STUPIDA RAZZA

mercoledì 29 giugno 2016

IL FUTURO DELL'EUROPA E' LA YUGOSLAVIA DEL 1992

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L'inglese se n'è gghiuto e soli n'ha lasciati"
Non credevo nella Brexit, pensavo che solo un popolo di ubriachi poteva decidere una simile autolesionistica catastrofe. Dimenticavo che gli inglesi sono per l'appunto un popolo di ubriachi. Scherzo, naturalmente, dato che non credo nell'esistenza dei popoli. Ma credo nella lotta di classe, e la decisione degli operai inglesi di affondare definitivamente l'Unione europea è un atto di disperazione che consegue alla violenza dell'attacco finanzista che da anni impoverisce i lavoratori di tutto il continente e anche di quell'isola del cazzo.
La City si preparava a festeggiare l'ennesima vittoria della finanza, e invece l'hanno spuntata i proletari resi nazionalisti dalla disperazione (e dalla patetica arroganza imperialista bianca).

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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16614

PER UNA TEORIA POLITICA DELLA MENTE

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Osservate bene il filmato qui sopra. Si tratta del celebre “test della falsa credenza”, sviluppato negli anni ’70, che rappresenta, a mio avviso, una delle più importanti scoperte mai effettuate riguardo al funzionamento della mente umana, alla funzione del linguaggio e alla possibilità di dare una definizione a ciò che siamo soliti definire, in modo molto generico, “coscienza”.



Lo scopo del test è quello di accertare la capacità di un essere umano di rappresentarsi gli altri individui non come meri riflessi di se stesso, bensì in termini di stati mentali interni (come le convinzioni, le credenze, i valori, ecc.); vale a dire, la capacità di un individuo di riflettere sui propri meccanismi di pensiero e di distinguere tra le proprie credenze, basate sul possesso di dati di un certo tipo, e le credenze altrui, fondate sul possesso di dati diversi. 
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martedì 28 giugno 2016

BRE­XIT: NUOVI MI­NI­MI STO­RI­CI PER I GLO­BAL BOND!


Non più tardi di due set­ti­ma­ne fa il Wall Street Jour­nal ri­por­ta­va smar­ri­to in prima pa­gi­na la se­guen­te do­man­da…
Una do­man­da alla quale il no­stro Ma­chia­vel­li sta ormai ri­spon­den­do da quasi sei anni e nei det­ta­gli dal­l’or­mai leg­gen­da­ria esta­te del 2013, quan­do unici in Ita­lia ci in­ca­mi­nam­mo verso la nuova terra pro­mes­sa…MA­CHIA­VEL­LI E L’UO­VO DI CO­LOM­BO!
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http://icebergfinanza.finanza.com/2016/06/28/brexit-global-bond-yields-sink-to-record-lows/

IL “GRANDE SPAZIO” A FRONTE ROVESCIATO

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L'aneddoto è celebre ed è sempre riferito come un contro senso: Churchill che si erge di fronte a De Gaulle e gli dichiara che tra l'Europa e il “grande spazio” [c'è una sfumatura di “grande spazio liberale” nell'espressione -N.d.T.] (gli USA), il Regno Unito avrebbe scelto sempre il “grande spazio” , e questo aneddoto viene citato per segnalare un atteggiamento fondamentalmente Britannico, legato agli USA secondo la percezione dell'epoca che rappresentava gli USA come l'”Impero” mondiale in un mondo sottomesso alle tendenze anglosassoni.
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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16610

BREXIT: IL VIZIO ASSURDO DELLA DEMOCRAZIA…

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Sullo schermo nero di "Black Mirror", serie tv britannica ideata e prodotta da Charlie Brooker, una fiction dal titolo "Messaggio al Primo Ministro" immagina che la principessa reale inglese sia stata rapita e che il sequestratore terrorista chieda come riscatto per la sua liberazione che il Primo Ministro faccia sesso con un maiale in diretta tv, sottoponendosi all'umiliazione del rapporto ripugnante davanti agli occhi disgustati dell'opinione pubblica ... naturalmente con la piena approvazione della Corona inglese. In pratica dunque il Primo Ministro viene sottoposto a ricatto e sacrificato dalla Regina in nome della ragion di stato … ma ora un dubbio assale … anche David Cameron doveva far sesso con un maiale ? Forse sì.
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lunedì 27 giugno 2016

SPA­GNA: VINCE LA TROI­KA!


Alla fine non ab­bia­mo poi sba­glia­to di molto nel fine set­ti­ma­na di­cen­do che quel­lo che era ac­ca­du­to ai mer­ca­ti fi­nan­zia­ri in Eu­ro­pa era un av­ver­ti­men­to a Ita­lia e Spa­gna…
…su da bravi ra­gaz­zi vo­ta­te bene che siamo già ab­ba­stan­za agi­ta­ti per quel­lo che è suc­ces­so nel Regno Unito.
Che senso avreb­be di­ver­sa­men­te una borsa spa­gno­la che pre­ci­pi­ta di oltre il 12 % in­sie­me al­l’I­ta­lia e quel­la in­gle­se perde ap­pe­na il 3 % in­sie­me ad un mo­de­sto 7 % per quel­la por­to­ghe­se?
La ra­gio­ne è po­li­ti­ca, prima le ele­zio­ni di ieri in Spa­gna e poi il re­fe­ren­dum co­sti­tu­zio­na­le in au­tun­no in Ita­lia dove sem­bra che qual­cu­no non abbia ca­pi­to an­co­ra la le­zio­ne…
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BRE­XIT: TRE MI­LIO­NI DI FIRME PER UNA MOZ­ZA­REL­LA DI …BU­FA­LA!

Tran­quil­li ra­gaz­zi, cosa vi avevo detto,  stan­no già met­ten­do su il tea­tri­no per fare un nuovo re­fe­ren­dum, se non ci rie­sco­no, ci pro­va­no gli scoz­ze­si che non vo­glio­no an­dar­se­ne dal­l’Eu­ro­pa ma­ga­ri te­ne­do­si la ster­li­na.
Viene da sor­ri­de­re leg­gen­do qua e la, di dotti me­di­ci e sa­pien­ti, che scri­vo­no di masse di in­gle­si pen­ti­ti che chie­do­no per­do­no per il loro or­go­glio, per aver vo­ta­to “leave”.
Ter­ro­re e mi­nac­ce, que­sto è stato il filo con­dut­to­re di que­sto re­fe­ren­dum in­gle­se anche se qual­cu­no ha di­men­ti­ca­to, la men­zo­gna, la ma­ni­po­la­zio­ne, in pa­ro­le po­ve­re qual­che moz­za­rel­la di …bu­fa­la!
Se Jack the rip­per fosse an­co­ra vivo mo­ri­reb­be di spa­ven­to di forn­te a que­sta gente!
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AME­RI­CA: DEJA VU!

This Week In Hedgeye Cartoons - Brexit cartoon 06.23.2016
Tutti presi dal rac­con­to del­l’en­ne­si­ma com­me­dia di que­sta crisi, il Bre­xit ci siamo di­men­ti­ca­ti di rac­con­tar­vi al­cu­ne delle ul­ti­me perle che l’e­co­no­mia ame­ri­ca­na con­ti­nua a la­scia­re die­tro di se.
Le la ri­cor­da­te la  BALLA CON LA BOLLA IN­TOR­NO!
Spet­ta­co­la­re, fan­ta­sti­co, me­ra­vi­glio­so, etu­sia­sman­te e chi più ne ha, più ne metta!
In un colpo solo le ve­di­te di nuove abi­ta­zio­ni sonno esplo­se di oltre il 16 % e se non con­si­de­ria­mo la re­vi­sio­ne al rial­zo, il balzo è di oltre il 20 %!
La no­ti­zia del gior­no è che l’au­men­to di oltre 100.000 unità in un solo mese ci ri­por­ta in­die­tro ad­di­rit­tu­ra al 2005, anno del picco della più co­los­sa­le bolla im­mo­bi­lia­re della sto­ria degli Stati Uniti, dove si ven­det­te­ro 116.000 unità.
Non solo le re­vi­sio­ni dei mesi pre­ce­den­ti sono sa­li­te di 44.000 unità.
Poi tutto di un trat­to la bolla in­sie­me alla balla esplo­do­no…
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Una Brexit per il bene dell’Europa


Un europeismo pragmatico dovrebbe esultare per una vittoria della Brexit. Da quando è dentro l’Unione, infatti, il Regno Unito non ha fatto altro che remare contro ogni possibilità di ridare slancio al ‘sogno europeo’, che ha bisogno di una sovranità popolare europea. Esattamente ciò che Londra ha impedito finora. In questo testo, scritto prima del referendum, si spiega perché la Brexit potrebbe fare bene all’Unione europea.

di Marco d’Eramo, da MicroMega 4/2016 

«La porta è aperta», viene da suggerire ai britannici il 23 giugno, il giorno del loro referendum per disdire l’adesione all’Unione europea. Da mesi tutti a chiedersi se la cosiddetta Brexit («British exit») è bene o male per il Regno Unito. Ma nessuno si pone la domanda vera: se è bene o male per l’Europa. 

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http://temi.repubblica.it/micromega-online/una-brexit-per-il-bene-dell%e2%80%99europa/

Crisi sociale e rinascita della politica nel successo del M5S


Due dati parlano di un avvenuto inserimento organico del movimento 5S nel contesto politico del paese: la sua capacità di drenare voti sulla destra e sulla sinistra, configurandosi, lo si è detto subito, come vero partito della nazione, e una rappresentazione altissima del voto giovanile che sembra aver trovato in questa offerta politica lo stimolo utile per uscire dall’assenteismo. La ragione di tutto ciò sta nella profondità della crisi sociale. Dopo anni di separazione la società e la politica sembrano essere tornate a parlarsi, determinando un risultato ben più importante e radicale degli scontri tra sindacato e polizia che abbiamo visto nelle piazze di Parigi.
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http://temi.repubblica.it/micromega-online/crisi-sociale-e-rinascita-della-politica-nel-successo-del-m5s/

Brexit, Regno (dis)Unito

Mentre sto scrivendo, i listini rintoccano: -11.1% Ftse Mib, -12.2% Ibex, -6.7% Dax, -8.2% Cac, -7.9% Nikkei, -20.2% i bancari (aspettando Wall-Street).Continuate pure a chiamarli populistiPoco meno di quattro anni fa, in quello che si sarebbe rivelato come uno dei post più profetici del mio blog personale, scrissi che “il sanguinoso dualismo che si sta prospettando all’orizzonte non è più tra destra e sinistra – categorie sepolte dalla storia e facenti oggi parte di un’unica poltiglia ideologica, finalizzata soltanto a preservarne gli illegittimi interessi accumulati sin qui –ma è tra nuove forme di localismo e un furioso progetto di pancontinentalismo mercantile che, senza alcun rispetto per le specificità territoriali, sta tentando di diluire la bandiera della Comunità nel solvente chimico dell’economia”.
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http://www.ilcambiamento.it/editoriale/brexit_regno_disunito.html

PERCHE' I BRITANNICI HANNO DETTO NO ALL'EUROPA

fuori dalla gabbia
Il voto di maggioranza dei cittadini britannici per lasciare l'Unione Europea è stato un atto di pura democrazia. Milioni di persone si sono rifiutate di sottostare al bullismo, di essere intimidite e ricusate con aperto disprezzo dai loro presunti superiori nei partiti principali, dai leader dell'oligarchia d'affari, delle banche e dei media.
In gran parte, questo è stato un voto di persone arrabbiate e demoralizzate dall'assoluta arroganza dei propugnatori della campagna "Remain" e dallo smembramento di una giusta e civile vita sociale in Gran Bretagna. L'ultimo baluardo delle riforme storiche del 1945, il Servizio Sanitario Nazionale, è stato così sovvertito dai Conservatori e da filibustieri spalleggiati dai Laburisti che sta combattendo per rimanere in vita.
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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16606

BREXIT E (CHAMPAGNE)

champagne
Il voto di giovedì 23 giugno rappresenta un momento storico importante. Rappresenta altresì un momento importante per la democrazia. Scegliendo di uscire dall’Unione Europea con il 51,9% dei voti, gli elettori britannici hanno dato al mondo una lezione di democrazia e probabilmente hanno cambiato il nostro futuro.
Una lezione di democrazia
La prima lezione di democrazia si declina a diversi livelli. Anzitutto occorre rilevare la decisione del premier britannico David Cameron di lasciare libertà di espressione alle varie posizioni, sia all’interno del partito conservatore sia all’interno del governo. Allo stesso tempo occorre apprezzare la maturità degli elettori britannici che, giustamente scioccati dal tragico omicidio della deputata laburista Joe Cox, non si sono lasciati travolgere dall’emozione e hanno mantenuto la loro posizione favorevole all’uscita dall’Unione Europea.
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LA VERA CATASTROFE DEL BREXIT: LE 400 PERSONE PIÙ RICCHE AL MONDO HANNO PERSO 127 MILIARDI DI DOLLARI

Dopo tutto l'allarmismo e le minacce di un imminente apocalisse finanziaria nel caso di una vittoria della Brexit, incluse fosche previsioni da personaggi come George Soros, la Bank of EnglandDavid Cameron (che ha persino invocato la guerra), e persino Jacob Rothschild, qualcosa di “inaspettato” è accaduto ieri: dopo l'esito della Brexit la borsa britannica è stata la migliore in Europa.
Questo risultato è esattamente quello che avevamo preventivato tre giorni fa per le ragioni descritte in "Is Soros Wrong" [“Soros si sbaglia?” n.d.t], dove avevamo detto che “in un mondo in cui le banche centrali corrono a svalutare la loro moneta con ogni mezzo necessario solo per guadagnare un modesto vantaggio competitivo nella guerra commerciale mondiale, un crollo della sterlina è esattamente quello che la Banca d'Inghilterra dovrebbe desiderare per far ripartire l'economia britannica”.
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domenica 26 giugno 2016

IL MONDO NON CADRA' DOPO IL BREXIT MA AFFRONTEREMO ANNI DI DURO LAVORO

E' tempo di fare progetti. Nelle ultime settimane della campagna avevamo avvertito che il voto per lasciare l'UE sarebbe stato traumatico e questo è ciò che il paese sta affrontando adesso: i mercati tremano e Westminster è in subbuglio.
Lo shock della scorsa notte segna un punto di rottura nell'equilibrio europeo del dopoguerra. Sarà uno sforzo erculeo separare l'Inghilterra dall'Unione Europea dopo 43 anni di garbugli alla difficile ricerca di una struttura legale e costituzionale. La Scozia e l'Irlanda del Nord saranno adesso espulse dall'UE contro la loro volontà, una terrificante situazione può facilmente portare ad una frammentazione interna del Regno a meno che non sia trattata con estrema cura.
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LA BUFALA DI "TRE MILIONI DI FIRME PER RIFARE IL REFERENDUM BREXIT"...


A poche ore dal referendum che in Gran Bretagna avrebbe sancito l'uscita della stessa dalla U.E., sulla piattaforma di petizioni del governo britannico è comparsa una petizione per annullare il referendum e rifarne un secondo.
Ovviamente la ridicola iniziativa ha suscitato feroci ironie sul web ("E se al secondo turno vince il "Remain", fanno la "bella" oppure vanno ai rigori?"), e qualcuno si è divertito a proporre sulla stessa piattaforma, provocatoriamente, altre petizioni(esempio geniale: "Ridisputare la battaglia di Hastings del 1066 perché non sono soddisfatto del risultato")

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M5S, SONO COMMOSSO MA MI SENTO PERSO

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Il trionfo dei ‘grillini’ mi commuove e, insieme, provoca in me un senso di smarrimento. Mi commuove perché per la prima volta sento tirare un’a- ria nuova, una brezza fresca e leggera senza essere inconsistente. Non è semplicemente una questio- ne anagrafica anche se certamente l’età ha il suo peso (Raggi ha 37 an- ni, Appendino 32 mentre l’età media dei sindaci a 5Stelle, che in 19 ballottaggi su 20 hanno spianato il Pd, è di 39). Anche Renzi è giovane. Ma è un giovane nato vecchio che ha fatto tutta la sua carriera in un partito, l’unico in pratica rimasto su piazza, che nonostante tutti i suoi cambi di nome (Pci, Pds, Ds, Pd) ne conserva intatte le logiche. Andare in bicicletta non significa anche essere mentalmente, psicologicamente e politicamente giovani. E lo stesso vale per l’altro Matteo, Salvini. 
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ECCO PERCHE’ IL REGNO UNITO HA DETTO CIAO CIAO ALL’UE

brexit
Quello che era cominciato come una scommessa di David Cameron come sbocco per il malcontento popolare, da usare come leva per contrattare con Bruxelles per maggiori favori, si è incancrenito fino ad un terremoto politico riguardo la dis-integrazione dell’UE.
Il mediocrissimo Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, ponendosi come uno “storico”, aveva avvertito che il Brexit, “potrebbe essere l’inizio della distruzione non solo dell’UE, ma dell’interezza della civilizzazione politica occidentale”.


È follia. Il Brexit ha provato che si tratta di immigrazione, babbeo. E ancora una volta, che si tratta di economia, babbeo (nonostante l’establishment neoliberale non ci avesse mai dedicato attenzione). Si potrebbe scommettere pesante sul fatto che il sistema UE a Bruxelles non imparerà nulla da questa terapia dello shock – e non si riformerà. Ci saranno elucubrazioni sul fatto che dopotutto il Regno Unito è sempre stato lamentoso, importuno e sempre pronto a chiedere trattamenti privilegiati nei rapporti con l’UE. Per quanto riguarda la “civilizzazione politica occidentale”, ciò che finirà – ed è tanta roba – è la speciale relazione transatlantica tra USA ed UE con il Regno Unito a fare la parte del cavallo di Troia statunitense.
Tutto ciò va ben oltre un match tra il pessimo calcolatore Cameron, ora morto trafitto dalla propria spada, e l’ambizioso buffone di corte Boris Johnson – un Donald Trump con un vocabolario e schemi retorici migliori.
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INCREDIBILI BRITANNICI ! RINASCE L'EUROPA DEI POPOLI E ORA PUO' CAMBIARE DAVVERO TUTTO

brex
E ora cambia, davvero, tutto. La decisione degli elettori britannici di lasciare l’Unione europea è storica innanzitutto per il contesto elettorale in cui è maturata. Tutto, ma proprio tutto, lasciava presagire una vittoria del fronte europeista, soprattutto dopo l’uccisione della deputata Joe Cox, che aveva cambiato la dinamica e il clima della campagna elettorale a sette giorni dal voto. L’ondata del cordoglio è stata enorme. E infatti i sondaggi, i mercati, gli scommettitori davano il sì praticamente scontato.


 

Ci voleva un miracolo per ricambiare il corso della campagna elettorale. E miracolo c’è stato. Forse quel miracolo ha un nome e un volto. Quello della Regina Elisabetta. O meglio del quotidiano popolare più influente del mondo, il Sun, che mercoledì ha fatto lo scoop, lasciando intendere che Sua Maestà era favorevole all’uscita dalla Ue, rivitalizzando così le corde di un patriottismo che si pensava fosse diventato marginale e che invece vibra ancora nel cuore del popolo
La tempra di un Paese ha prevalso sull’emozione e sul cordoglio. La Gran Bretagna fiera della propria autonomia, convinta della propria unicità, capace di scegliere da sola nei momenti topici della propria storia è risorta, dando ragione a Nigel Farage – un ex uomo d’affari che dal nulla ha creato un partito e trascinato un Paese a una svolta storica – e a Boris Johnson, il sindaco di Londra uscente, che non ha esitato a schierarsi contro l’establishment del proprio Paese, dando forza e autorevolezza al movimento anti-Ue.
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giovedì 23 giugno 2016

Sempre meno persone credono alle favolette sulla crescita

Nonostante le grancasse di praticamente tutti i media, i governi, i politici, gli industriali, i sindacalisti, gli imprenditori che invocano e martellano sulla crescita, ormai alle favolette ci credono sempre meno persone e le vendite eccezionali del libro sono un'altra dimostrazione di ciò.
Chi, sano di mente, può infatti credere alla crescita infinita in un mondo dalle risorse finite? Chi può chiudere gli occhi di fronte ad un inquinamento alle stelle, a mari ormai brodi di plastica, a cambiamenti climatici fuori controllo, alla produzione senza sosta di montagne di rifiuti e oggetti inutili che sono elemento cardine della crescita?
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Le supernavi dello shipping senza più clienti

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CONTINUIAMO A COSTRUIRE MEGA INFRASTRUTTURE......!


I l 26 aprile 1956 il primo container fu portato a bordo della Ideal X, una nave della danese Maersk, da Port Newark nel New Jersey, a Houston, Texas. Il sessantesimo compleanno non poteva essere più carico di angosce. Il settore dei container, e dell’intero shipping marittimo che comprende anche il trasporto delle petroliere e delle “rinfuse” (carbone, granaglie, coils di acciaio, minerale feroso), è in profonda crisi. Non esistono dati consolidati, ma si calcola che per i soli container le perdite siano state di non meno di 15 miliardi di dollari, il quarto anno consevutivo con i bilanci in rosso. «È peggio che nel 2008», ha sentenziato Nils Anderson, che della Maersk, diventata nel frattempo la prima compagnia di shipping del pianeta, è il Ceo. L’indice Dry Baltic che misura l’andamento del settore, è sceso da quota 1201 del 6 agosto 2015 ai 624 del 23 maggio, ed era sprofondato fino a 290 il 10 febbraio, il livello più basso di tutti i tempi, non a caso in coincidenza con il livello minimo dei prezzi del petrolio (28,4 dollari al barile Brent negli stessi giorni). Poi l’ex oro nero si è risollevato fino agli attuali 50 dollari, ma per una compagnia di shipping, ha ammonito Anderson, il break-even si colloca sopra i 55 dollari per barile, e servirà tempo per recuperare le perdite. Qui sta il primo motivo della crisi dello shipping: i prezzi del greggio che lo scorso anno hanno conoscendo una debacle senza precedenti.
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http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2016/05/30/news/le_supernavi_dello_shipping_senza_pi_clienti-140980829/

L'austerità Ue e il nuovo Maggio francese

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Gran parte d'Europa segue con malcelato disinteresse le agitazioni che nelle ultime settimane hanno sconvolto e paralizzato la Francia. L'unica preoccupazione un poco più diffusa è che la catena ininterrotta di scioperi possa spingersi a interferire con il normale svolgimento degli imminenti campionati europei di calcio. Timore mitigato dalla speranza che la manifestazione sportiva possa avere un effetto calmieratore sugli spiriti più bollenti, come accadde nell'Italia del 1948 con la vittoria di Gino Bartali al Tour de France. Insomma, la visione prevalente è che il conflitto sociale in corso sia una questione interna a quel paese. Esplosa soprattutto a causa di un'iniziativa un po' troppo arrogante e sbrigativa da parte del governo di Parigi nel varare la sua riforma del mercato del lavoro. E che, quindi, tocchi al presidente Hollande e al premier Valls metterci una pezza e trovare una via d'uscita. Un modo di vedere questo che riflette forti dosi di pigrizia intellettuale e di miopia politica.
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http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2016/06/06/news/lausterit_ue_e_il_nuovo_maggio_francese-141466168/?ref=search

mercoledì 22 giugno 2016

LETTERA APERTA DEI GRECI AGLI INGLESI

Guerriero caduto, Tempio di Aphaia, Egina (Gliptoteca di Monaco)
Amesi Dimokratia Press ha scritto una lettera per avvisare di aver inviato un documento firmato da personalità greche, provenienti da gruppi e partiti politici, oltre che da personalità della cultura, indirizzata a tutti i cittadini del Regni Unito sul Referendum che si terrà per restare o per uscire dalla UE.
La lettera aperta è un atto di solidarietà dalla Grecia verso gli Inglesi, per far pervenire le informazioni essenziali che consentiranno di prendere decisioni informate prima del Referendum. La Battaglia della Gran Bretagn del 23 giugno 2016 sarà combattutta contro la Nuova Asse di potere della Unione Europea, che ha occupato la nostra Europa e che sta provando a dividere anche la società inglese con la paura.


Vogliamo raccontarvi quello che abbiamo passato in Grecia, in questi ultimi anni, da quando la troika  imponendoci il suo sistema (con un ruolo decisivo da parte del regime della UE) ha cominciato a cercare di dividere la nostra società ed a ri-occupareun po' alla  volta il nostro paese.
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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16588

BRE­XIT E AME­RI­CA: STRA­BI­SMO ECO­NO­MI­CO/FI­NAN­ZIA­RIO!

Af­fa­sci­nan­te dav­ve­ro!
Tutti li con il naso al­l’in­sù come Godot ad os­ser­va­re il pun­ti­no nero del Bre­xit nella gran­de pa­gi­na bian­ca della crisi che verrà, si, loro di­co­no che il Bre­xit non ci sarà, tutto il resto è puro con­tor­no oggi, ma noi ci li­mi­tia­mo ad os­ser­va­re i no­stri in­di­ca­to­ri e quel­lo più af­fi­da­bi­le per com­pren­de­re se tra oggi e do­ma­ni qual­co­sa cam­bie­rà ai piani alti, si trova in Ame­ri­ca.
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