
Svezia e Tanzania disobbediscono ai diktat globalmente imposti col pretesto di CoViD-19
Qualunque
sia l’origine di SARS-COV-2: naturale (con la complicità del dissesto
ecologico causato dall’uomo) o artificiale (colposa o dolosa), è sempre
più evidente che questo nuovo coronavirus è la “false flag”, il pretesto
per una guerra totale, senza quartiere e senza esclusione di colpi, fra
un coacervo di attori che, a seconda dei diversi campi di battaglia, si
trovano ad essere alleati o nemici.Ma più si scava in profondità, più si delineano alleanze persistenti fino a due blocchi del capitalismo mondiale post-caduta del muro di Berlino, che io credo di poter così individuare:
– da un lato il neoliberismo radicale, quintessenza del pensiero occidentale analitico, cartesiano, deterministico, che interpreta la realtà in bianco o nero, in una competizione estrema che avrebbe fine solo con l’annientamento di ogni potenziale nemico (mors tua vita mea). Campione di questo schieramento è il Deep State degli USA, lo Stato Profondo trasversale ai partiti democratico e repubblicano.
– dall’altro un capitalismo “umanista” non tanto per scelta ideale (avvilita dal tradimento di tutte le sinistre storiche) quanto per un sano realismo che interpreta la realtà in tonalità di grigio dove bianco e nero, volenti o nolenti, cooperano a mutevoli equilibri. Campione di questo schieramento è la Cina con la sua cultura millenaria prima ancora che col suo governo.
Perfino questi due blocchi convergono su certi interessi fra i più inconfessabili, in un vertice che potremmo chiamare “superpotere globalizzante”.
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