Il voto su Rousseau sarà fondamentale per ratificare la nascita del nuovo governo Conte oppure per decretarne la fine prima dell’inizio. Ma per gli esperti ci sono diversi pericoli in agguato. Il primo è quello informatico. Dal Movimento assicurano che la piattaforma è inviolabile. Ma è davvero così? Ho intervistato Gianni Cuozzo, esperto di cybersecurity. A soli 29 anni è consulente per l’intelligence militare di diversi paesi Nato, e fondatore di ben 4 aziende di successo che si occupano di sistemi di attacco e difesa informatica.
Gianni, ci sono molte polemiche attorno al voto delle prossime ore sulla piattaforma Rousseau. Dal Movimento 5stelle fanno sapere che il sito è sicuro. Ma come stanno davvero le cose? Rousseau è vulnerabile?
Ogni produttore o fornitore di servizi online giurerebbe sulla sicurezza informatica dei propri sistemi ma, sfortunatamente, non è cosi. Da Rousseau proclami del genere ne sono sempre arrivati, anche quando la situazione era chiaramente più critica di quella attuale. Ne è testimonianza l’operazione dell’agosto 2017 di Luigi Gubello aka “Evariste Gal0is”, che dimostrò come il database utenti non fosse sicuro e come le password policies (la politica per l’utilizzo di password, ndr) dei propri amministratori non fossero esattamente all’ultimo grido. Quell’operazione costò alla fondazione Rousseau una multa di circa 50.000 euro da parte del garante della privacy. Davide Casaleggio, tra l’altro, reagì scompostamente con una querela, invece di ringraziare Gubello per aver sottolineato le falle del sistema.
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