hanno sempre richiesto nuovi ingressi per consentire le fusioni, come è successo con Iliad dopo il merger fra Wind e 3 Italia. Pare che questo approccio, secondo le indicazioni che arrivano ad esempio dalla Spagna, dall'Olanda e dal Regno Unito, stia per essere superato e questo è un fattore positivo. Per agevolare il consolidamento è per esempio necessario ampliare il CAP sul possesso di frequenze spettrali. Infine, e soprattutto, è necessario considerare la strategicità degli investimenti che le Telco stanno portando avanti, che sono cruciali per lo sviluppo dell'economia europea, e mettere le società nelle condizioni di farli avendo la garanzia di una consistente remunerazione, come avviene per le reti del gas, dell'energia elettrica o dell'acqua che adottano per le tariffe la metodologia Rab. La strategia da seguire è quella di ritrovare una politica industriale, sia a livello nazionale che comunitario, che aiuti a riparare ai danni di anni in cui le Telco sono finite nel dimenticatoio: i segnali di apertura verso un consolidamento dei mercati e la consultazione sul fair share/fair contribution da parte degli OTT rappresentano dei primi passi avanti.



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