STUPIDA RAZZA

sabato 28 settembre 2019

“Facebook è privata, censuri come vuole”



Va sfatato un mito, un pensiero erroneo ma estremamente diffuso: quello secondo il quale, trattandosi di società private, Facebook e gli altri colossi del web possono fare tutto quello che vogliono in modo assolutamente arbitrario e senza rispondere a nessuno se non a se stessi.
Va sfatato intanto per un semplice principio di buon senso che si applica a qualsiasi altra attività privata, cioè il rispetto per alcune regole di utilità collettiva: anche il ristoratore sotto casa è un’attività privata, ma se in cucina ci sono gli scarafaggi la collettività ha il diritto di intervenire per motivi igienici, cioè per l’interesse comune.
Allo stesso modo, non è accettabile alcun principio di «assolutezza» dei social network e delle corporation digitali rispetto alle società reali in cui operano: altrimenti, per coerenza, dovremmo ammettere l’idea che domani mattina uno di questi siti (o un negozio, o un’autostrada provata) possa proibire il suo ingresso alle persone con un particolare colore della pelle, oppure cancelli i contenuti di un determinato partito, perché tanto «è una società privata e può fare quello che vuole».
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