Da molti anni, lo sappiamo, le grandi banche internazionali, ma poi anche tutte le autorità non democratiche e connesse agli interessi finanziari (Bruxelles, G7, Fondo monetario internazionale) ci ripetono senza sosta che dobbiamo fare "riforme" volte a migliorare e a rendere maggiormente efficiente la nostra "governance" politica.
La lettera che la Bce mandò all'Italia nel 2011 era solo un "antipasto": il peggio doveva ancora arrivare, ed è la riforma della costituzione. Una riforma, sia detto per incidens, che il popolo non vuole e che, come ricordato da Zagrebelsky, nasce da un "Parlamento illegittimo, eletto con una legge elettorale obbrobriosa, dichiarata incostituzionale".
Ovviamente il blocco egemonico mobiliterà l'intero quadro intellettuale, accademico e giornalistico: il caso di Benigni è il primo e non sarà certo l'ultimo. Il grande difensore della "costituzione più bella del mondo" (cit.) che si fa sostenitore della sua riforma, rinnegando in blocco anni di militanza pro-Costituzione: uno spettacolo tragicomico.
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