Che la gente si sia pronunciata in modo chiarissimo e con uno slancio di partecipazione democratica diventato memorabile non gliene è mai fregato di meno. A cinque danni dalla vittoria del movimento per la difesa dell’acqua, il governo e il partito che lo guida portano a termine un capolavoro di tattica politica seppellendo la volontà popolare ed eliminando ogni riferimento alla ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e alla sua gestione partecipativa, che ne costituivano il cuore e il senso. La farsa si consuma in parlamento.
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