Il repubblicano Donald Trump, miliardario di fama internazionale, si aggiudica con grande vantaggio il primo posto nel partito durante le primarie. La sua politica aggressiva a livello mediatico ma al contempo estremamente comprensibile nei contenuti (disoccupazione, medie imprese, politica internazionale, investimenti…) da parte del ceto medio basso e tendenzialmente bianco, è approvata dalla stragrande maggioranza degli elettori del suo partito. Non è così per i democratici che sono profondamente spaccati tra la candidata Hillary Clinton e il socialista Bernie Sanders. Sarà la Clinton che per pochi voti estremamente dubbi (le contestazioni per brogli sono durate settimane) e grazie all’appoggio delle corporazioni e delle multinazionali vince le primarie andando perciò a sfidare il rude rivale Trump.
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