È una festa, fare ottant’anni: siamo già in una atmosfera proustiana, nella dimensione dei ricordi che si ammantano di dolcezza. Del resto anche il mondo della tv commerciale è diventato un ricordo lontano, come la musica degli anni Ottanta o la nascita del prêt-à-porter. E Berlusconi mi ricorda Kane, quando la sfera di vetro si rovescia sul pavimento, e il quarto potere ha la sua fine. Lui è il primo che ha capito che il consenso si ottiene attraverso la pubblicità, che i mass media lavorano sull’inconscio, sulla seduzione e non sulla ragione, quindi in qualche modo è artefice e colpevole di tutto il resto. Ma se penso a quello che è oggi la rete, a quanto sono più articolate, subdole e avvolgenti la manipolazione e la propaganda, beh, al confronto mi fanno sorridere gli editti e le censure degli anni Novanta – di cui pure io sono stato vittima.
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