STUPIDA RAZZA

domenica 21 maggio 2023

La sfida di Ue e Stati Uniti all’Oms: una task force per contenere la Cina

 



Non parlano e sp l ic i tam e nte della Cina, non citano l’Oms. Ma è chiaro che, dietro l’idea di Stati Uniti e Unione europea, che lanciano una task force congiunta per la salute, c’è il tentativo di recuperare il terreno perso in seno alle istituzioni multilaterali globali. Quelle che Pechino ha colonizzato, con le conseguenze palesi e disastrose cui abbiamo assistito nell’era Covid: gli imbarazzanti silenzi del direttore del l’agenzia Onu, Ted ros Adhanom Ghebreyesus, politicamente molto debitore al regime comunista asiatico, trasformatisi addirittura nelle lodi sperticate della sua delegazione, che a febbraio 2020 si recò nelle metropoli in lockdown, compiacendosi per «il più ambizioso, agile e aggressivo sforzo di contenimento di una malattia nella storia». Uno straordinario spot alle serrate, cui fornì poi l’assist decisivo l’Italia di G iu - seppe Conte e Roberto Spera n za . Quelle titubanze e quelle complicità hanno ritardato le opportune contromisure in tutto il resto del mondo, provocando chissà quanti morti evitabili. E lasciando il pianeta pure nell’impossibilità di stabilire con certezza le responsabilità di Xi Jinping e compagni. Il Sars-Cov-2 è scappato dal laboratorio? Era una bomba biologica cui la Cina stava lavorando come arma non convenzionale? La pandemia è stata il risultato di un tragico incidente, magari dettato dall’incuria e dalla superficialità di chi gestiva il laboratorio di Wuhan? Secondo l’ultimo report siglato dal senatore americano repubblicano, Marco Rubio, il Covid è scaturito da «un grave incidente di biosicurezza». E Pechino ne era al corrente, tanto che, a febbraio 2020, proprio mentre negava ogni colpa, «stava mettendo in guardia i propri funzionari» sui rischi biologici e «stava varando nuove misure per prevenire gli incidenti di laboratorio». Non solo: gli scienziati, affiancati dall’esercito, in quel mese fatidico avrebbero provato a brevettare un vaccin o. La verità, quella fondata su prove incontrovertibili, probabilmente non la sapremo mai. Ma, forse, il blocco occidentale s’è svegliato. La task force, promossa al termine di un bilaterale tra il commissario Ue alla Salute, Stella Kyriakides, e Xav ier B e c e r ra , segretario americano del Dipartimento della Salute, nasce con l’intento di «migliorare la prevenzione, l’individuazione e l’a s s i s te n - za per tutti coloro che sono colpiti» dai tumori; per consolidare la cooperazione sul fronte delle minacce alla salute mondiale, come le pandemie, l’aviaria, la malattia di Marburg e la resistenza antimicrobica; per «migliorare la comprensione delle condizioni post Covid e del loro impatto sulla salute, sulle società e sulle economie»; per rafforzare il coordinamento tra le autorità di Bruxelles (Hera) e Washington (Aspr), deputate a rispondere alle emergenze sanitarie e all’ap p rov v i g io - namento di farmaci e vaccini; e per condurre a «un esito positivo» i negoziati sul nuovo Regolamento sanitario internazionale e il nuovo trattato pandemico, in seno all’Oms, «entro maggio 2024». Si potrebbe essere tentati di pensare: ecco la solita trovata per spingere sul pedale degli allarmismi permanenti e dei programmi di inoculazione eterni. Ma per comprendere il potenziale del progetto, è soprattutto sugli ultimi ultimi due punti che occorre soffermarsi: la collaborazione più stretta con l’altra sponda dell’Atlantico e u n’azione incisiva sulla riforma della governance planetaria della sanità. Sembra che, facendo tesoro dell’esperienza maturata con il Covid, Usa e Ue si siano resi conto che non si può più essere dipendenti dalla Cina in materia di forniture di dispositivi medici, o di farmaci (basti pensare alla caterva di principi attivi esportati da Pechino, la cui penuria ha fatto letteralmente mancare a lungo prodotti essenziali tipo l’ibuprofene, che serviva anche a trattare il Sars-Cov-2). Non solo. Le potenze occidentali devono aver realizzato che lasciare ai Brics, capitanati dal colosso asiatico, il controllo degli organismi multilaterali, equivale a scoprire un fianco. E mentre si discutono due documenti destinati ad accrescere - ci piaccia o meno, è quasi scontato che finisca così - le facoltà e i poteri d’iniziativa e intervento dell’Organizzazione mondiale della sanità, diventa fondamentale evitare che il pallino resti in mano ai nostri rivali sistemici. L’egemonia globale è un’utopia e l’esito della guerra tiepida con il Dragone non è affatto scontato. Ma il sibilo dei proiettili o il fragore delle bombe sono soltanto uno dei canali, quello cruento, da cui potrebbe passare questo confronto epocale. Non si combatte solo premendo grilletti. A volte - il Covid insegna - la differenza tra vittoria e sconfitta passa per la punta dell’ago di una siringa. 

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