Come il politico più pericoloso d’Occidente è stato riciclato da Matteo Renzi in nome delle riforme “modernizzatrici” come il Jobs Act
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Una cena elegante. A Palazzo Chigi si mangia una pizza. A sinistra c’è la ministra della funzione pubblica Marianna Madia. A destra c’è la ministra per i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi. La composizione è vagamente sacrale, le donne in posizione ancillare, con atteggiamento comprensivo, ascoltano il tipo in camicia di spalle che – presumibilmente – si esprime in un inglese che lo ha reso famoso nel mondo. E’ il presidente del Consiglio Matteo Renzi che guarda fisso l’uomo al centro della scena: Tony Blair. La foto è stata scattata il 26 novembre 2014.
L’ex primo ministro inglese, colui che ha mentito al parlamento inglese e con George Bush ha scatenato la guerra in Iraq nel 2003, inventando le prove sull’esistenza delle armi di distruzione di massa di Saddam, facendo 500/600 mila di morti, innumerevoli feriti, creando fino a 5 milioni di profughi, offrendo la sponda al revanscismo terrorista di organizzazioni come Al Qaeda e Isis che oggi fanno stragi dal Bangladesh a Parigi. Il presidente del consiglio italiano sta parlando con un uomo definito dalle famiglie dei soldati inglesi caduti in Iraq un “criminale di guerra”.
Ecco cosa, verosimilmente, ha detto Renzi a Blair in quella occasione.
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