chi non risica, non rosica.
Il titolo era promettente: Ma che cosa succede se un Paese va in default? L’aspettativa, ovvia, era che l’articolo si ponesse il problema dell’organizzazione futura di una determinata società dopo l’eventuale dichiarazione di insolvenza da parte dello Stato, e che magari affrontasse la questione sul doppio binario della vita personale e collettiva. Dalle ripercussioni sull’economia produttiva a quelle sui sistemi di welfare. Dalla bilancia commerciale ai consumi interni. In sintesi, il riassetto dell’esistenza di un popolo in uno scenario diverso. Che, secondo gli standard correnti, sarebbe giocoforza assai peggiore di quello precedente, quando ancora si poteva accedere a sempre nuove emissioni di titoli del Tesoro.
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http://www.ilribelle.com/quotidiano/2011/11/2/lo-spettro-utilissimo-del-default.html
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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