Mentre un decisivo membro della NATO, la Turchia di Erdogan, in cui sono depositate una sessantina di armi nucleari, è in piena convulsione dopo un colpo di stato fallito, converrà rileggere con attenzione il comunicato finale del vertice della Nato di Varsavia del 9 luglio scorso.
Si tratta, a ben vedere di una dichiarazione di guerra. Dichiarazione preventiva, sotto forma di un impegno collettivo ad aggredire la Russia in un tempo indefinito, ma prossimo. "A meno che".la Russia non accetti di "cambiare corso".
Il testo, al paragrafo 15, dice esattamente così: "Siamo dispiaciuti che, nonostante i ripetuti appelli degli Alleati e della comunità internazionale, a partire dal 2014, affinchè la Russia cambiasse corso, non esistano attualmente le condizioni per una relazione. Il carattere dei rapporti dell'Alleanza con la Russia e le possibilità di una cooperazione saranno dipendenti da un chiaro, costruttivo cambiamento delle azioni della Russia, che dimostrino l'accettazione delle leggi internazionali e dei suoi obblighi e responsabilità internazionali. Fino a quel momento noi non potremo ritornare al business as usual".
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